La Conferenza generale dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'educazione, la scienza e la cultura, riunita a Parigi dal 17 ottobre al 23 novembre 1974 alla sua diciottesima sessione,
Consapevole della responsabilità che incombe agli Stati di conseguire attraverso l'educazione gli obiettivi enunciati nella Carta delle Nazioni Unite, l'Atto costitutivo dell'Unesco, la Dichiarazione universale dei diritti umani e le Convenzioni di Ginevra per la protezione delle vittime della guerra del 12 agosto 1949, al fine di promuovere la comprensione, la cooperazione e la pace internazionali nonché il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali,
Riaffermando la responsabilità che incombe all'Unesco di suscitare e sostenere ogni azione mirante ad assicurare l'educazione di tutti per l'avveramento della giustizia, della libertà, dei diritti umani e della pace,
Constatando tuttavia che l'azione esercitata dall'Unesco e dai suoi Stati membri non raggiunge che una piccolissima parte della massa vieppiù crescente degli scolari, degli studenti, dei giovani e agli adulti intenti alla loro educazione nonché degli educatori, e che i programmi e i metodi dell'educazione a vocazione internazionale non corrispondono sempre ai bisogni e alle aspirazioni dei giovani e degli adulti che vi partecipano,
Constatando d'altronde che in numerosi casi la distanza tra gli ideali proclamati, le intenzioni dichiarate e la realtà è sempre grande, Dopo aver deciso, in occasione della diciassettesima sessione, che questa educazione sarebbe stata oggetto di una raccomandazione agli Stati membri,
Adotta il 19 novembre 1974 la presente raccomandazione.
La Conferenza generale raccomanda agli Stati membri di applicare le seguenti disposizioni, sotto forma di legge nazionale o in altro modo, secondo la pratica costituzionale di ciascuno Stato allo scopo di dare effetto, nei territori sotto la rispettiva giurisdizione, ai principi formulati nella presente raccomandazione.
La Conferenza generale raccomanda agli Stati membri di far conoscere la presente raccomandazione sia alle autorità, ai servizi o organismi responsabili dell'educazione scolastica, superiore e extra-scolastica, sia alle diverse organizzazioni che svolgono una azione educativa tra i giovani e gli adulti come i movimenti di studenti e di gioventù, le associazioni di genitori degli alunni, i sindacati degli insegnanti e le altre parti interessate.
La Conferenza generale raccomanda agli Stati membri di presentare, alle date e nelle forme che essa determinerà, rapporti concernenti il seguito da essi dato alla presente raccomandazione.
I. Ai fini della presente raccomandazione:
1. a) la parola "educazione" designa il processo globale della società attraverso il quale le persone e i gruppi sociali imparano ad assicurare consapevolmente, all'interno della comunità nazionale e internazionale e a beneficio di questa, lo sviluppo integrale della loro personalità delle loro capacità, delle loro attitudini e del loro sapere. Questo processo non si limita ad azioni specifiche;
b) i termini "comprensione", "cooperazione" e "pace" internazionali devono essere considerati come un tutto indivisibile fondato sul principio delle relazioni amichevoli tra popoli e Stati aventi sistemi sociali e politici diversi e sul rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali. Nel testo della presente raccomandazione, le diverse accezioni di questi termini sono talora riunite in una espressione succinta, "educazione a vocazione internazionale";
c) i "diritti umani" e le "libertà fondamentali" sono quelli enunciati nella Carta delle Nazioni Unite, nella Dichiarazione universale dei diritti umani e nei Patti internazionali sui diritti economici sociali e culturali e sui diritti civili e politici.
II. Campo d'applicazione
2. La presente raccomandazione si applica a tutte le fasi e le forme di educazione.
III. Principi direttivi
3. L'educazione deve ispirarsi ai fini enunciati nella Carta delle Nazioni Unite nell'Atto costitutivo dell'Unesco e nella Dichiarazione universale dei diritti umani, in particolare all'articolo 26. 2, di quest'ultima che recita: "L'istruzione deve essere indirizzata al pieno sviluppo della personalità umana e al rafforzamento del rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali. Essa deve promuovere la comprensione, la tolleranza, l'amicizia fra tutte le nazioni, i gruppi razziali e religiosi, e deve favorire l'opera delle Nazioni Unite per il mantenimento della pace".
4. Al fine di mettere ogni persona in grado di contribuire attivamente alla realizzazione degli scopi indicati al par. 3, e di promuovere la solidarietà e la cooperazione internazionali, che sono indispensabili per risolvere i problemi mondiali che toccano la vita degli individui e delle comunità e l'esercizio delle libertà e dei diritti fondamentali, i seguenti obiettivi dovrebbero essere considerati come principi direttivi della politica dell'educazione:
a) una dimensione internazionale e una prospettiva mondiale dell'educazione a tutti i livelli e in ogni sua forma;
b) la comprensione e il rispetto di tutti i popoli, delle loro civiltà, dei loro valori e dei loro modelli di vita, comprese le culture delle etnie nazionali e quelle delle altre nazioni;
c) la consapevolezza della crescente interdipendenza mondiale dei popoli e delle nazioni;
d) la capacità di comunicare con gli altri;
e) la consapevolezza non solo dei diritti, ma anche dei doveri che gli individui, i gruppi sociali e le nazioni hanno gli uni verso gli altri;
f) la comprensione della necessità della solidarietà e della cooperazione internazionali;
g) la volontà degli individui di contribuire a risolvere i problemi delle loro comunità, dei loro paesi e del mondo.
5. Coniugando insieme l'apprendimento, la formazione, l'informazione e l'azione, l'educazione a vocazione internazionale dovrebbe favorire l'appropriato sviluppo cognitivo e affettivo dell'individuo. Essa deve sviluppare il senso delle responsabilità sociali e della solidarietà con i gruppi meno favoriti e stimolare al rispetto del principio di eguaglianza nel comportamento quotidiano. Essa dovrebbe anche contribuire a sviluppare qualità, attitudini e competenze che permettano all'individuo di pervenire a una conoscenza critica dei problemi nazionali e internazionali, di comprendere ed esprimere fatti, opinioni e idee di lavorare in gruppo; di accettare la libera discussione e di parteciparvi, di osservare le regole elementari di procedura applicabili ad ogni dibattito e di fondare i propri giudizi di valore e le proprie decisioni sull'analisi razionale del fatto e dei fattori pertinenti.
6. L'educazione deve mettere l'accento sull'inammissibilità del ricorso alla guerra di espansione, di aggressione e di dominio, alla forza e alla violenza repressiva e indurre ogni persona a comprendere e assumere le responsabilità che le incombono per il mantenimento della pace. Essa deve contribuire alla comprensione internazionale, al rafforzamento della pace mondiale e all'azione nella lotta contro il colonialismo, il neocolonialismo in tutte le loro forme e manifestazioni e contro ogni genere di razzismo, di fascismo e di nonché contro ogni altra ideologia che si ispiri all'odio nazionale o razziale e che sia contraria agli obiettivi di questa raccomandazione.
IV. Politica, programmazione e amministrazione nazionali
7. Ogni Stato membro dovrebbe formulare e applicare una politica nazionale avente per oggetto quello di accrescere l'efficacia dell'educazione in ogni sua forma e di rafforzare il contributo dell'educazione alla comprensione e alla cooperazione internazionali, al mantenimento e allo sviluppo di una pace giusta all'instaurazione della giustizia sociale al rispetto e all'applicazione dei diritti umani e delle libertà fondamentali e alla eliminazione dei pregiudizi, delle concezioni erronee, delle ineguaglianze e di tutte le forme di ingiustizia che ostacolano la realizzazione di questi fini.
8. Gli Stati membri, con la collaborazione delle commissioni nazionali, dovrebbero adottare misure di coordinamento e di cooperazione allo scopo di potenziare gli sforzi dei ministri o dei servizi, al fine di elaborare e realizzare programmi di azione concertati in materia di educazione a vocazione internazionale.
9. Gli Stati membri dovrebbero, nel quadro delle loro disposizioni costituzionali, fornire il sostegno finanziario, amministrativo, materiale e morale necessario a mettere in atto la presente raccomandazione.
V. Aspetti particolari dell'apprendimento, della formazione e dell'azione
Campo etico e civico
10. Gli Stati membri dovrebbero prendere le necessarie misure per rafforzare e sviluppare nell'apprendimento e nella formazione, attitudini e comportamenti fondati sul riconoscimento dell'eguaglianza e della necessità dell'interdipendenza delle nazioni e dei popoli.
11. Gli Stati membri dovrebbero fare in modo che i principi della Dichiarazione universale dei diritti umani e quelli della Convenzione internazionale per l'eliminazione di tutte le forme di discriminazione razziale divengano parte integrante della personalità di ogni bambino, adolescente giovane o adulto, man mano che essa si espande, applicando questi principi nella realtà quotidiana dell'educazione ai vari livelli e in ogni sua forma, permettendo così ad ogni individuo di contribuire per parte sua, a rinnovare e a diffondere l'educazione nel senso indicato.
12. Gli Stati membri dovrebbero incitare gli educatori a realizzare, in collaborazione con gli alunni, i loro genitori, le organizzazioni interessate e la comunità, metodi i quali, facendo appello all'immaginazione creativa dei bambini e degli adolescenti e alle loro attività sociali, li preparino ad esercitare i loro diritti e le loro libertà, nel riconoscimento e nel rispetto dei diritti altrui e ad adempiere alle loro funzioni nella società.
13. Gli Stati membri dovrebbero promuovere, ad ogni stadio di istruzione un apprendimento civico attivo che consenta ad ogni persona di conoscere il funzionamento e le attività delle istituzioni pubbliche, sia locali che nazionali e internazionali, di iniziarsi alle procedure idonee a risolvere questioni fondamentali e a partecipare alla vita culturale della comunità e alla vita pubblica. Ovunque ciò sia possibile, questa partecipazione dovrebbe sempre più legare tra loro l'insegnamento e l'azione in vista della soluzione dei problemi che si pongono ai livelli locale, nazionale e internazionale.
14. L'educazione deve comprendere l'analisi critica dei fattori storici e attuali di carattere economico e politico che sono alla base delle contraddizioni e delle tensioni tra i paesi, nonché lo studio dei mezzi atti a superare queste contraddizioni che sono effettivamente di ostacolo alla comprensione e alla vera cooperazione internazionale allo sviluppo della pace mondiale.
15. L'educazione deve mostrare quali sono i genuini interessi dei popoli e la loro incompatibilità con quelli dei gruppi che monopolizzano il potere economico e politico, praticando lo sfruttamento e fomentando la guerra.
16. La partecipazione degli studenti all'organizzazione delle varie fasi e dell'intera impresa educativa dovrebbe essere considerata di per sé come un fattore di educazione civica e un elemento fondamentale dell'educazione a vocazione internazionale.
Campi culturali
17. Gli Stati membri dovrebbero promuovere, ai diversi stadi e nei diversi tipi di educazione, lo studio delle varie culture, delle loro prospettive e dei diversi modelli di vita in modo da favorire il reciproco apprezzamento delle loro rispettive particolarità nonché lo studio delle loro reciproche influenze. Questo studio dovrebbe soprattutto attribuire la dovuta importanza all'insegnamento delle lingue, delle civiltà e del patrimonio culturale di altri paesi al fine di promuovere la comprensione internazionale e interculturale.
Studio dei principali problemi dell'umanità
18. L'educazione dovrebbe tendere, allo stesso tempo, alla eliminazione dei fattori che perpetuano e aggravano i grandi problemi che investono la sopravvivenza e il benessere della specie umana, ineguaglianza, ingiustizia, relazioni internazionali fondate sull'uso della forza e all'adozione di misure di cooperazione internazionale intese a facilitarne la soluzione.
L'educazione che a questo riguardo, deve necessariamente essere interdisciplinare dovrebbe vertere, per esempio, sulle seguenti questioni:
a) l'eguaglianza dei diritti di tutti i popoli, e il diritto dei popoli all'autodeterminazione;
b) il mantenimento della pace; i vari tipi di guerra, le loro cause e i loro effetti; il disarmo, l'inammissibilità dell'impiego della scienza e della tecnica a fini di guerra e l'utilizzazione della scienza e della tecnica al servizio della pace e del progresso; la natura e gli effetti dei rapporti economici, culturali e politici tra paesi e l'importanza del diritto internazionale per questi rapporti, in particolare per il mantenimento della pace;
c) l'azione mirante ad assicurare l'esercizio e il rispetto dei diritti umani compresi quelli dei rifugiati; il razzismo e la sua eliminazione; la lotta contro la discriminazione nelle sue varie forme;
d) la crescita economica e lo sviluppo sociale e i loro rapporti con la giustizia sociale;
il colonialismo e la decolonizzazione; le modalità dell'aiuto ai paesi in via di sviluppo; la lotta contro l'analfabetismo, la lotta contro la malattia e la fame, la lotta per una migliore qualità della vita e per un livello di salute il più elevato possibile; la crescita della popolazione e i problemi ad essa relativi;
e) l'utilizzazione, la gestione e la conservazione delle risorse naturali; l'inquinamento dell'ambiente;
f) la salvaguardia del patrimonio culturale dell'umanità;
g) il ruolo e le modalità dell'azione esercitata nel sistema delle Nazioni Unite allo scopo di risolvere tali problemi e le possibilità di rafforzare e favorire questa azione.
19. Misure dovrebbero essere prese per sviluppare lo studio delle scienze e delle discipline che si riconducono direttamente all'esercizio delle funzioni e delle responsabilità sempre più diversificate implicate dalle relazioni internazionali.
Altri ambiti
20. Gli Stati membri dovrebbero incoraggiare le autorità responsabili e gli educatori a dare all'educazione concepita nel senso della presente raccomandazione, un contenuto interdisciplinare, incentrato su problemi concreti, che risponda alla complessità delle questioni che l'applicazione dei diritti umani e la cooperazione internazionale pongono, e che faccia capire le nozioni di influenza reciproca, di mutuo sostegno e di solidarietà. Tali programmi dovrebbero fondarsi su adeguate ricerche e esperienze oltre che sull'individuazione di obiettivi di educazione ben definiti.
21. Gli Stati membri dovrebbero fare il loro possibile affinché l'azione educativa internazionale benefici di attenzione e di mezzi speciali allorquando essa si realizza nelle situazioni sociali particolarmente delicate o esplosive, per esempio laddove esistono palesi ineguaglianze in materia di opportunità di accesso all'istruzione.
VI. Azione nei vari settori dell'educazione
22. Accresciuti sforzi dovrebbero essere fatti per sviluppare e dare una dimensione internazionale e interculturale ad ogni stadio e ad ogni forma dell'educazione.
23. Gli Stati membri dovrebbero mettere a profitto l'esperienza acquisita dalle scuole associate le quali applicano, con l'aiuto dell'Unesco, programmi di educazione a vocazione internazionale. Coloro che si occupano delle scuole associate negli Stati membri dovrebbero rafforzare e rinnovare i loro sforzi per estendere il programma ad altre istituzioni educative e impegnarsi a divulgarne i risultati. Negli altri Stati membri, analoga azione dovrebbe essere intrapresa il più presto possibile.
L'esperienza acquisita da altre istituzioni educative che hanno realizzato con successo programmi di educazione a vocazione internazionale dovrebbe essere studiata e diffusa.
24. Gli Stati membri dovrebbero promuovere, nell'educazione prescolare man mano che essa si sviluppa, la pratica di attività concepite secondo gli scopi della raccomandazione, dato che gli atteggiamenti fondamentali, per esempio quelli che si collegano alla razza, si formano spesso nell'età prescolare. A questo riguardo, l'atteggiamento dei genitori dovrebbe essere considerato quale fattore essenziale della formazione dei bambini e, nell'educazione degli adulti richiamata al paragrafo 30 bisognerebbe dedicarsi in particolare a preparare i genitori al loro ruolo nell'educazione prescolare. La scuola primaria dovrebbe essere concepita e organizzata come un ambiente sociale con valori e realtà proprie, dove diverse situazioni, comprese quelle dei giochi, permettano ai bambini di prendere coscienza dei loro diritti, di affermarsi nella libertà accettando le loro responsabilità e sviluppare e migliorare attraverso l'esperienza diretta il loro sentimento d'appartenenza a comunità sempre più ampie, famiglia, scuola, comunità locale, nazionale, mondiale.
25. Gli Stati membri dovrebbero stimolare le autorità interessate nonché gli insegnanti e gli studenti a riesaminare periodicamente i mezzi attraverso i quali l'educazione post-secondaria e universitaria deve essere migliorata al fine di meglio contribuire a conseguire gli obiettivi della presente raccomandazione.
26. Gli studi superiori dovrebbero comportare per tutti gli studenti la realizzazione di attività di formazione e di apprendimento civico che affinino la loro conoscenza dei principali problemi che essi dovranno contribuire a risolvere, diano loro possibilità di azione diretta e continuativa in vista della soluzione di questi problemi e migliorino il loro senso della cooperazione internazionale.
27. Le istituzioni di istruzione post-secondaria, soprattutto le università, per il fatto che esse interessano un numero crescente di persone, dovrebbero realizzare programmi di educazione a vocazione internazionale per adempiere alla più ampia missione che loro incombe in materia di educazione permanente e dovrebbero, in tutti i loro insegnamenti, adottare un approccio globale. Facendo appello a tutti i mezzi di informazione di cui dispongono esse dovrebbero offrire occasioni e mezzi di apprendimento nonché attività che rispondano alle preoccupazioni, alle aspirazioni e ai problemi reali della popolazione.
28. Le istituzioni di istruzione post-secondaria dovrebbero mettere a profitto metodicamente per sviluppare lo studio e la pratica della cooperazione internazionale, forme di azione internazionale che sono inerenti al loro ruolo, per esempio l'accoglienza di professori e di studenti stranieri e la cooperazione professionale tra professori e équipe di ricercatori nei diversi paesi. In particolare, gli ostacoli di ordine linguistico, sociale, affettivo e culturale, le tensioni, gli atteggiamenti e gli atti che investono allo stesso tempo lo studente straniero e l'istituzione di accoglienza dovrebbero costituire l'oggetto di studi e di attività sperimentali.
29. Ad ogni stadio, gli studi professionali specializzati dovrebbero comportare una formazione che permetta agli studenti di capire il loro ruolo e quello della loro professione nello sviluppo delle rispettive società, nella promozione della cooperazione internazionale, nel mantenimento e nello sviluppo della pace, e di adempiere attivamente al loro ruolo appena possibile.
30. Qualunque siano i fini e le forme dell'educazione extrascolastica, compresa l'educazione degli adulti, queste attività dovrebbero ispirarsi alle seguenti considerazioni:
a) tutti i programmi di educazione scolastica dovrebbero, quanto più possibile, avvalersi di un approccio mondiale e contenere adeguati elementi morali, civici, culturali e scientifici dell'educazione a vocazione internazionale;
b) tutte le parti interessate dovrebbero far confluire i loro sforzi in vista di orientare e di utilizzare i mezzi della comunicazione di massa, di autoeducazione e di insegnamento reciproco nonché le istituzioni come i musei e le biblioteche pubbliche per fornire all'individuo conoscenze pertinenti, suscitare in lui atteggiamenti e una volontà di azione favorevoli e far conoscere e capire le campagne e i programmi educativi elaborati conformemente agli obiettivi della presente raccomandazione;
c) le parti interessate, pubbliche e private dovrebbero sforzarsi di mettere a profitto le situazioni e le occasioni propizie offerte, per esempio, dalle attività sociali e culturali dei centri e dei club di giovani, delle case della cultura, dei centri comunitari o dei sindacati, gli incontri e i festival dei giovani, le manifestazioni sportive, i contatti con i turisti, studenti o migranti, e, più in generale, gli scambi di persone.
31. Misure dovrebbero essere prese per facilitare la creazione e lo sviluppo di organizzazioni quali le associazioni di studenti e di insegnanti per le Nazioni Unite, i club di relazioni internazionali e i club Unesco, che dovrebbero essere associati alla elaborazione e alla realizzazione di programmi coordinati di educazione a vocazione internazionale.
32. Gli Stati membri dovrebbero sforzarsi di fare in modo che ad ogni stadio dell'educazione scolastica ed extrascolastica, le attività orientate verso gli obiettivi della presente raccomandazione, siano coordinate e costituiscano un insieme coerente nell'ambito dei programmi di insegnamento dei vari livelli e tipi di istruzione, di apprendimento e di formazione. I principi di cooperazione e di associazione che sono inerenti alla presente raccomandazione dovrebbero essere applicati a tutte le attività educative.
VII. Preparazione degli educatori
33. Gli Stati membri dovrebbero migliorare costantemente i mezzi idonei a preparare e abilitare gli educatori e le altre categorie del personale educativo ad esercitare il loro ruolo nel perseguimento degli obiettivi della presente raccomandazione e dovrebbero a questo fine:
a) sviluppare presso gli educatori le motivazioni della loro ulteriore azione: adesione all'etica dei diritti umani e all'obiettivo di cambiare la società allo scopo di realizzare i diritti umani, di inculcare la percezione della ricchezza che la diversità delle culture apporta ad ogni persona, gruppo o popolo;
b) offrire un bagaglio di conoscenze interdisciplinari sui problemi mondiali e della cooperazione internazionale, soprattutto in virtù di un lavoro relativo alla soluzione di questi problemi;
c) preparare gli stessi educatori a partecipare attivamente alla elaborazione di programmi di educazione a vocazione internazionale, di strumenti e di materiali educativi, tenendo conto delle aspirazioni degli alunni e in stretta collaborazione con essi;
d) realizzare esperienze implicanti l'impiego di metodi attivi di educazione e assicurare almeno l'acquisizione di tecniche elementari di valutazione, in particolare quelle che sono applicabili al comportamento sociale e agli atteggiamenti del bambini, degli adolescenti e degli adulti;
e) fare acquisire all'educatore atteggiamenti e competenze come il desiderio e la capacità di innovare in materia di pedagogia e di perseguire la propria formazione, la pratica del lavoro in équipe e dello studio interdisciplinare, la conoscenza della dinamica dei gruppi e l'attitudine a creare occasioni favorevoli e trarne profitto;
f) suscitare lo studio di esperienze di educazione a vocazione internazionale e soprattutto di esperienze innovative fatte in altri paesi e fornire agli interessati, quanto più possibile, occasioni di mettersi direttamente in contatto con educatori stranieri.
34. Gli Stati membri dovrebbero dare al personale preposto alla direzione, al reclutamento e al sostegno pedagogico - soprattutto le ispettrici e gli ispettori, i consiglieri pedagogici, le direttrici e i direttori di scuola normale, le organizzatrici e gli organizzatori di azioni educative per giovani e adulti - formazione, informazione e consigli che li pongano nella condizione di aiutare gli educatori a operare nel senso degli obiettivi della presente raccomandazione tenendo conto delle aspirazioni della gioventù relative ai problemi internazionali e dei nuovi metodi pedagogici suscettibili di migliorare le possibilità di soddisfare queste aspirazioni. A questo fine, stages o corsi di perfezionamento incentrati sull'educazione a vocazione internazionale o interculturale dovrebbero essere organizzati per riunire i membri di questo personale; altri stages o corsi potrebbero permettere al personale di reclutamento e agli educatori di incontrare altri gruppi interessati quali i genitori degli alunni, gli alunni e i sindacati di insegnanti. In ragione del cambiamento profondo del ruolo dell'educazione che si imporrà progressivamente i risultati delle esperienze di riforma delle strutture e delle relazioni gerarchiche nelle strutture educative dovrebbero ripercuotersi nella formazione, nell'informazione e nei consigli dati agli educatori.
35. Gli Stati membri dovrebbero vegliare a che ogni programma di perfezionamento degli educatori in servizio e del personale direttivo abbia contenuti di educazione a vocazione internazionale e offra agli interessati la possibilità di comparare i risultati delle loro esperienze in questo settore.
36. Gli Stati membri dovrebbero incoraggiare e facilitare gli stages di studi e di perfezionamento pedagogico all'estero, soprattutto mediante la concessione di borse e operare affinché questi corsi siano riconosciuti come elementi del processo ordinario di formazione iniziale di "licenza", di perfezionamento e di promozione degli educatori.
37. Gli Stati membri dovrebbero organizzare o facilitare gli scambi bilaterali di educatori ad ogni livello di istruzione.
VIII. Mezzi e materiali di educazione
38. Gli Stati membri dovrebbero accrescere i loro sforzi tesi a facilitare il rinnovamento, la produzione, la diffusione e lo scambio dei mezzi e del materiale di educazione a vocazione internazionale accordando una attenzione particolare al fatto che in numerosi paesi gli alunni e gli studenti acquisiscono l'essenziale della loro conoscenza delle questioni internazionali grazie ai mezzi di informazione di massa al di fuori delle strutture di insegnamento. Per soddisfare i bisogni espressi da coloro che sono interessati dall'educazione a vocazione internazionale, questi sforzi dovrebbero avere per oggetto principale quello di rimediare alla penuria di sussidi pedagogici e di migliorarne la qualità. L'azione dovrebbe essere rivolta ai seguenti punti:
a) converrebbe utilizzare in modo appropriato e costruttivo tutta la gamma di mezzi e di strumenti disponibili, dal libro di classe alla televisione, oltre che le nuove tecnologie dell'educazione;
b) l'insegnamento dovrebbe comportare un elemento educativo relativamente ai mezzi di comunicazione di massa allo scopo di aiutare gli alunni a scegliere e ad analizzare le informazioni, diffuse da questi mezzi;
c) converrebbe utilizzare nei libri di classe e in tutti gli altri sussidi un approccio mondiale incorporandovi contenuti internazionali che possano servire di riferimento per la presentazione degli aspetti locali e nazionali di vari argomenti e che illustrino soprattutto la storia scientifica e culturale dell'umanità, senza dimenticare l'importanza delle arti plastiche e della musica, in quanto elementi idonei a favorire la mutua comprensione di culture diverse;
d) bisognerebbe elaborare nella o nelle lingue di insegnamento del paese, documenti e materiale audiovisivo di carattere interdisciplinare che illustrino i principali problemi dell'umanità e mettano in evidenza per ognuno di essi la necessità e la realtà concreta della cooperazione internazionale, avvalendosi della documentazione fornita dall'Organizzazione delle Nazioni Unite, dall'Unesco e da altre istituzioni specializzate;
e) documenti e altro materiale illustrante la cultura, il modello di vita e i grandi problemi di ogni paese nonché la partecipazione ad azioni di interesse mondiale dovrebbero essere elaborati e comunicati agli altri paesi.
39. Gli Stati membri dovrebbero favorire l'adozione di misure appropriate affinché i materiali di educazione, e particolarmente i manuali non contengano elementi atti a suscitare l'incomprensione, il sospetto, le reazioni del razzismo, il disprezzo o l'odio nei confronti di altri gruppi o popoli.
Questi materiali dovrebbero fornire ampie conoscenze di base che aiutino gli insegnanti a discernere nelle informazioni e nelle idee diffuse attraverso i mezzi di comunicazione di massa quelle che paiono andare nella direzione dei fini della presente raccomandazione.
40. Ogni Stato membro dovrebbe creare o contribuire a creare, nella misura dei suoi bisogni e delle sue possibilità, uno o più centri di documentazione scritta e audiovisiva concepita secondo gli obiettivi della presente raccomandazione e adattata alle diverse forme e ai diversi stadi di educazione. Questi centri dovrebbero essere concepiti in modo da promuovere la riforma dell'educazione a vocazione internazionale, soprattutto grazie alla elaborazione e alla diffusione di idee e di materiale innovativi, e servirebbero inoltre a organizzare e facilitare gli scambi di informazioni con altri paesi.
IX. Ricerca e sperimentazione
41. Gli Stati membri dovrebbero suscitare e sostenere la ricerca sui fondamenti, i principi direttivi, le modalità e gli effetti dell'educazione a vocazione internazionale e sulle innovazioni e le attività sperimentali intraprese in questo settore, per esempio nelle scuole associate. Questa azione richiede il concorso di università, di organismi e di centri di ricerca, di scuole ordinarie, di centri di formazione per l'educazione degli adulti, e di organizzazioni nongovernative competenti.
42. Gli Stati membri dovrebbero adottare ogni appropriata misura affinché gli educatori e le varie autorità interessate facciano basare su solidi fondamenti psicologici e sociologici l'educazione a vocazione internazionale, applicando i risultati delle ricerche effettuate in ogni paese sulla formazione e l'evoluzione degli atteggiamenti e dei comportamenti favorevoli o sfavorevoli, sui mutamenti di atteggiamento, sulle interazioni tra sviluppo della personalità e educazione e sugli effetti positivi o negativi dell'azione educativa. Una parte importante di queste ricerche dovrebbe vertere sulle aspirazioni dei giovani relative ai problemi e alle relazioni di ordine internazionale.
X. Cooperazione internazionale
43. Gli Stati membri dovrebbero considerare che essi hanno la responsabilità di promuovere la cooperazione internazionale per lo sviluppo della educazione a vocazione internazionale. Per la realizzazione di questa raccomandazione, gli Stati membri dovrebbero astenersi dall'intervenire sulle questioni che rientrano negli affari interni di uno Stato, conformemente alla Carta delle Nazioni Unite. Essi dovrebbero dimostrare attraverso la loro azione che la messa in opera della presente raccomandazione costituisce di per sé uno sforzo di comprensione e di cooperazione internazionali. Per esempio, essi dovrebbero organizzare o aiutare le autorità e le organizzazioni nongovernative competenti a organizzare in numero crescente riunioni e sessioni di studi internazionali sull'educazione a vocazione internazionale, rafforzare i loro programmi di accoglienza degli studenti, ricercatori, insegnanti e di educatori stranieri; sviluppare le visite reciproche di scolari e gli scambi di studenti e di insegnanti, estendere e intensificare gli scambi di informazioni sulle culture e i modelli di vita, far tradurre o adattare e diffondere l'informazione e i suggerimenti provenienti da altri paesi.
44. Gli Stati membri dovrebbero incoraggiare, con l'aiuto dell'Unesco, la cooperazione tra le loro scuole associate e quelle di altri paesi, allo scopo di sviluppare i vantaggi reciproci che esse presentano in una allargata prospettiva internazionale.
45. Gli Stati membri dovrebbero incoraggiare l'intensificazione di scambi di manuali, in particolare di manuali di storia e di geografia, e nei casi appropriati adottare misure - se possibile, stipulando accordi bilaterali e multilaterali - per l'esame e la revisione incrociata di manuali e altri strumenti educativi, al fine di assicurarsi che questi siano veritieri, equilibrati, aggiornati e imparziali e contribuiscano a rafforzare la conoscenza e la comprensione reciproca dei vari popoli.