© Università degli Studi di Padova - Credits: HCE Web agency
Il 2 Marzo 2020, ad aprire la seconda settimana della quarantatreesima sessione del Consiglio Diritti Umani delle Nazioni Unite, il Relatore Speciale sui diritti umani e l’ambiente, David Boyd, ha presentato il suo rapporto annuale dal titolo “Diritto ad un ambiente sano: buone pratiche”.
In questo rapporto il Relatore Speciale ha raccolto e descritto buone pratiche ideate e sviluppate dai paesi nel rispetto al diritto a vivere in un ambiente sicuro, pulito, salubre e sostenibile. Questo fondamentale diritto umano è riconosciuto nelle legislazioni di più dell’80 per cento dei paesi membri delle Nazioni Unite (156 su 193). Inoltre, esso gode di protezione costituzionale in 110 paesi e di protezione legislativa in 101 paesi.
In termini generali, le buone pratiche raccolte dal Relatore sono leggi, politiche, strategie, programmi, progetti ed altre misure che contribuiscono a ridurre l’impatto dei cambiamenti climatici, a preservare l’ambiente e a rafforzare i diritti umani.
Dal punto di vista procedurale, esse riguardano: l’accesso alle informazioni, la partecipazione pubblica, l’accesso alla giustizia e a rimedi effettivi. Dal punto di vista sostanziale: aria ed acqua pulita, ambienti sicuri, accesso all’acqua potabile e ai servizi igienici, il diritto al cibo, la biodiversità e gli ecosistemi.
Secondo il Relatore Speciale, nel contesto di una crisi ambientale di portata globale come quella attuale, “la condivisione e diffusione di buone pratiche per proteggere i diritti umani è un imperativo”.
Tra le buone pratiche più interessanti, il Relatore ha menzionato azioni e interventi realizzati da Uruguay, Finaldia, Norvegia, Costa Rica, Francia, Slovenia, Senegal, Etiopia, Niger, Buthan.
Dopo aver brevemente descritto le due visite svolte nel 2019 nelle Fiji e in Norvegia, in conclusione del suo intervento, il Relatore Speciale ha esortato il Consiglio ad approvare la Risoluzione per il diritto ad un ambiente sano, sicuro e sostenibile sponsorizzata da diversi paesi e personalità di spicco, e si auspica che nel 2021 potrà complimentarsi con il Consiglio per lo sforso profuso. “Questo è il passo più importante che il Consiglio possa fare per proteggere i diritti umani, soprattutto i diritti dei bambini, di fronte alla sfida ambientale globale”.
A ribadire la necessità di approvare la Risoluzione, è intervenuta anche l’ONG Earthjustice a nome di nove organizzazioni tra cui Amnesty International, Child Rights International Network, Global Initiative for Economic Social and Cultural Rights, Greenpeace International e Human Rights Watch.
E’ possibile ascoltare l’intero discorso pronunciato dal Relatore Speciale delle Nazioni Unite durante la quarantatreesima sessione del Consiglio al link sottostante.
La quarantatreesima sessione del Consiglio Diritti Umani delle Nazioni Unite si svolge dal 24 Febbraio al 20 Marzo 2020 a Ginevra. Nel corso della sessione, il Consiglio prende in esame diversi temi, discute rapporti annuali e affronta specifiche situazioni intorno ad un ampio ventaglio di diritti economici, sociali, culturali, civili e politici.
4/3/2020