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Si è da poco conclusa a Ginevra la 100° sessione del Comitato diritti umani, l'organo composto da 18 esperti indipendenti incaricato di monitorare l'implementazione da parte degli Stati membri del Patto internazionale sui diritti civili e politici del 1966.
Nel corso dei lavori, il Comitato ha analizzato i rapporti preparati dai seguenti Stati: El Salvador, Polonia, Belgio, Giordania e Ungheria.
In preparazione alla prossima sessione del Comitato, la Task Force sui Rapporti degli Stati ha inoltre adottato una lista dei temi (list of issues) sui rapporti di Bulgaria, Guatemala, Giamaica, Kuwait, nonché sulla situazione della Costa d’Avorio (in assenza di un rapporto dal 1993).
Il Comitato, inoltre, ha analizzato, in maniera riservata, le comunicazioni individuali pervenute ai sensi del Primo Protocollo opzionale al Patto internazionale sui diritti civili e politici.
Il 29 ottobre, si è svolta infine una cerimonia per celebrare la 100° Sessione del Comitato, durante la quale gli esperti del Comitato hanno discusso i risultati raggiunti e le sfide per il futuro insieme ai rappresentanti degli Stati membri, della società civile e di altri organismi delle Nazioni Unite.
In quanto ai risultati raggiunti, è stato ricordato come il Comitato abbia ricevuto, dalla sua prima Sessione nel 1977 ad oggi, circa 2.000 comunicazioni individuali per presunte violazioni dei diritti sanciti nel Patto, ed abbia analizzato circa 700 casi di propria iniziativa. Inoltre, sin dalla sua prima sessione, il Comitato ha adottato migliaia di osservazioni conclusive in relazione ai rapporti degli Stati, che hanno guidato questi ultimi verso un maggior rispetto dei propri obblighi in materia di diritti umani, e ha sviluppato un corpo di principi giuridici a partire dall’interpretazione dei diritti sanciti nel Patto. Infine, attraverso il Secondo protocollo opzionale al Patto sui diritti civili e politici, il Comitato ha lavorato per l’abolizione della pena di morte, la sua sospensione o per imporre una moratoria per le esecuzioni.
Per quel che riguarda le sfide e le priorità future, è stato rimarcato che il Comitato dovrà lavorare soprattutto al fine di: promuovere la piena abolizione della pena di morte; riconoscere un ruolo più significativo alla società civile nell’ambito del proprio lavoro; invitare gli Stati che non l’abbiano ancora fatto a ratificare il Patto; sollecitare gli Stati firmatari a ritirare le eventuali riserve che limitano la piena applicazione dei diritti umani; potenziare le procedure di follow-up; sviluppare una migliore collaborazione con gli altri Treaty Bodies.
6/11/2010