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Foto di gruppo di studenti e volontari in Servizio Civile Nazionale dell'Università di Padova ad Assisi, 18 ottobre 2014.

Dichiarazione “Abbiamo Diritto alla Pace”, Marcia per la Pace Perugia-Assisi, 19 ottobre 2014

Noi, membri dell’unica famiglia umana e dei Popoli delle Nazioni Unite, decisi a salvare le presenti e future generazioni dal flagello della guerra, a riaffermare la fede nei diritti fondamentali della persona e dei popoli, a promuovere lo sviluppo umano ovunque nel mondo in una più ampia libertà dalla paura e dal bisogno,

ABBIAMO DIRITTO ALLA PACE

- perché abbiamo diritto alla vita e amiamo la vita,

- perché la guerra è negazione della vita,

- perché negare la vita è negare il soggetto dei diritti,

- perché tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza,

- perché il rispetto della dignità di tutti i membri della famiglia umana e dei loro diritti, eguali e inalienabili, costituisce il fondamento della libertà, della giustizia e della pace nel mondo,

- perché siamo convinti che la pace è pre-condizione per il godimento di tutti i diritti della persona e dei popoli,

- perché se c’è il diritto ci sono anche gli obblighi e le sanzioni dell’illecito, - perché abbiamo il diritto e la responsabilità, individualmente e in associazione con altri, a promuovere e lottare per la protezione e la realizzazione dei diritti umani e delle libertà fondamentali a livello nazionale e internazionale,

- perché vogliamo che i principi sanciti nella Carta delle Nazioni Unite, in particolare il divieto dell’uso della forza e l’obbligo di risoluzione pacifica delle controversie, siano pienamente rispettati,

- perché vogliamo che gli stati disarmino, riconoscano il diritto all’obiezione di coscienza al servizio militare e alle spese militari, facciano funzionare le Nazioni Unite e le altre legittime istituzioni multilaterali, rendano effettivo il sistema di sicurezza collettiva per la prevenzione dei conflitti violenti, operino per lo sviluppo umano, la sicurezza umana, la salvaguardia del creato,

- perchè vogliamo che si cancelli una volta per tutte il nefasto diritto di fare la guerra (ius ad bellum) e si imponga agli stati l’obbligo di costruire la pace (officium pacis) quale attributo identitario della loro sovranità di servizio,

- perchè vogliamo che la pace sia sottratta all’abbraccio mortale del bellum iustum e che dalla sovranità bellicosa degli stati passi all’area nonviolenta dei diritti e delle libertà fondamentali della persona e dei popoli, - perché vogliamo partecipare alla costruzione di un ordine mondiale più giusto, pacifico, democratico dove operi un efficace governo dell’economia secondo i dettami della giustizia sociale.

Chiediamo pertanto ai rappresentanti degli stati, in particolare al Parlamento e al Governo italiani

  • che si impegnino a che la pace sia riconosciuta, mediante un appropriato strumento giuridico internazionale, quale diritto fondamentale della persona e dei popoli,
  • che coerentemente con questo impegno, la Rappresentanza permanente d’Italia alle Nazioni Unite a Ginevra partecipi attivamente alla stesura della Dichiarazione sul diritto alla pace, in discussione al Consiglio Diritti Umani delle Nazioni Unite, ed esiga che vi sia incluso l’articolo 1 della bozza originaria, che afferma:
  1. “Gli individui e i popoli hanno diritto alla pace. Questo diritto deve essere realizzato senza alcuna distinzione o discriminazione per ragioni di razza, discendenza, origine nazionale, etnica o sociale, colore, genere, orientamento sessuale, età, lingua, religione o credo, opinione politica o altra, condizione economica o ereditaria, diversa funzionalità fisica o mentale, stato civile, nascita o qualsiasi altra condizione.
  2. Gli Stati, individualmente o congiuntamente, o quali membri di organizzazioni multilaterali, sono controparte principale del diritto alla pace.
  3. Il diritto alla pace è universale, indivisibile, interdipendente e interrelato.
  4. Gli Stati sono tenuti per obbligo giuridico a rinunciare all’uso e alla minaccia della forza nelle relazioni internazionali.
  5. Tutti gli Stati, in conformità ai principi della Carta delle Nazioni Unite, devono usare mezzi pacifici per risolvere qualsiasi controversia di cui siano parte.
  6. Tutti gli Stati devono promuovere lo stabilimento, il mantenimento e il rafforzamento della pace internazionale in un sistema internazionale basato sul rispetto dei principi enunciati nella Carta delle Nazioni Unite e sulla promozione di tutti i diritti umani e libertà fondamentali, compresi il diritto allo sviluppo e il diritto dei popoli all’autodeterminazione”.

Chiediamo in particolare che nella auspicata Dichiarazione si tenga conto delle proposte delle organizzazioni di società civile e siano puntualmente specificati gli obblighi giuridici degli stati, a cominciare dal disarmo e dall’obbligo di rafforzare e democratizzare le Nazioni Unite.

Plaudiamo all’impegno profuso da Comuni, Province e Regioni nell’approvare un articolato ordine del giorno per il riconoscimento internazionale del diritto umano alla pace, nella certezza che i nostri Enti di governo locale e regionale, esperti in sussidiarietà e servizi alla persona, renderanno i loro territori esemplari palestre di pace positiva e di cittadinanza democratica inclusiva.