diritti umani

Nazioni Unite – L’Italia sarà sottoposta all’esame periodico universale del Consiglio diritti umani Ginevra, 9 febbraio 2010

Martin Uhomoibhi, Presidente del Consiglio Diritti Umani, dà il via ai lavori dell'undicesima sessione, 2009.
© UN Photo

Dall’8 al 19 febbraio 2010 si svolgerà, a Ginevra, la Settima sessione del Meccanismo di esame periodico universale (Universal Peer Review - UPR) del Consiglio diritti umani delle Nazioni Unite.

Nel corso della sessione, verranno analizzati i rapporti di sedici Paesi membri dell'Organizzazione, appartenenti a diverse aree geografiche: Angola, Egitto, Madagascar, Gambia, Qatar, Fiji, Iran, Iraq, Kazakhstan, Bolivia, Nicaragua, El Salvador, Italia, San Marino, Slovenia, Bosnia Erzegovina (per conoscere il timetable della Settima sessione, cfr. documentazione allegata).

Il meccanismo di UPR ha lo scopo di valutare la situazione dei diritti umani in tutti i Paesi membri delle Nazioni Unite in un periodo di 4 anni. La fine del primo ciclo di revisione è previsto per il 2011, quando saranno esaminati i rapporti di tutti i 192 Paesi membri delle Nazioni Unite.
Il gruppo di lavoro sulla UPR, che è composto dai 47 membri del Consiglio, tiene 3 sessioni all'anno; formula rapporti che sintetizzano le discussioni avvenute in sede di revisione, assieme alle raccomandazioni e gli impegni volontari presi dai Paesi esaminati in ciascuna sessione. L’esame di ciascun Paese è facilitato da un gruppo di 3 Stati, la c.d. troika, che agiscono da relatori. Ulteriori dettagli sullo svolgimento del meccanismo di UPR sono illustrati nella documentazione allegata.

Per quel che riguarda l’Italia, al momento è possibile consultare il rapporto preparato dal Governo italiano, in esso vengono affrontate, tra le altre, le seguenti aree tematiche (cfr. documentazione allegata):

  1. Contesto normativo e istituzionale (il rispetto dei diritti umani nel quadro costituzionale, nelle leggi ordinarie e nel sistema giudiziario, nonché in relazione alle attività dei poteri legislativo, esecutivo e giudiziario);
  2. Specifici diritti umani (diritti civili e politici, asilo e immigrazione, traffico di esseri umani, politiche di integrazione, dialogo con le comunità religiose, protezione da ogni forma di tortura, lotta alla xenofobia, diritti delle minoranze Rom e Sinti, uguaglianza di genere e violenza contro le donne, diritti umani nella lotta al terrorismo, diritti economici, sociali e culturali);
  3. Risultati e buone pratiche (dialogo e cooperazione con la società civile; educazione e formazione ai diritti umani; responsabilità dei pubblici ufficiali; cooperazione internazionale allo sviluppo);
  4. Priorità nazionali (politiche contro la discriminazione e per l’integrazione dei migranti in Italia, promozione dei diritti delle persone con disabilità).

E’ possibile consultare, inoltre, anche la compilazione dei rapporti dei Comitati ad hoc e delle Agenzie specializzate delle Nazioni Unite, nonché i rapporti preparati dalle seguenti ONG, (questi ultimi, all’indirizzo www.ohchr.org/EN/HRBodies/UPR/Pages/UPRITStakeholdersInfoS7.aspx):

  • AI - Amnesty International 
  • CPPDDU - Comitato per la Promozione e la Protezione dei Diritti Umani
  • ERRC - European Roma Rights Centre
  • FI - Franciscans International
  • GIEACPC - Global Initiative to End All Corporal Punishment of Children
  • HRW - Human Rights Watch
  • ICJ - International Commission of Jurists 
  • IOC - Index on Censorship
  • J1 - Joint Submission by ArciGay, Ilga Europe, Crisalide et al.
  • UFTDU - Unione Forense per la Tutela dei Diritti dell'Uomo

Le modalità di partecipazione delle ONG sono illustrate nella documentazione allegata.

Il gruppo di 3 stati che costituiscono la troika per l’Italia è rappresentato da Slovacchia, Argentina e Ghana (cfr. documentazione allegata).

Nel corso della sessione verranno fornite ulteriori informazioni in merito al dibattito relativo all’analisi del rapporto presentato dall’Italia.

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