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Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite: la revisione periodica universale degli Stati Uniti è stata riprogrammata per il prossimo anno

Universal Periodic Review al Consiglio dei diritti umani, Ginevra
© UN Photo/Jean Marc Ferré

Gli Stati Uniti d’America hanno annunciato il 28 agosto 2025 che non avrebbero preso parte alla prossima Revisione Periodica Universale, ritirandosi dalla 50esima sessione di Working Group, prevista dal 3 al 14 novembre 2025.
Il 7 novembre, data in cui originariamente si sarebbe tenuto il Working Group sugli Stati Uniti, il Consiglio per i Diritti Umani ha adottato la decisione di fissare la possibilità di procedere alla revisione del rispetto, della protezione e della promozione statunitense dei diritti umani nel Aprile 2026, durante la 53esima sessione del Working Group.

Pur esprimendo rammarico per la decisione degli Stati Uniti di non partecipare allo UPR, il Consiglio li ha invitati a ripristinare la collaborazione con il meccanismo di revisione periodica universale, in conformità con la risoluzione 60/251 dell'Assemblea Generale e la risoluzione 5/1 del Consiglio dei diritti umani e il relativo allegato.

Nonostante la decisione statunitense, molte organizzazioni della società civile non si sono fermate e hanno organizzato eventi a Ginevra e negli USA per accrescere la consapevolezza dell’intera comunità internazionale su questioni cruciali legate ai diritti umani.

La Revisione Periodica Universale è un processo creato dal Consiglio per i Diritti Umani dell'ONU nel 2006. Ogni quattro anni e mezzo ciascuno Stato membro dell’ONU si sottopone ad un esame sulla propria situazione relativa ai diritti umani da parte degli altri paesi. L'UPR ha l’obiettivo di migliorare il rispetto, la protezione e la promozione dei diritti umani in tutto il mondo grazie al dialogo e alla cooperazione. Difatti, i diversi Stati hanno la possibilità di condividere i loro progressi in materia di diritti umani, sottolineare le sfide che stanno affrontando e ricevere feedback da parte degli altri paesi. Mira a migliorare le situazioni dei diritti umani in tutto il mondo attraverso il dialogo e la cooperazione. Pertanto, accogliere le raccomandazioni dei Working Groups non rappresenta solamente un obbligo verso la comunità internazionale, ma costituisce, in modo ancor più significativo, un impegno nei confronti di ogni proprio cittadino.

Non è la prima volta che il meccanismo dello UPR è stato messo in discussione. In passato già Israele nel 2012 aveva inizialmente rinunciato a partecipare (poi riprendendo l’impegno l’anno successivo), l’esame della situazione in Ucraina è stato posticipato nel 2022 e più recentemente il Myanmar e il Nicaragua hanno partecipato solo parzialmente al processo.

Gli Stati che sono stati esaminati dal Gruppo di lavoro dell'UPR durante la 50a sessione sono finora i seguenti: Bielorussia, Liberia, Malawi, Mongolia, Panama, le Maldive, Andorra, Bulgaria e Honduras. Mentre restano da essere esaminati le Isole Marshall, Croazia, Giamaica e Libia.

La decisione degli USA, il primo Stato membro dell’ONU a non partecipare alla propria UPR, continua a suscitare molte critiche e suscita incertezza anche sul futuro del meccanismo stesso.

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