Dati statistici sui casi riguardanti l'Italia trattati dalla Corte europea dei diritti dell'uomo nel 2024

I dati statistici forniti dalla Corte europea dei diritti dell’uomo, aggiornati all'intero anno 2024, indicano che il numero di ricorsi pendenti contro l’Italia ammonta a 2.150, pari a circa il 3,6% del totale. Situazioni peggiori si registrano in Romania, con 3.850 ricorsi pendenti (6,5% del totale), in Ucraina (7.700, 12,7%), nella Federazione Russa (8.150, 13,5%) e in Turchia (21.600, 35,8%). Negli ultimi due anni, il numero di ricorsi pendenti davanti alle formazioni giudiziarie della Corte è diminuito costantemente su base annua: erano 74.650 nel 2022, 68.450 nel 2023 e 60.350 nel 2024.
Nel 2024, la Corte ha ricevuto 1.751 ricorsi individuali validi nei confronti dell’Italia, che denunciavano presunte violazioni dei diritti sanciti dalla CEDU (erano 1.957 nel 2023, 1.931 nel 2022 e 1.610 nel 2021).
Nello stesso periodo, sono stati dichiarati irricevibili o cancellati dal ruolo 1.929 ricorsi (2.549 nel 2023); sono state presentate 130 dichiarazioni unilaterali (247 nel 2023); e si sono conclusi 66 accordi amichevoli (164 nel 2023). L’Italia ha ricevuto 58 sentenze, in 51 delle quali la Corte ha riscontrato almeno una violazione della Convenzione. In totale, le violazioni accertate riguardano: 22 casi relativi alla tutela della proprietà ai sensi dell’articolo 1 del Protocollo n. 1 della CEDU; 20 casi di mancata esecuzione da parte del Governo italiano; 9 relativi al diritto a un equo processo ai sensi dell’articolo 6 CEDU; quattro casi di trattamenti inumani o degradanti ai sensi dell’articolo 3 CEDU; quattro relativi alla durata eccessiva dei procedimenti ai sensi dell’articolo 6 CEDU; tre riguardanti il diritto al rispetto della vita privata e familiare ai sensi dell’articolo 8 CEDU; tre relativi al diritto a un ricorso effettivo ai sensi dell’articolo 13 CEDU; due riguardanti il diritto alla libertà e sicurezza ai sensi dell’articolo 5 CEDU; un caso per mancata indagine effettiva ai sensi dell’articolo 2 CEDU; e un ulteriore caso relativo ad altri articoli della Convenzione.
Nel 2024 sono state rivolte all’Italia 69 richieste di misure provvisorie ai sensi dell’articolo 39 del Regolamento della Corte. Di queste, 48 sono state considerate fuori ambito; delle restanti 21, solo tre sono state accolte dalla Corte, mentre 18 sono state rigettate (erano rispettivamente 9 e 16 nel 2023 e 5 e 22 nel 2022).
In generale, nel 2024 la Corte ha ridotto significativamente l’arretrato, anche attraverso una strategia di prioritarizzazione mirata. I casi pendenti prioritari sono diminuiti del 34%, attestandosi a 13.373, mentre i casi risolti sono aumentati del 33%, arrivando a 9.151. Le sentenze emesse sono aumentate del 60%, raggiungendo quota 8.115, tra cui 5.300 contro la Russia. La Corte ha inoltre semplificato le procedure, riducendo del 70% le comunicazioni ai governi e del 43% le decisioni di irricevibilità. Questo approccio mirato dimostra una gestione efficace dei casi, pur mantenendo il rigore giuridico nella tutela dei diritti umani.