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Uomo appartenente all'etnia Rom seduto davanti ad un alloggio fatiscente. Foto scattata durante la visita del Commissario Hammarberg (CoE) nel 2009.
© Consiglio d'Europa/Sandro Weltin

La questione dell’apolidia di fatto dei Rom originari della ex Iugoslavia presenti in Italia

A seguito dello smembramento della Iugoslavia, negli anni ‘90, numerosi discendenti di famiglie rom provenienti dall’ex Iugoslavia presenti in Italia risultano privi sia di una cittadinanza attuale che di un riconoscimento di apolidia.
Infatti, solo pochi di loro sono rientrati nelle terre d’origine per farsi riconoscere lo status di apolidi ed i loro figli, pur nati in Italia, non possono essere riconosciuti come apolidi perché ciò richiederebbe a sua volta la prova dello stato di apolidia dei genitori. Inoltre, non può trovare applicazione neanche la norma della legge italiana sulla cittadinanza che attribuisce la nazionalità italiana a chi nasce in Italia da una coppia di apolidi.
Questa condizione di «apolidi di fatto» interessa ormai, secondo i dati raccolti dal Consiglio d’Europa, oltre 15.000 rom nati in Italia.
La preoccupazione per tale situazione è stata sollevata anche dal Commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa, in occasione della sua visita all’Italia nel 2011 avente come focus la protezione dei diritti umani anche di Rom e Sinti.

 

Aggiornato il

12/5/2015