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16/9/2012
Facciata di Palazzo Madama, Italian Senate
© Senato della Repubblica

Commissione Giustizia del Senato: via libera al disegno di legge per l’introduzione del reato di tortura nel codice penale italiano

Il 12 settembre 2012 la Commissione “Giustizia” del Senato della Repubblica ha concluso l’iter di approvazione del disegno di legge relativo all’introduzione del reato di tortura nel codice penale italiano. La proposta di legge, testo unificato che assorbe i ddl nn. 256, 264, 374, 1237, 1596, 1884 e 3267, passa ora al vaglio dell’Assemblea dei Senatori.

A conclusione della seduta della Commissione, Pietro Marcenaro, Presidente della Commissione Diritti Umani del Senato e firmatario di uno dei disegni di legge (n. 3267) volto ad introdurre il reato di tortura nell'ordinamento giuridico italiano, si è detto molto soddisfatto per l’approvazione all'unanimità in Commissione Giustizia del Senato della proposta di legge unificata. “Il rifiuto finora opposto ad inserire nel Codice penale italiano il reato di tortura come previsto dalla Convenzione delle Nazioni Unite del 1984, che pure  l'Italia aveva sottoscritto e ratificato, ha impedito di perseguire e punire i responsabili di atti gravissimi”, ha affermato il Senatore.

Sempre secondo Marcenaro, “Si tratta di un provvedimento che i membri della Commissione  Diritti Umani di tutti i gruppi politici hanno da sempre ritenuto di grande importanza convenendo all'unanimità sull'introduzione di questo reato nel codice penale e promuovendo l'iter di approvazione della legge. Mi auguro quindi che possa essere approvato dal Parlamento entro questo scorcio di legislatura”.

Sempre in connessione al tema della tortura, accanto all’iter di approvazione del disegno di legge per l’introduzione della relativa fattispecie criminale nell’ordinamento italiano, il Senato italiano è impegnato anche nel processo di adozione del disegno di legge recante disposizioni per la ratifica e l’esecuzione del Protocollo opzionale alla Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura e altri trattamenti o pene crudeli, inumani o degradanti (S. 3354).