La Dichiarazione sul diritto alla pace è in dirittura d’arrivo all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite
Con risoluzione del 24 giugno 2016, il Consiglio Diritti Umani delle Nazioni Unite ha raccomandato all’Assemblea Generale di adottare la Dichiarazione ‘sul diritto alla pace’ preparata dall’apposito Gruppo di lavoro nel corso degli ultimi quattro anni.
Il testo della Dichiarazione comprende 5 articoli preceduti da un lungo e denso preambolo.
L’articolo 1 afferma che “ognuno ha il diritto di godere la pace in modo che tutti i diritti umani sono promossi e protetti e lo sviluppo è pienamente realizzato”.
L’articolo 2 fissa l’obbligo per gli stati di “rispettare, implementare e promuovere” la pace nel suo contenuto multidimensionale, comprendente anche gli aspetti economici e sociali. Questo concetto di pace positiva è chiaramente esplicitato nel preambolo della Dichiarazione che ricorda che “la pace e la sicurezza, lo sviluppo e i diritti umani sono i pilastri del sistema delle Nazioni Unite e il fondamento della sicurezza collettiva e del benessere” e che “sviluppo, pace, sicurezza e diritti umani sono interrelati e reciprocamente rafforzantisi”.
Nell’articolo 3 è stabilito l’obbligo per gli stati, le Nazioni Unite e in particolare l’UNESCO di adottare appropriate misure per implementare la Dichiarazione. Le organizzazioni internazionali, regionali, nazionali e locali e la società civile sono incoraggiate ad operare su questo terreno.
L’articolo 4 stabilisce l’obbligo di promuovere “le istituzioni internazionali e nazionali dell’educazione per la pace” e, citando esplicitamente l’Università per la Pace, afferma che educare per la pace comporta l’impegno “nell’insegnamento, nella ricerca, nella formazione postuniversitaria e nella disseminazione della conoscenza”.
Il riconoscimento del “diritto a godere la pace” presuppone che già esista un “diritto alla pace” come esplicitato dallo stesso titolo della Dichiarazione ed implicitamente sancito dall’articolo 28 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani che recita: “Ogni individuo ha diritto ad un ordine sociale e internazionale in cui i diritti e le libertà enunciati in questa Dichiarazione possono essere pienamente realizzati”.
Si fa notare che l’intera Dichiarazione è saldamente ancorata al nucleo duro del vigente diritto internazionale dei diritti umani come esplicitato dall’incipit del preambolo che richiama, oltre che gli obiettivi e i principi della Carta delle Nazioni Unite, la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, il Patto Internazionale sui Diritti Civili e Politici, il Patto internazionale sui Diritti Economici, Sociali e Culturali e la Dichiarazione e il Programma d’Azione di Vienna. La puntuale elencazione delle principali fonti ‘costituzionali’ del vigente diritto internazionale dovrebbe indurre i membri dell’Assemblea Generale a manifestare pieno appoggio alla Dichiarazione, quale espressione del rinnovato impegno della comunità internazionale per l’effettività del diritto internazionale dei diritti umani e della Carta delle Nazioni Unite.
Il Centro di Ateneo per i Diritti Umani e la Cattedra UNESCO in Diritti Umani, Democrazia e Pace dell’Università di Padova, con la collaborazione del Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani, hanno promosso una capillare campagna in Italia a sostegno del lavoro del Consiglio Diritti Umani delle Nazioni Unite. Oltre trecento Consigli di Comuni e Province e cinque Consigli Regionali hanno adottato un puntuale ordine del giorno al riguardo.
E’ lecito auspicare che il Governo italiano agisca in seno all’Assemblea Generale tenendo conto di questa larga mobilitazione di società civile e si faccia promotore, in particolare tra le delegazioni degli stati membri dell’Unione Europea, di una posizione favorevole alla Dichiarazione.
Nell’attuale momento storico segnato dal dilagare di guerre, terrorismo e violazioni dei diritti della persona e dei popoli, l’adozione della Dichiarazione sul diritto alla pace rappresenterà per l’opinione pubblica mondiale un forte segnale di vitalità delle Nazioni Unite nel promuovere la pace e lo sviluppo per la sicurezza e il benessere di tutti i membri della famiglia umana.
Uno speciale tributo di apprezzamento va all’Ambasciatore Christian Guillermet Fernandez e al Dr. David Fernandez Puyana, suo consigliere giuridico, per l’impegno profuso nel presiedere il Gruppo di lavoro del Consiglio Diritti Umani.