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10/6/2011
Veduta della Facciata di Palazzo Montecitorio
© Parlamento Italiano

Italia e Corte penale internazionale: approvato alla Camera il testo di legge per l'adeguamento allo Statuto di Roma

Lo scorso 8 giugno la Camera dei Deputati ha approvato il testo unificato concernente le norme di adeguamento dell'ordinamento italiano alle disposizioni dello Statuto istitutivo della Corte penale internazionale (C.1439-A e abb). Il provvedimento, sintesi di alcune proposte di legge di iniziativa parlamentare presentate nel corso del 2008-2009, passa ora all'esame dell'altro ramo del Parlamento, il Senato.

Il testo adottato, tralasciando la parte relativa al diritto penale sostanziale, si limita a considerare gli aspetti procedurali relativi al rapporto tra la giurisdizione italiana e quella della Corte. Esso si occupa infatti di normare solamente la cooperazione giudiziaria e l'esecuzione interna dei provvedimenti del tribunale internazionale.

Nello specifico, il provvedimento disciplina la procedura di consegna alla CPI di persone presenti sul territorio italiano, a seguito di mandato d’arresto ovvero di una sentenza della Corte di condanna a pena detentiva, intervenendo anche in materia di esecuzione delle pene pecuniarie e sulla procedura applicabile nel caso in cui l’Italia sia individuata dalla Corte internazionale come Stato di espiazione di una pena detentiva.

Per l'Italia, l'esigenza di introdurre nell'ordinamento una normativa di adeguamento è divenuta ancora più stringente alla luce dell'aggravarsi della situazione in Libia e dei contestuali mandati di arresto richiesti dal Procuratore Luis Moreno-Ocampo. In assenza delle necessarie disposizioni legislative infatti, la capacità dell'Italia di corrispondere ad eventuali richieste di collaborazione da parte della Corte potrebbe risultare potenzialmente problematica.

Lo Statuto della Corte penale internazionale, approvato a Roma il 17 luglio 1998 ed entrato in vigore il 1 luglio 2002, è stato ratificato da 115 Stati. L'Italia ha provveduto alla ratifica con la legge n. 232 del 1999.