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22/4/2014
Una panoramica dell'aula vuota della Corte Penale Internazionale a L'Aia
© ICC/CPI

Corte penale internazionale: l’Ucraina accetta la giurisdizione della Corte sui presunti crimini commessi nel Paese tra il 21 novembre 2013 e il 22 febbraio 2014

E’ stata depositata il 17 aprile scorso presso la Cancelleria della Corte penale internazionale (CPI) la dichiarazione del Governo ucraino volta ad accettare la giurisdizione della Corte rispetto ai presunti crimini commessi nel Paese nel periodo compreso tra il 21 novembre 2013 e il 22 febbraio 2014.

La dichiarazione è stata depositata ai sensi dell’art. 12(3) dello Statuto di Roma, disposizione che permette ad uno Stato non parte allo Statuto, quale l’Ucraina, di accettare la giurisdizione della Corte penale internazionale per presunti crimini commessi sul proprio territorio o ad opera di propri cittadini.

La dichiarazione del Governo di Kiev è stata quindi inoltrata all’Ufficio del Procuratore per le necessarie valutazioni. Nonostante la formale accettazione della giurisdizione della CPI da parte dell’Ucraina, infatti, spetta al Procuratore decidere se procedere o meno. In particolare, solamente qualora le informazioni ricevute lo convincano che vi sono basi ragionevoli per giustificare l’avvio di un’indagine, il Procuratore potrà presentare ad una Camera preliminare una richiesta di autorizzazione in tal senso.

Dal momento in cui l’Ucraina ha dichiarato di accettare la giurisdizione della CPI, essa è vincolata dalla disposizioni dello Statuto di Roma in materia di cooperazione e assistenza giudiziaria.

Ad oggi sono 8 le situazioni all’esame della Corte penale internazionale: Kenya e Costa d’Avorio (indagini proprio motu del Procuratore); Uganda, Repubblica Democratica del Congo, Repubblica Centrafricana e Mali (self-referral); Sudan e Libia (deferimento del Consiglio di Sicurezza).