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27/11/2015
Ragazzi di nazionalità differenti

Italia: presentato disegno di legge per il riconoscimento dello status di apolide

Il 25 novembre 2015 un disegno di legge sul riconoscimento dello status di apolide è stato presentato al Senato dalla  Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani del Senato, dall’UNHCR e dal Consiglio Italiano dei Rifugiati (CIR).

L’apolidia è lo status di colui che “nessuno Stato considera come suo cittadino nell’applicazione della sua legislazione” (articolo 1 della Convenzione sullo status delle persone apolidi del 1954). Ciò costituisce un grave ostacolo nel riconoscimento e godimento dei diritti umani fondamentali da parte delle persone apolidi. Secondo le stime dell’UNHCR circa 10 milioni di persone nel mondo sono attualmente senza alcuna nazionalità, di cui in Italia 900 ufficialmente riconosciuti (la cifra salirebbe a 15 mila secondo i dati dell Comunità Sant'Egidio). Le cause principali di questo status sono i conflitti e leggi discriminatorie sulla cittadinanza sulla base dell'etnia, del genere o della religione. 

L’Italia ha ratificato la Convenzione delle Nazioni Unite sullo status delle persone apolidi del 1954 con la legge n. 306 del 1 febbraio 1962, mentre ha aderito alla Convenzione sulla riduzione dei casi di apolidia del 1961 solamente il 29 settembre 2015, con la legge n. 162.

Nonostante questo, secondo i promotori del disegno di legge, la normativa italiana attuale, che tramite l’articolo 17 del d.p.r. n. 572/93 istituisce una procedura per la certificazione in via amministrativa dello status di apolidia, non garantisce un’adeguata protezione dei diritti degli apolidi. Ostacoli burocratici, assenza di informazione e requisiti troppo restrittivi impediscono agli apolidi di vedersi riconosciute le garanzie sancite dal diritto internazionale.

“L’apolidia fa sentire le persone proprio come se la loro esistenza fosse un crimine” afferma Antonio Guterres, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati. Per questo motivo il 4 novembre è stata lanciata la campagna delle Nazioni Unite “I Belong” che attraverso 10 azioni mira a eliminare l’apolidia entro i prossimi dieci anni.