Comitato Europeo dei Diritti Sociali: i reclami collettivi contro l'Italia nel 2024

Nel gennaio 2024, il Comitato Europeo dei Diritti Sociali ha ricevuto due reclami collettivi da due organizzazioni italiane.
Il 2 gennaio la Confederazione Unitaria di Base (CUB) - Organizzazione per la Tutela dei Lavoratori ha registrato il reclamo n. 234/2024 relativo all'Articolo 1 (diritto al lavoro), Articolo 4 (diritto a un'equa remunerazione), Articolo 12 (diritto alla sicurezza sociale) e Articolo 30 (diritto alla protezione contro la povertà e l'esclusione sociale) della Carta Sociale Europea riveduta. L'organizzazione sostiene che l'Italia abbia violato le disposizioni della Carta non prevedendo alcuna forma di reddito di base universale o livello legale di salario minimo. Nel Paese permangono un elevato tasso di povertà e di esclusione sociale, così come la crescente percentuale di lavoratori che percepiscono retribuzioni al di sotto della soglia di povertà.
Il secondo reclamo contro l'Italia, n. 236/2024, è stato registrato il 12 gennaio dal Sindacato Italiano Lavoratori (S.I.Lav). Il caso riguarda gli Articoli 1.1 e 2 (diritto al lavoro), Articoli 4.1 e 4 (diritto a un'equa remunerazione) e l’Articolo 6.4 (diritto alla contrattazione collettiva) della Carta riveduta. Le accuse principali del sindacato ricorrente sono rivolte al Ministero dell'Istruzione, che applica una differenza di trattamento ai lavoratori dell'istruzione. Le differenze nell'avanzamento di carriera, nei termini di retribuzione e anzianità tra gli insegnanti che avevano precedentemente lavorato nelle scuole pubbliche e quelli che avevano lavorato nelle scuole private con la stessa esperienza e qualifica professionale, violano le suddette disposizioni della Carta.