Sentenza storica del Tribunale di Vicenza: riconosciuto il legame tra PFAS e morte sul lavoro

Una sentenza storica è stata pronunciata dal Tribunale di Vicenza: per la prima volta, è stato riconosciuto il nesso causale tra la morte di un lavoratore e la sua esposizione ai PFAS.
Dall’inglese Per- and Poly-Fluoroalkyl Substances, i PFAS costituiscono una vasta famiglia di composti chimici utilizzati per rendere numerosi materiali resistenti all’acqua, ai grassi e alle alte temperature. Conosciuti anche come forever chemicals – “sostanze chimiche eterne” – per la loro estrema persistenza nell’ambiente e nell’organismo, includono sostanze come l’acido perfluoroottanoico (PFOA), ritenuto cancerogeno, e l’acido perfluoroottansolfonico (PFOS), potenzialmente cancerogeno. Gli effetti negativi derivanti dall’esposizione a queste sostanze sono molteplici e possono risultare anche letali.
Il Tribunale si è espresso a favore della famiglia di Pasqualino Zenere, ex dipendente della Miteni di Trissino – società chimica italiana – dal 1978 al 1992, la quale aveva intentato causa contro l’Inail. Zenere è deceduto nel 2014 a causa di un tumore alla pelvi renale, malattia riconosciuta come diretta conseguenza dell’esposizione prolungata a PFOA e PFOS durante l’orario di lavoro.
La vicenda di Zenere apre ora uno spiraglio per tutti coloro che, come lui, sono stati esposti ai PFAS. Tuttavia, la contaminazione da PFAS è un rischio non solo per i lavoratori, ma per l’intera popolazione esposta a tali sostanze, oltre che per l’ambiente naturale. La carenza di una regolamentazione rigorosa nei processi industriali ha permesso a queste sostanze di diffondersi con facilità nell’ambiente, contaminando suoli e falde acquifere, sottolineando l’urgenza di un’effettiva giustizia ambientale.
Nonostante il Consiglio dei Ministri, in data 13 Marzo 2025, abbia approvato un Decreto Legislativo (da sottoporre al Senato) volto a ridurre i livelli consentiti di PFAS nelle acque potabili e a introdurre limiti per il TFA, tali misure risultano ancora insufficienti, in quanto, l’unico livello realmente sicuro per l’utilizzo dei PFAS è pari a zero.
Alla luce dell’Articolo 1 della Costituzione, che definisce l’Italia una Repubblica fondata sul lavoro, non è più accettabile tollerare le cosiddette “morti bianche”. Urge quindi la necessità di garantire la piena tutela del diritto al lavoro in condizioni di sicurezza e salute.