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23/3/2005 (Archivio storico)

61^ Sessione della Commissione diritti umani delle Nazioni Unite


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Venerdì 18 marzo 2005 la Commissione diritti umani delle Nazioni Unite ha dato avvio al dibattito generale sui temi in agenda. In primo luogo la Commissione ha considerato il Rapporto dell'Alto Commissario per i diritti umani Louise Arbour sulle attività del suo ufficio (E/CN.4/2005/12). Sono stati inoltre presentanti i rapporti relativi alla situazione dei diritti umani nella regione del Darfur (E/CN.4/2005/3), alla situazione dei diritti umani in Iraq e il rapporto dell’Alto Commissario sul funzionamento dei meccanismi a tutela dei diritti umani.

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La relazione sull’attività dell’Alto Commissario è suddiviso in tre aree tematiche: la questione del diritto allo sviluppo; le attività volte al rafforzamento delle capacità nazionali nel contesto della promozione e della protezione dei diritti umani; le azioni adottate a favore dei gruppi vulnerabili. Il rapporto analizza pure le sfide che l’Alto Commissario è chiamato ad affrontare in relazione alle proposte di riforma delle Nazioni Unite.

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Particolarmente interessante è la presentazione del Rapporto sull’ “Uso dei mercenari al fine di violare i diritti umani e impedire l’esercizio del diritto dei popoli all’autodeterminazione” (E/CN.4/2005/14), che apre il tema in agenda n.5. Il Rapporto osserva che sino ad oggi sono solo 26 gli Stati parte della Convenzione contro il reclutamento, l’utilizzo, il finanziamento e l’addestramento dei mercenari.

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Il dibattito generale sul tema 5 in agenda, relativo al diritto dei popoli all’autodeterminazione, si è concluso nel pomeriggio con l’intervento dei rappresentanti degli Stati e di diverse organizzazioni non governative. Diversi interventi si sono concentrati sulla necessità di concentrare gli sforzi per la Pace in Medio oriente e per la soluzioni dei conflitti in diverse zone del pianeta come, ad esempio, il Kashmire.

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Nel corso della giornata del 21 marzo 2005, si è tenuta la discussione sul tema del “Razzismo, discriminazione razziale, xenofobia e altre forme di discriminazione”. La Commissione ha ascoltato gli interventi del Relatore speciale sulle forme contemporanee di razzismo e discriminazione razziale (E/CN.4/2005/18), del Relatore del gruppo di lavoro di esperti sui popoli di origine africana e il Relatore del gruppo di lavoro intergovernativo sull’attuazione effettiva della dichiarazione di Durban e il Programma di azione (E/CN.4/2005/20).

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Anche in relazione a tale tema gli spunti e le proposte di lavoro più interessanti sono venute dagli interventi dei rappresentanti delle numerose organizzazioni non governative.

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Il diritto allo sviluppo è il tema affrontato nel corso della sessione mattutina del 22 marzo 2005. Il Relatore del gruppo di lavoro sul diritto allo sviluppo ha presentato il rapporto relativo alla sua sesta sessione (E/CN.4/2005/25). Particolarmente significativo l’intervento del Ministro degli Esteri tedesco Joschka Fischer, che ha sottolineato la necessità di promuovere il multilateralismo per affrontare le sfide e le minacce del 21 secolo individuate dal Segretario generale delle Nazioni Unite.

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Particolarmente delicata è stata la discussione sul tema delle violazioni dei diritti umani nei territori arabi occupati, inclusa la Palestina. Il Professor John Dugard, relatore speciale sul tema, ha presentato il proprio rapporto (E/CN.4/2005/29) ha espresso la convinzione che il Medio oriente possa vivere un tempo di speranza a seguito dell’incontro tra Mahmoud Abbas e Ariel Sharon a Sharm el-Sheikh l’8 febbraio scorso: il livello stesso di violenza è visibilmente diminuiti da quella data. Sviluppi positivi – seppure non sufficienti – sono avvenuti nel corso dell’ultimo anno: il governo di Tel Aviv ha accordato il rilascio di 500 detenuti palestinesi, ha sospeso la pratica delle uccisioni di esponenti palestinesi e la della demolizione di case. Tuttavia permane una situazione di estrema instabilità. Dugard ricorda anche la volontà di Israele di non conformarsi al parere consultivo della Corte internazionale di giustizia sulla liceità del muro nei territori occupati. In quanto parti interessate sono intervenuti successivamente sia il rappresentante di Israele che dell’Autorità Palestinese
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Aggiornato il

16/7/2009