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Sulla base dell'Appello"Ogni uomo ha il diritto a vivere nella pace! Ogni uomo deve avere la possibilità di impegnarsi per la pace!”, indirizzato al Consiglio Diritti Umani delle Nazioni Unite, al Governo italiano e all’Unione Europea e promosso da FOCSIV in collaborazione con Centro Nazionale del Volontariato, Forum Terzo Settore, Rete della Pace, Centro di Ateneo per i Diritti Umani dell'Università di Padova, Cattedra Unesco Diritti umani, democrazia e pace dell’Università di Padova, AOI, LINK 2007, Movimento nonviolento, Piattaforma M.O., Rete Italiana per il Disarmo, è stata presentata la seguente Mozione parlamentare sul Diritto alla pace, depositata alla Camera dei Deputati il 6 maggio 2015 a prima firma on. Marcon.
Mozione parlamentare sul Diritto alla pace depositata il 6 maggio 2015 a prima firma on. Marcon.
Premesso che:
– il giorno 18 aprile, durante il Festival nazionale del volontariato a Lucca, è stato promosso un appello per introdurre nella normativa internazionale, europea ed italiana il “diritto alla pace” dalle seguenti organizzazioni ed istituzioni: FOCSIV, Centro Nazionale del Volontariato, Forum Terzo Settore, Centro Diritti Umani di Padova, l'Associazione delle ONG italiane, LINK 2007 , Movimento Nonviolento, Piattaforma Medio Oriente, Rete Italiana per il Disarmo
– in questo appello si afferma che:
“Cento anni fa la prima guerra mondiale, ha lasciato sul campo più di 10 milioni di morti e 20 milioni di feriti, mutilati, invalidi. Le centinaia di guerre che sono venute dopo hanno causato più di duecento milioni di morti, senza contare i cosiddetti “danni collaterali” (milioni e milioni di donne, uomini e bambini uccisi o dilaniati dalla fame e dalle malattie conseguenza delle stesse guerre) e l’immensa quantità di beni e risorse che sono stati distrutti e sottratti allo sviluppo dell’intera umanità.
I recenti episodi di Parigi e della Nigeria, così come la guerra in Siria e in Kurdistan raccontano, insieme a tante altre storie, la realtà di un mondo dove la guerra, i conflitti e la violenza sono ancora di “casa”, un mondo che fa fatica a trovare le strade della pace.
Gli interessi economici fine a se stessi, i fondamentalismi religiosi, il non rispetto dell’altro e della sua diversità, la mancanza di dialogo e di ascolto, le discriminazioni e le ingiustizie, la cultura dello scarto sono alla base delle diverse guerre-conflittiviolenze che attraversano, in modo frammentato,la nostra terra e continuano pesantemente a fare vittime soprattutto tra le donne ed i bambini.
Così come sottolineato da Papa Francesco “Siamo entrati nella Terza guerra mondiale, solo che si combatte a pezzetti, a capitoli".
Dunque occorre lavorare per creare una cultura che fermi il dilagare delle violenze, che identifichi le strade per la concordia, che individui gli strumenti per risanare le ferite, che nel rispetto delle identità e delle diversità, identifichi valori comuni attorno a cui costruire nuovi modelli di società-comunità dove nessuno sia o si senta scartato, emarginato, rifiutato o ingiuriato, occorre lavorare affinché si riconosca il diritto alla pace per ogni persona e per ogni popolo.
Occorre valorizzare l’impegno di tante persone, ed in particolar modo dei volontari internazionali che quotidianamente lavorano per costruire la pace, disarmando le menti, avvicinando le persone, costruendo ponti. Il Volontariato Internazionale organizzato infatti è nato come risposta della società civile alle rovine della guerra ed al bisogno di ricostruire rapporti di fratellanza universale fra le parti in conflitto.
Pertanto è quanto mai opportuno oggi valorizzare e moltiplicare la vocazione del volontariato come strada per la pace, soggetto capace di costruire relazioni di fraternità nel rispetto delle identità e delle diversità, capace di entrare dentro i conflitti con strumenti non armati e nonviolenti, capace di avvicinare i lontani, creando spazi concreti per l’incontro ed il dialogo, costruendo comunità unite e solidali dal livello locale e quello globale. Oggi, più che mai, il volontariato è un promotore di pace.
Consapevoli dell’opportunità storica che il Consiglio Diritti Umani, in coincidenza con il 70° anniversario delle Nazioni Unite, offre alla Comunità internazionale di formalmente inscrivere la pace tra i diritti umani internazionalmente riconosciuti mediante una solenne Dichiarazione sul diritto alla pace.
Convinti che la pace è prerequisito e allo stesso tempo frutto del godimento di tutti i diritti umani.
Sottolineando con forza che il diritto alla pace ha la sua radice nel diritto alla vita. Sottolineando che il rispetto della dignità umana e dei diritti che ad essa ineriscono costituiscono il fondamento della libertà, della giustizia e della pace nel mondo”.
– nell'appello richiamato le organizzazioni promotrici ricordano come l’articolo 4 della Carta delle Nazioni Unite afferma che gli Stati membri devono essere “amanti della pace”;
– le stesse organizzazioni ricordano come l’articolo 28 della Dichiarazione universale afferma che ogni individuo ha diritto a un ordine sociale e internazionale in cui tutti i diritti e le libertà fondamentali possono essere pienamente realizzati,
– la pace è un valore e un processo multidimensionale, comprensivo di aspetti giuridici, politici, sociali ed economici, – va ricordato come l’articolo 1 della Dichiarazione sul “Diritto e la responsabilità degli individui, dei gruppi e degli organi della società di promuovere e proteggere le libertà fondamentali e i diritti umani universalmente riconosciuti” stabilisce: Tutti hanno il diritto, individualmente ed in associazione con altri, di promuovere e lottare per la protezione e la realizzazione dei diritti umani e delle libertà fondamentali a livello nazionale e internazionale”,
– è stato approvato dai Consigli di oltre trecento enti locali un ordine del giorno per l'introduzione del “diritto alla pace” preparato dal Centro di Ateneo per i Diritti Umani e dalla Cattedra UNESCO Diritti Umani, Democrazia e Pace dell’Università di Padova.
Si impegna il governo italiano a:
– sostenere nell'ambito dell'Unione Europea, delle Nazioni Unite e nelle altri sedi internazionali più opportune il riconoscimento del “diritto alla pace”
– adottare “il diritto alla pace” nella normativa italiana come fondamentale diritto della persona e della collettività, dando seguito alla richiesta avanzata dalle deliberazioni di oltre 300 consigli di enti locali a favore del ”diritto alla pace”;
– valorizzare e rafforzare nella normativa italiana e nella politica del nostro paese l’impegno di tanti volontari che, sia in Italia che nel mondo, lavorano per la costruzione e la promozione della pace;
– valorizzare e stabilizzare i nascenti Corpi Civili di Pace, come strumento di intervento nonviolento nei conflitti e costruzione della pace nella cooperazione internazionale.
Firme: Marcon, Patriarca, R. Bueno, Duranti, G. Grassi, Sberna, Bruno Bossio, Pellegrino, Zanin, Fassina, Kronbichler, Beni, Melilla, Scuvera, Fitzgerald Nissoli, Scotto, Paglia, Capone, Zaratti, Nicchi, Airaudo, Piras
11/12/2015