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Con l’inizio della scorsa settimana, è entrata nel vivo la fase deliberativa della 61^ sessione della Commissione per i diritti umani delle Nazioni Unite.
-Momento cruciale delle precedenti settimane è stato l’intervento del Segretario generale delle Nazioni Unite Kofi Annan.
-In un discorso pronunciato il 7 aprile scorso, Annan ha affrontato con estrema fermezza alcuni nodi cruciali nell’agenda internazionale in materia di diritti umani. Il primo tema toccato è stato quello della complessa situazione in Darfur: pur accogliendo con favore le decisioni del Consiglio di sicurezza e l’azione delle truppe dei Paesi dell’Unione africana, Annan ha evidenziato il carattere non ancora sufficiente della risposta della comunità internazionale.
-Il pensiero del Segretario generale dell’ONU si è quindi rivolto alle vittime degli abusi in ogni parte del mondo, nei paesi più poveri come in quelli ricchi: i poveri, i malati, i più vulnerabili.
-I diritti umani- ha continuato Annan – sono a fondamento del pacchetto di proposte che egli ha formulato nel recente rapporto “In Larger Freedom”, nel quale si sottolinea soprattutto la stretta interdipendenza tra sicurezza e sviluppo.
-Le raccomandazioni contenute nel rapporto vogliono riflettere l’esigenza di una evoluzione nella causa dei diritti umani: dall’era della codificazione all’era dell’attuazione. Tra le varie proposte, la più insidiosa e dibattuta riguarda proprio la riforma della Commissione per i diritti umani, che, come scritto in altra news, egli vorrebbe sostituita da un più ristretto Consiglio per i diritti umani.
-Il Segretario generale ha rilevato con disappunto che la credibilità della Commissione è in costante declino, a causa soprattutto della politicizzazione delle sessioni e del carattere selettivo del suo lavoro. Ciò getta un’ombra sulla reputazione del sistema delle Nazioni Unite nella sua interezza.
-Quello stesso 7 aprile la Commissione diritti umani adottava due risoluzioni relative l’una alla situazione nei territori palestinesi occupati(E/CN.4/2005/L.5 adottata con 49 voti a favore e il voto contrario degli USA), l’altra sull’uso dei mercenari come mezzo per violare i diritti umani e impedire l’esercizio del diritto dei popoli all’autodeterminazione (E/CN.4/2005/L.6).
-Il 12 aprile, la Commissione ha adottato la controversa risoluzione sulla diffamazione delle religioni (E/CN.4/2005/L.12, adottata con 31 voti a favore e il voto contrario degli Stati maggiormente sviluppati)e la risoluzione sul diritto allo sviluppo (E/CN.4/2005/L.9, adottata con 48 voti a favore, 2 astensioni e 2 contrari). Il 12 aprile è stato pure convocato un incontro informale per discutere le proposte presentate la settimana precedente dal Segretario generale.
-Nei giorni del 14 e 15 aprile sono state adottate una serie di risoluzioni relative:
-16/7/2009