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La Policy del Procuratore per i reati afferenti la sfera sessuale e di genere

L’Ufficio del Procuratore della Corte Penale Internazionale si è dotato di una policy o approccio strategico per i reati connessi al genere o afferenti la sfera sessuale.

L'impegno nel perseguire questi crimini è uno degli obiettivi chiave del Piano strategico dell’Ufficio per il periodo 2012-2015, quindi tale policy intende rimarcare una volta in più l’importanza di far fronte all’impunità che circonda tali crimini.

I reati connessi al genere e quelli afferenti la sfera sessuale rientrano a pieno titolo nella giurisdizione della Corte. Lo Statuto di Roma è il primo strumento internazionale che li declina espressamente in diverse fattispecie (stupro, schiavitù sessuale, prostituzione forzata, gravidanza e la sterilizzazione forzate) rientranti sia nella categoria di crimini contro l’umanità sia in quella di crimini di guerra.

L’ufficio del Procuratore adotta una prospettiva di genere in tutte le sue attività, esaminando come i crimini rientranti nella giurisdizione della Corte siano ricollegabili a situazioni di disparità tra uomo e donna, a relazioni di potere e ad altre dinamiche che condizionano i ruoli di genere in uno specifico contesto.

Il documento riporta dettagliate indicazioni procedurali che il Procuratore intende seguire in tutte le fasi del proprio lavoro: esame preliminare, investigazione e fase processuale. Per esempio, nel momento in cui è chiamato a determinare i capi d’imputazione successivamente ad un'indagine, il Procuratore intende imputare gli indagati anche di reati afferenti la sfera sessuale e basati sul genere ogniqualvolta la base probatoria lo consenta. Tali reati saranno considerati in maniera indipendente, in aggiunta quindi alle accuse legate ad altri comportamenti antigiuridici rientranti nella giurisdizione della giurisdizione della Corte quali l’accusa di stupro come forma di tortura, persecuzione e genocidio. L’Ufficio cercherà quindi di portare delle accuse cumulative in modo da far riflettere sulla durezza e anche sulla multisfaccettatura che caratterizza questi reati.

A dicembre 2014, in un incontro per presentare la nuova policy, la Procuratrice Fatou Bensouda ha sottolineato come “le vittime di questi crimini devastanti non troveranno consolazione nelle nostre parole e promesse, ma bensì in cosa stiamo facendo per affrontarli in termini concreti”.