Porre fine agli abusi e allo sfruttamento sessuale dei minori in Italia: una prospettiva sui diritti umani attraverso la Convenzione di Lanzarote

Sommario
- Attuazione della Convenzione di Lanzarote
- Portata del fenomeno e segnalazione
- Gruppi vulnerabili
- Abusi online e rischi digitali
- Piano d’azione nazionale e misure di prevenzione
- Quadro giuridico
- Partecipazione dei minori e dei sopravvissuti
- Coordinamento e cooperazione
- Conclusione
Il presente rapporto sull’Italia è stato redatto da ECPAT International in collaborazione con il Consiglio d’Europa, nell’ambito di un’iniziativa più ampia volta a valutare come gli Stati membri rispettino i propri obblighi ai sensi della Convenzione di Lanzarote. Il rapporto analizza misure legislative e politiche, strutture istituzionali, strategie di prevenzione e supporto ai minori vulnerabili, offrendo una panoramica dei progressi compiuti e delle sfide ancora aperte.
L’Italia ha compiuto importanti passi avanti nel rafforzare la propria risposta legale e politica contro gli abusi e lo sfruttamento sessuale dei minori, in particolare allineandosi alla Convenzione di Lanzarote. Queste riforme hanno contribuito a rafforzare la prevenzione, la protezione e l’accesso alla giustizia. Tuttavia, permangono lacune significative. I bambini migranti e rom, così come i ragazzi, continuano ad affrontare rischi elevati, spesso senza il sostegno necessario. Gli abusi online sono in aumento, molti casi non vengono ancora denunciati e i minori sono raramente coinvolti nell’elaborazione delle politiche che li riguardano. Nonostante i progressi compiuti, sono necessari interventi più inclusivi e coordinati per garantire una protezione effettiva per tutti i bambini in Italia.
Gli abusi e lo sfruttamento sessuale dei minori rimangono gravi e spesso nascosti violazioni dei diritti dei bambini in Italia. Questi reati causano danni duraturi e sono spesso commessi in contesti privati o da persone di fiducia, rendendo difficile la loro rilevazione o denuncia. Le crescenti preoccupazioni legate alla tratta, agli abusi in ambito istituzionale e allo sfruttamento online hanno evidenziato l’urgenza di risposte più forti e coordinate. In quanto Stato membro del Consiglio d’Europa, l’Italia ha riconosciuto tale urgenza e ha adottato misure per allineare il proprio quadro normativo e politico agli standard internazionali.
Attuazione della Convenzione di Lanzarote
L’Italia ha compiuto progressi significativi nel contrastare gli abusi e lo sfruttamento sessuale dei minori, soprattutto dopo la ratifica della Convenzione di Lanzarote nel 2013. Questo trattato, adottato dal Consiglio d’Europa, obbliga gli Stati a criminalizzare tutte le forme di violenza sessuale contro i minori e a sviluppare strategie coordinate di prevenzione, protezione e azione penale.
In linea con questi impegni, l’Italia ha introdotto riforme legislative, rafforzato i quadri istituzionali e adottato piani nazionali volti a tutelare i minori. La definizione giuridica dei reati è stata ampliata, le pene sono state inasprite per i reati commessi da persone in posizione di fiducia, e sono state introdotte misure per affrontare l’adescamento, la pornografia infantile e gli abusi facilitati dai viaggi o dalla tecnologia.
Portata del fenomeno e segnalazione
Nonostante questi progressi, la diffusione degli abusi sessuali sui minori in Italia resta preoccupante. Nel 2021 sono stati ufficialmente registrati dal Ministero dell’Interno 2.285 reati contro minori, tra cui 681 casi di violenza sessuale, 624 di adescamento, 589 di violenza sessuale aggravata e 391 atti sessuali con minori.
I dati raccolti dalle linee di assistenza per l’infanzia offrono un’importante panoramica sulla natura degli abusi. Nel 2022, la linea 1.96.96, gestita da Telefono Azzurro, ha registrato 46 episodi di abuso in presenza, che hanno coinvolto 54 bambini. Di questi, il 73% erano femmine e il 20% aveva meno di dieci anni, indipendentemente dal genere. In quasi il 40% dei casi segnalati, il presunto autore era un genitore o un tutore, evidenziando il rischio presente nell’ambiente familiare.
Anche gli abusi sessuali online sono in aumento. Nello stesso anno, la linea di emergenza ha ricevuto 64 segnalazioni relative allo sfruttamento online. Nel 90% dei casi, le vittime erano minori.
I bambini sono particolarmente vulnerabili agli abusi commessi da persone che conoscono e di cui si fidano. Gli abusi avvengono spesso in casa, rendendo difficile per i minori denunciare o chiedere aiuto. Questo dato è coerente con le evidenze a livello globale che indicano come la maggior parte degli abusi avvenga all’interno del cosiddetto “cerchio di fiducia”.
Gruppi vulnerabili
Accanto a queste tendenze generali, vi sono gruppi di minori esposti a rischi ancora maggiori. I minori migranti non accompagnati e separati rappresentano una parte significativa dei bambini a rischio. Solo nel 2023, oltre 17.000 minori non accompagnati sono arrivati in Italia via mare, e più di 3.000 risultavano scomparsi dai centri di accoglienza già nel 2020. Questi bambini sono particolarmente esposti alla tratta e allo sfruttamento, anche a fini sessuali, sia durante il viaggio che nel Paese di destinazione. Le ragazze provenienti dall’Africa occidentale e dall’Europa orientale, in particolare da Nigeria, Costa d’Avorio e Romania, sono spesso identificate tra le vittime.
Anche i bambini appartenenti a comunità emarginate, comprese le comunità rom, affrontano una vulnerabilità maggiore a causa di discriminazioni strutturali, povertà e accesso limitato all’istruzione e ai servizi. Fattori come matrimoni precoci o forzati, segregazione e condizioni abitative precarie aumentano ulteriormente il rischio di sfruttamento. Sebbene i bambini rom non siano chiaramente rappresentati nei dati nazionali, il loro maggiore rischio di abuso e la mancanza di misure di protezione mirate sono stati regolarmente segnalati da organizzazioni della società civile e organismi internazionali.
Anche i ragazzi rappresentano un gruppo spesso sottorappresentato nelle risposte nazionali. Sebbene la maggior parte delle vittime segnalate siano femmine, i servizi di protezione dell’infanzia indicano che anche i maschi, compresi i ragazzi migranti, sono sempre più colpiti da abusi e sfruttamento sessuale. Tra il 2018 e il 2020, il numero di ragazzi che ha chiesto supporto alla linea 114 è salito da 668 a 887. Molti di questi casi riguardavano violenze, incluso abuso sessuale, nel contesto migratorio o in strutture residenziali.
Abusi online e rischi digitali
La tecnologia digitale ha trasformato profondamente la natura dello sfruttamento sessuale dei minori in Italia, e lo spazio online è diventato un’area di forte preoccupazione. Quasi tutti gli adolescenti tra i 15 e i 17 anni dichiarano di usare Internet quotidianamente, esponendosi a rischi come adescamento, sextortion e diffusione non consensuale di immagini intime.
Nel 2022, la Polizia Postale ha indagato su 4.542 casi di abuso e sfruttamento sessuale online, con 149 persone arrestate. Oltre 2.700 siti web sono stati individuati per la presenza di contenuti illeciti. Sono inoltre in aumento i casi legati alla produzione e diffusione di materiale sessuale auto-generato da minori, che spesso non sono preparati ad affrontare le conseguenze psicologiche dell’abuso digitale. In un singolo caso, sono stati trovati oltre un milione di file di materiale pedopornografico in possesso di un individuo.
Piano d’azione nazionale e misure di prevenzione
Per affrontare questi rischi, l’Italia ha adottato un Piano nazionale per la prevenzione e il contrasto dell’abuso e dello sfruttamento sessuale dei minori (2022–2023), che prevede misure di educazione, sensibilizzazione e formazione professionale. Il piano sostiene inoltre il lavoro di istituzioni come l’Osservatorio nazionale per l’infanzia e l’adolescenza.
Tuttavia, persistono lacune nell’attuazione e nella valutazione delle strategie. Ad esempio, solo il 59% degli operatori turistici italiani rispetta l’obbligo legale di includere avvisi sulla prevenzione dello sfruttamento sessuale dei minori, e i meccanismi di segnalazione non sono sempre accessibili in più lingue o disponibili 24 ore su 24.
Quadro giuridico
Il quadro giuridico italiano è stato notevolmente rafforzato negli ultimi anni. Il codice penale prevede reati specifici relativi alla violenza sessuale contro i minori, come gli atti sessuali con minori, i reati aggravati dall’età della vittima e la corruzione di minori. Le pene sono più severe se il reato è commesso da persone in posizione di autorità o fiducia. La legge punisce anche la pornografia minorile, l’adescamento online e gli abusi commessi in ambito familiare o in strutture di accoglienza. È importante notare che il termine di prescrizione è stato esteso e decorre solo dal compimento del diciottesimo anno di età del minore, offrendo più tempo alle vittime per denunciare.
Ulteriori misure riguardano lo sfruttamento nei viaggi e nel turismo, sebbene l’applicazione resti limitata. Gli operatori turistici sono tenuti per legge a includere messaggi di prevenzione nei propri materiali, ma l’attuazione è incoerente. È attivo un registro nazionale degli autori di reati, e i professionisti che lavorano con i minori devono sottoporsi a controlli sui loro precedenti penali. Le vittime hanno diritto a chiedere un risarcimento e l’assistenza legale è garantita senza limiti di reddito nei procedimenti penali relativi ad abusi sessuali sui minori.
Partecipazione dei minori e dei sopravvissuti
La partecipazione dei minori nella definizione delle misure di protezione rimane limitata. Sebbene si siano tenute consultazioni durante l’elaborazione di alcuni piani nazionali, il coinvolgimento è spesso solo simbolico. Il Comitato di Lanzarote, che monitora l’attuazione della Convenzione tra gli Stati membri, ha più volte richiamato l’attenzione sulla necessità di un coinvolgimento significativo dei bambini e dei sopravvissuti. Le loro esperienze sono fondamentali per progettare risposte più efficaci e incentrate sulle vittime.
Coordinamento e cooperazione
Il coordinamento e la cooperazione rappresentano un elemento chiave della risposta italiana alla protezione dei minori. Sono coinvolti attori a livello nazionale, regionale e locale, tra cui ministeri, autorità indipendenti e organizzazioni della società civile. Il Dipartimento per le politiche della famiglia guida il coordinamento interistituzionale attraverso l’Osservatorio nazionale per l’infanzia e l’adolescenza.
Il coordinamento specialistico è affidato all’Osservatorio per il contrasto della pedofilia e della pornografia minorile, che supporta la raccolta di dati, la ricerca e lo sviluppo di strategie. Un Tavolo permanente per il contrasto dell’abuso e dello sfruttamento sessuale dei minori promuove il dialogo e l’attuazione dei piani nazionali.
La società civile svolge un ruolo cruciale nella prevenzione e nel supporto alle vittime, sebbene il coordinamento a livello locale resti disomogeneo. Alcune regioni non dispongono delle risorse o delle capacità necessarie per attuare pienamente le misure nazionali. A livello internazionale, l’Italia collabora con il Consiglio d’Europa e Interpol, ma sono necessari ulteriori sforzi per migliorare il monitoraggio, la condivisione dei dati e il coordinamento transfrontaliero.
Conclusione
L’Italia ha compiuto passi importanti per attuare la Convenzione di Lanzarote e migliorare il proprio sistema di protezione dell’infanzia. Tuttavia, persistono sfide strutturali. Gli abusi in ambito familiare e istituzionale, i rischi crescenti legati al mondo digitale e l’insufficiente tutela di bambini migranti, rom e maschi richiedono interventi duraturi e inclusivi. Un’applicazione più rigorosa della legge, una raccolta dati più efficace, servizi accessibili e politiche fondate sull’esperienza dei sopravvissuti sono essenziali per garantire che ogni bambino in Italia possa vivere libero dalla violenza sessuale. Non si tratta solo di un adempimento legale, ma di un dovere fondamentale in materia di diritti umani.