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L'Organizzazione degli Stati Americani (OSA) è stata istituita nell'aprile del 1948 con la firma della sua Carta costitutiva (la Carta dell'OSA, appunto) a Bogotá, Colombia, che è entrata in vigore nel dicembre 1951. Ad oggi, gli Stati membri dell'Organizzazione sono 34 mentre 70 Stati e l'Unione Europea godono dello status di osservatore permanente. Tra questi 34 membri vengono inclusi anche Cuba e Venezuela, nonostante nessuno dei due abbia attualmente un rappresentante permanente all'interno dell'Organizzazione. Cuba è stata sospesa dal 1962 al 2009, quando l'Assemblea Generale ha deciso di revocare la sua sospensione e rendersi disponibile, su richiesta del governo cubano, ad un suo ritorno nell’organizzazione. Tuttavia, lo Stato non ha fino ad ora espresso tale desiderio. Il Venezuela ha avviato la procedura per lasciare l'organizzazione nel 2017 sotto la presidenza di Nicolás Maduro, la cui rielezione del 2019 non è stata considerata legittima dal Consiglio Permanente dell’OSA. Il Nicaragua, invece, non è più parte dell’OSA dal 2023.
L'OSA affonda le sue radici storiche già nel 1800, secolo in cui iniziarono a concretizzarsi delle forme di scambio e cooperazione tra alcuni paesi dell'America Latina per lo più a fini commerciali. Con la Carta dell'OSA gli scopi dell'Organizzazione diventano molto più ampi, tra cui principalmente:
Nel perseguire concretamente i suoi obiettivi, l'OSA segue un approccio fondato su quattro pilastri: democrazia, diritti umani, sicurezza e sviluppo.
I diritti umani rappresentano per la Carta dell'OSA – così come per la Carta delle Nazioni Unite – uno dei principi fondamentali su cui si fonda l'Organizzazione. Gli Stati membri riconoscono "i diritti dell'essere umano, senza alcuna distinzione di razza, nazionalità, credo o sesso" (art. 3).
La Dichiarazione americana dei diritti e dei doveri dell'uomo e la Commissione
Congiuntamente alla Carta dell'OSA al meeting di Bogotà del 1948 venne adottata la Dichiarazione americana dei diritti e dei doveri dell’uomo che rappresenta il primo strumento giuridico internazionale di diritti umani di natura generale. Tuttavia, le condizioni storico-politiche non erano mature perché si adottasse uno strumento giuridico vincolante per gli Stati membri in tale materia. La Dichiarazione venne quindi adottata come strumento di soft law da utilizzare come linea guida per lo sviluppo del sistema e del diritto interamericano. È oggi opinione consolidata della Corte e della Commissione interamericana dei diritti umani che la Dichiarazione rappresenti una fonte di obblighi internazionali vincolanti per gli Stati membri dell'OSA.
Nel 1959 gli Stati membri dell'OSA, rappresentati dai rispettivi Ministri degli Esteri alla riunione di Santiago, diedero vita ad un organo specifico indipendente preposto alla promozione e alla protezione dei diritti umani, ovvero la Commissione Interamericana con sede a Washington. La sua prima sessione si tenne nel 1961.
La Convenzione americana sui diritti umani e la Corte
Il 22 novembre 1969 è stata adottata la Convenzione americana sui diritti umani, conosciuta anche come Patto di San José di Costarica, strumento normativo vincolante per gli Stati membri dell'Organizzazione che hanno scelto di ratificarla. Il contenuto della Convenzione tiene conto degli sviluppi apportati dai due Patti internazionali, rispettivamente sui diritti civili e politici e sui diritti economici, sociali e culturali del 1966 e si ispira largamente alla Convenzione europea dei diritti umani del 1950. Oltre ad elencare i diritti protetti, la Convenzione dà vita ad un fondamentale strumento di protezione dei diritti umani nel continente americano e cioè la Corte interamericana dei diritti umani con sede a San José, Costa Rica. La Corte è un organo giurisdizionale regionale indipendente alla stregua della Corte europea dei diritti umani che investiga e giudica su presunte violazioni dei diritti umani ai sensi della Convenzione interamericana e degli altri strumenti rilevanti.
Se, da una parte, la drammatica situazione di molti paesi americani, oppressi da regimi autoritari, rendeva forte l'esigenza di creare un meccanismo internazionale di tutela effettivo, dall'altra, proprio tali governi erano un ostacolo all'entrata in vigore di uno strumento vincolante e ad un meccanismo forte di protezione dei diritti umani. Per questo, la Convenzione americana entrò in vigore quasi un decennio dopo la sua adozione, nel luglio 1978, col compromesso che i paesi membri dell'OSA potessero scegliere volontariamente di ratificarla o meno, limitando così la giurisdizione della Corte. Solo quando la democrazia venne restaurata, gli Stati accettarono di ratificare la Convenzione. Ad oggi, solo 23 dei 35 Stati membri dell'OSA hanno ratificato la Convenzione. Tra gli Stati che hanno firmato, ma non ratificato la Convenzione ci sono gli Stati Uniti.
Strumenti specifici di protezione
All'adozione della Dichiarazione e della Convenzione americana dei diritti umani, entrambe di natura generale, è seguita l'adozione di altri strumenti normativi internazionali su materie specifiche. Ad oggi, i documenti fondamentali che sono stati adottati comprendono:
A partire dal 1990, la Commissione interamericana ha istituito dei Relatori per rafforzare la protezione dei diritti di alcuni gruppi, comunità e persone particolarmente vulnerabili. Sono stati creati 11 Relatori su tematiche specifiche: diritti delle popolazioni indigene, delle donne, dei migranti, dei bambini, dei difensori dei diritti umani, delle persone deprivate di libertà, sui diritti di afro-discendenti e contro la discriminazione razziale, dei diritti di gay, lesbiche, persone trans, bisessuali e intersessuali, relatore sulla memoria, verità e giustizia, sui diritti delle persone anziane e delle persone con disabilità. Inoltre, esistono due Relatori speciali sulla libertà di espressione e sui diritti economici, sociali culturali e ambientali.
18/3/2024