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30/11/2019
Dipinto su tessuto per una mostra all'interno della sede centrale dell'UNESCO, Parigi, in occasione della Giornata internazionale per l'abolizione della schiavitù.
© UNESCO/Michel Ravassard

Nazioni Unite: 2 dicembre 2019 giornata internazionale per l'abolizione della schiavitù

Il 2 dicembre si celebra la Giornata internazionale per l’abolizione della schiavitù, istituita dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite con risoluzione A/RES/317(IV) del 2 dicembre 1949 per ricordare l'approvazione della Convenzione sulla soppressione del traffico di persone e lo sfruttamento della prostituzione altrui. 

La schiavitù non è semplicemente una questione relegata al passato, ma una realtà tristemente attuale. Lo scopo della giornata è sradicare tutte le forme di schiavitù moderna che includono molte pratiche come il lavoro forzato, il lavoro minorile, il reclutamento forzato di bambini nei conflitti armati, la servitù per debiti, il matrimonio forzato e ogni tipo di tratta di esseri umani. La schiavitù implica delle situazioni di sfruttamento che la persona non può rifiutare o abbandonare a causa di minacce, violenza, vincoli o abuso di potere. Inoltre, più di 150 milioni di bambini sono costretti a lavorare, cifra che rappresenta più di 1 bambino su 10 nel mondo.
Secondo l'Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL) ci sono più di 40 milioni di vittime da lavoro forzato nel mondo. Nel 2016, 40,3 milioni di persone sono state vittime della schiavitù moderna, delle quali 24,9 milioni da lavoro forzato e 15,4 milioni da matrimonio forzato, ciò significa che ci sono 5,4 milioni di vittime della schiavitù moderna su un migliaio di persone nel mondo. 1 su 4 delle vittime della schiavitù moderna sono minori. Sui 24,9 milioni di lavoratori forzati nel mondo, 16 milioni sono occupati nel settore privato, in ambito domestico, edile o agricolo; 4,8 milioni sono vittime di sfruttamento sessuale e 4 milioni sono costretti a lavori forzati imposti dalle autorità pubbliche. Le donne e le ragazze sono colpite in modo sproporzionato dal lavoro forzato, infatti rappresentano il 99% delle vittime nell'industria del sesso e il 58% in altri settori.

L'OIL ha adottato un nuovo protocollo giuridicamente vincolante, entrato in vigore nel novembre 2016., volto a rafforzare gli sforzi globali per eliminare il lavoro forzato. La campagna "50 for Freedom" si propone di persuadere almeno 50 paesi a ratificare il protocollo entro la fine del 2019.