© Università degli Studi di Padova - Credits: HCE Web agency
Il 19 giugno l'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani (OHCHR) ha pubblicato un rapporto tematico su sei attacchi delle Forze di Difesa Israeliane (IDF) a Gaza lo scorso anno, che hanno causato un alto numero di vittime civili e una diffusa distruzione di infrastrutture civili, sollevando una serie di preoccupazioni in merito al diritto bellico e nello specifico in relazione al rispetto dei principi di distinzione, proporzionalità e precauzione nell'attacco.
Secondo l'Aeronautica militare israeliana (IAF), tra il 7 ottobre 2023 e il 19 febbraio 2024, sono stati attaccati oltre 29.000 obiettivi a Gaza. Il tasso di uccisione dei palestinesi a Gaza durante questo periodo è stato più alto di qualsiasi altro conflitto recente a livello globale.
La guerra ha provocato diversi tragici casi di intere famiglie uccise insieme, dai neonati ai nonni, molti dei quali mentre si trovavano nelle loro case o in altri luoghi in cui avevano cercato rifugio. Il rapporto dell’OHCHR suggerisce che i metodi e i mezzi scelti da Israele per condurre le ostilità a Gaza dal 7 ottobre, compreso l'uso di armi esplosive con effetti ad ampio raggio in aree densamente popolate, non sono riusciti a garantire un'efficace distinzione tra civili e combattenti. Il diffuso, ampio e continuo bilancio di vittime civili, in particolare l'alta percentuale di donne e bambini, e la conseguente distruzione delle infrastrutture civili a Gaza, sollevano serie preoccupazioni sul rispetto del diritto internazionale umanitario da parte delle Forze di difesa israeliane (IDF).
Le armi esplosive con effetti ad ampio raggio non possono essere dirette verso uno specifico obiettivo militare nelle aree densamente popolate e gli effetti non possono essere limitati, ciò risulta in attacchi discriminati proibiti dal diritto internazionale umanitario. Esempi di possibili attacchi indiscriminati monitorati dall'OHCHR includono i bombardamenti sul campo profughi di Jabalya il 31 ottobre, sulla scuola di Al Buraq il 10 novembre e su Ash Shujai'yeh il 2 dicembre.
Il rapporto afferma inoltre che in cinque degli attacchi non è stato diramato alcun avviso, sollevando timori in merito alla violazione del principio di precauzione per proteggere i civili.
Il rapporto conclude che la serie di attacchi israeliani, illustrata dai sei incidenti presi in considerazione, indica che l'IDF potrebbe aver ripetutamente violato i principi fondamentali del diritto bellico. A questo proposito, l'OHCHR osserva che gli attacchi illegali, se commessi come parte di un attacco diffuso o sistematico contro una popolazione civile, in linea con una politica statale o organizzativa, possono anche implicare la commissione di crimini contro l'umanità.
Pur concentrandosi su Israele, il rapporto evidenzia che anche i gruppi armati palestinesi hanno continuato a lanciare attacchi indiscriminati, in contrasto con gli obblighi del diritto internazionale umanitario.
22/6/2024