Nazioni Unite: la Relatrice speciale sulla tortura denuncia la disumanità nei conflitti in corso
Nel mese di ottobre 2025 Alice Jill Edwards, Relatrice Speciale sulla tortura, ha messo in guardia gli Stati membri e osservatori delle Nazioni Unite dalle atrocità e dai casi di tortura che caratterizzano le guerre in corso.
Ha dichiarato: “Ciò che ho visto e sentito dai sopravvissuti nell'ultimo anno è a dir poco scioccante: uomini e donne segnati da scosse elettriche, pestaggi violenti, violenze sessuali e dall'agonia di essere filmati mentre venivano torturati, la loro sofferenza utilizzata come arma di propaganda. Ricordo a tutti gli Stati che anche in tempo di guerra la tortura e altri atti disumani sono proibiti”.
Questa dichiarazione arriva solo due mesi dopo la presentazione all'Assemblea Generale del Rapporto “Tendenze e sviluppi nella lotta globale per porre fine alla tortura” redatto dalla Edwards. In questo rapporto la Edwards ha affermato che c'è una “pericolosa recrudescenza della tortura fisica, psicologica e sessuale, dove la crudeltà è diventata un'arma di controllo e umiliazione”, con violazioni documentate in 15 conflitti armati.
La Relatrice Speciale ha sottolineato gli obblighi degli Stati nei confronti dei propri soldati, sottolineando la necessità di destinare parte dei bilanci all'adozione di strategie chiare per prevenire la tortura attraverso la formazione, il monitoraggio, ecc.
L'esperta ha affermato: “Quando le guerre finiscono, inizia il difficile lavoro della ricostruzione. Nei casi in cui è stata utilizzata la tortura, la ricostruzione richiede più tempo, poiché necessita di una paziente riabilitazione, della verità e della responsabilità. La tortura non è mai una tattica militare legittima, è sempre un crimine”.
Edwards ha inoltre individuato altre 10 tendenze globali che caratterizzano i conflitti odierni: presa di ostaggi, repressione dei dissidenti politici e religiosi, uso di combinazioni sperimentali di farmaci nelle esecuzioni, mutilazioni corporali come punizione penale, ecc.
Ha inoltre messo in guardia dell'uso eccessivo della forza e della cattiva gestione delle armi meno letali che causano morti e feriti gravi durante le proteste.
Edwards ha concluso il suo monito affermando che “la portata delle violazioni non deve sconfiggere la nostra determinazione a sradicare la tortura, anche in questi tempi così difficili”. “L'antidoto alla tortura è la pace, la giustizia e il progresso”.