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dicembre 2009: nel trattare il suo primo caso, la corte africana dei diritti umani dichiara difetto di giurisdizione

La Corte Africana dei diritti umani e dei popoli, istituita dal protocollo del 1998 ala Carta africana dei diritti umani e dei popoli, ha emesso la sua prima decisione. Riguardava il caso di un cittadino del Chad residente in Svizzera, Michelot Ygogombaye, il quale denunciava la violazione della Carta da parte del Senegal per il fatto di apprestarsi a giudicare per crimini di guerra e contro l'umanità l'ex presidente chadiano Hissen Habré, nonostante quest'ultimo goda dello status di rifugiato in Senegal e nonostante la sua incriminazione sia fondata su una legge di modifica della costituzione con un effetto retroattivo.

il 23 luglio 2008, il parlamento senegalese, anche su pressione dell'Unione Africana interessata a trovare una soluzione al caso Habré, ha approvato il nuovo testo dell'art. 9 della costituzione nazionale che ora dispone: "Toute atteinte aux libertés et toute entrave volontaire à l’exercice d’une liberté sont punies par la loi. 2. Nul ne peut être condamné si ce n’est en vertu la rentrée en vigueur avant l’acte commis. 3. Toutefois, les dispositions de l’alinéa précédent ne s’opposent pas à la poursuite, au jugement et à la condamnation de tout individu en raison d’actes ou omission qui, au moment où ils ont été commis, étaient tenus pour criminels d’après les règles du droit international relatives aux faits de génocide, crimes contre l’humanité, crime de guerres. 4. La défense est un droit absolu dans tous les Etats et à tous les degrés de la procédure."

La Corte ha accertato che il Senegal, parte al Protocollo, non ha tuttavia fatto la dichiarazione di accettazione della competenza della Corte a ricevere casi che lo riguardano portati da individui. Si veda il testo della decisione Michelot Yogogombaye v the Republic of Senegal.

Aggiornato il

17/12/2009