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1/10/2010
Due donne, una vecchia ed una giovane
© UNESCO/Sayyed Nayyer Reza

Donne, pace e sicurezza: dalla risoluzione all’azione – L’Agenda di protezione ai sensi della Risoluzione 1325/2000 del Consiglio di Sicurezza

Si è svolta a Ginevra la Consultazione di Alto livello sul tema “Donne, pace e sicurezza: dalla risoluzione all’azione – L’Agenda di protezione ai sensi della Risoluzione 1325/2000 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite”, organizzata dall’Unione Europea, in collaborazione con il Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione (UNFPA), l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR), l’Istituto delle Nazioni Unite per la formazione e la ricerca (UNITAR) e la Lega internazionale delle donne per la pace e la libertà (15 al 16 settembre 2010).

Obiettivo della Consultazione, alla quale hanno partecipato rappresentanti di Stati, Organizzazioni internazionali, ONG ed esperti nel campo dei diritti umani, del diritto umanitario e della sicurezza, è stato quello di esplorare i progressi, gli aspetti essenziali e le strategie per implementare gli elementi relativi alla protezione delle donne contenuti nella Risoluzione 1325 su donne, pace e sicurezza. In particolare, è stata discussa la nozione di protezione ai sensi della Risoluzione 1325, con riferimento alle varie fasi del processo di pace e sicurezza; è stato analizzato l’impatto del conflitto sulle donne ed il ruolo potenziale della Risoluzione 1325 nel mitigare gli effetti del conflitto; è stato approfondito il discorso sul ruolo delle donne quali agenti del cambiamento; è stato infine ribadito il contributo delle donne nel rafforzare i processi di peacebuilding.

La discussione si è sviluppata in una serie di panel che hanno affrontato i seguenti temi:

  • Spostamento forzato e protezione ai sensi della Risoluzione 1325;
  • Protezione – impatto dei conflitti su donne e bambine;
  • Consolidamento delle situazioni di post-conflitto: non c’è pace senza pace per le donne e le loro comunità.

Al termine della Consultazione, sono state elaborate una serie di raccomandazioni per l’Unione Europea e gli Stati membri:

  • finanziare in maniera adeguata i programmi umanitari, di ricostruzione e peacebuilding che soffrono di carenza cronica di fondi;
  • fornire risorse finanziarie, tecniche e politiche direttamente alle reti e alle organizzazioni di donne;
  • sostenere il mandato di UN Women, al fine di rafforzare i legami tra i meccanismi di responsabilità posti in essere dai diritti umani, gli Obiettivi di sviluppo del millennio e l’Agenda su donne, pace e sicurezza.