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19/3/2019
La tendopoli di San Ferdinando, in Calabria, creata nelle adiacenze della smantellata baraccopoli che ospitava centinaia di lavoratori migranti

Gli esperti delle Nazioni Unite sui diritti umani chiedono all’Italia misure urgenti per proteggere i lavoratori migranti dell’insediamento informale di San Ferdinando in Calabria

Gli esperti delle Nazioni Unite Urmila Bhoola (Sud Africa), Relatrice speciale sulle forme contemporanee di schiavitù, comprese cause e conseguenze, Leilani Farha (Canada), Relatrice speciale per il diritto a standard abitativi adeguati e Felipe Gonzalez Morales (Cile), Relatore speciale sui diritti umani dei migranti hanno affermato che l’Italia deve agire urgentemente per proteggere centinaia di lavoratori migranti sfrattati dall’insediamento informale di San Ferdinando, in Calabria, che ospitava circa 2000 persone e ed è stato sgomberato dalle autorità italiane tra il 6 e l’8 marzo.

"Non c'è alcun dubbio che le condizioni non siano state conformi alle norme in materia di diritti umani e siano state terribili e completamente insostenibili, ma siamo profondamente preoccupati per l'assenza di adeguate opzioni alternative per le persone che vivevano nell'insediamento informale", hanno detto gli esperti.

"Le autorità non sono riuscite a esplorare tutte le opzioni alternative per evitare gli sfratti, come richiesto dal diritto internazionale sui diritti umani. Lo sgombero forzato ha ulteriormente aumentato la pressione sulle donne e gli uomini migranti, che provengono principalmente dall'Africa sub-sahariana, e ora stanno affrontando difficoltà ancora maggiori ".

La maggior parte dei residenti del campo lavorava nei vicini aranceti. Centinaia di persone si sono allontanate all'inizio di marzo dopo essere state informate dell'imminente evacuazione. Alcuni residenti con lo status di "protezione umanitaria" sono stati trasferiti in un accampamento di tende allestito localmente dalle autorità di San Ferdinando. Tuttavia, questo ha portato al sovraffollamento, con tra le 800 e 900 persone attualmente alloggiate nell’accampamento.

Altri 200 circa sono stati trasferiti in strutture di accoglienza alternative, ma si ritiene che un numero similare non abbia un posto dove stare perché la loro situazione rimane "irregolare" mentre il loro status giuridico è in esame.

"Siamo particolarmente preoccupati per il destino di quasi 200 donne migranti che vivevano nell'insediamento informale prima dello sgombero, in quanto non è chiaro cosa sia successo loro", hanno affermato gli esperti.

"Il reinsediamento dei lavoratori migranti nelle tende non è una soluzione adeguata e sostenibile. Gli sfratti che lasciano le persone senza un tetto o in condizioni abitative gravemente inadeguate sono considerati sgomberi forzati ai sensi del diritto internazionale dei diritti umani e costituiscono una grave violazione dei diritti umani".

Gli insediamenti informali dovrebbero preferibilmente essere spostati in situ, ma laddove ciò non è possibile, i residenti dovrebbero essere trasferiti in abitazioni alternative adeguate il più vicino possibile al luogo in cui vivevano prima, ha affermato la Relatrice speciale per il diritto a standard abitativi adeguati.
Gli esperti delle Nazioni Unite hanno sollecitato il governo italiano a garantire la protezione di tutti i migranti, indipendentemente dal loro status, così come il loro accesso ad alloggi dignitosi, servizi igienici e assistenza sanitaria.

Secondo gli esperti delle Nazioni Unite "Privare deliberatamente tali persone dei loro mezzi di sostentamento e della loro dignità di base le lascia in un rischio considerevolmente maggiore di diventare preda di criminali che cercano di sfruttarle".

A dicembre 2018, l'Italia ha adottato una nuova legge restrittiva sull'immigrazione e la sicurezza. Come conseguenza, molti migranti sono stati lasciati in una situazione irregolare che li marginalizza e aumenta la loro vulnerabilità allo sfruttamento sessuale e lavorativo.

Lo Special Rapporteur Urmila Bhoola ha visitato l'Italia ad ottobre 2018 per valutare la situazione dei migranti che vengono sfruttati nell'agricoltura locale. La Relatrice speciale, che ha visitato personalmente l’insediamento informale di San Ferdinando e la nuova tendopoli adiacente, presenterà le conclusioni della sua visita al Consiglio diritti umani delle Nazioni Unite nel settembre 2019.