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26/8/2021

Nazioni Unite: l'Alto Commissario per i diritti umani ricorda le persone che hanno perso la vita per difendere i diritti umani

L'Alto Commissario ONU per i diritti umani, Michelle Bachelet, ha rilasciato una dichiarazione in occasione della Giornata Mondiale Umanitaria del 19 agosto, ricordando tutte le persone che lavorando per le Nazioni Unite hanno perso la vita al servizio dei diritti umani.
Ha ricordato le 22 persone rimaste uccise il 19 agosto 2003, tra cui si ricorda il diplomatico Sérgio Vieira de Mello, nell’ambito dell’'attacco terroristico al quartiere generale delle Nazioni Unite a Baghdad, evento in seguito al quale è stata istituita questa giornata, e poi ancora le 5 persone uccise in un attacco in Rwanda nel 2011. Nel 2010, due persone morirono a causa del terremoto che colpì Haiti, ed altre due persone furono uccise in Afghanistan nel 2011 e nel 2015. L'Alto Commissario ricorda inoltre che molte altre persone, difensori e difensore dei diritti umani, sono state uccise mentre lavoravano per fare del mondo un posto migliore.
Michelle Bachelet ricorda infine la missione delle Nazioni Unite di salvare vite, abbattendo le mura dell'odio e della violenza, per creare società migliori e più giuste, e quando tragedie come queste avvengono, ci si supporta a vicenda per superarle insieme.

Ogni anno la Giornata Mondiale Umanitaria presenta un tema specifico: quest’anno si pone l’attenzione sul costo umano della crisi climatica, al fine di fare pressione sui leader mondiali affinché intraprendano azioni rilevanti ed efficaci anche in difesa delle popolazioni più vulnerabili.

L’Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari umanitari (OCHA) coordina l’intervento delle agenzie ONU durante le crisi umanitarie; tali agenzie sono: il Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo (UNDP), il Programma Alimentare Mondiale (WFP), l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO), l’Agenzia ONU per i rifugiati (UNHCR), il Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia (UNICEF), l’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei rifugiati palestinesi nel Vicino Oriente (UNRWA), e l’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO). A seconda della specifica missione di ciascuna di queste agenzie, il personale umanitario lavora in diverse aree del mondo le cui popolazioni necessitano di aiuti di carattere economico, sociale, culturale ed umanitario di diverso tipo. Ad oggi le missioni con più perdite umane sono avvenute nell’ambito della Forza di Interposizione in Libano delle Nazioni Unite (UNIFIL), dell’operazione Unione Africana-Nazioni Unite nel Darfur (UNAMID), e nella Missione delle Nazioni Unite in Mali (MINUSMA), tra le altre.

Per dare alcune cifre, nel corso del 2020, 475 persone del personale umanitario sono state oggetto di attacchi, di queste ne sono morte 108, 242 sono state ferite e 125 sono state rapite. Nella regione del Tigray, in Etiopia, sono aumentati gli attacchi contro il personale umanitario nel 2020, e la situazione è andata peggiorando nel corso di quest’anno. Altri Paesi in cui vi è un forte tasso di violenza contro il personale umanitario sono il Sud Sudan, la Siria e la Repubblica Democratica del Congo; in altri Paesi come in Mali e nella Repubblica Centrafricana, gli attacchi sono più che raddoppiati a partire dal 2018.

La Giornata Mondiale Umanitaria, o dell'aiuto umanitario, (World Humanitarian Day), ricade annualmente il 19 agosto e fu istituita dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 2008 in risposta all'attacco terroristico avvenuto nel 2003 a Baghdad. Lo scopo è quello di promuovere la sicurezza delle persone impegnate in attività di aiuto umanitario e delle popolazioni che necessitano di tale aiuto.