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29 atleti rifugiati per mandare un messaggio di solidarietà e speranza al mondo alle Olimpiadi di Tokyo 2020

29 atleti rifugiati per mandare un messaggio di solidarietà e speranza al mondo alle Olimpiadi di Tokyo 2020

Ventinove atleti impegnati in 12 discipline diverse e provenienti da 13 Comitati Olimpici Nazionali faranno parte della squadra olimpica dei rifugiati (EOR)* con il Comitato Olimpico Internazionale (COI) alle Olimpiadi di Tokyo 2020, che si terranno a luglio 2021. Manderanno un potente messaggio di inclusione, resilienza e speranza al mondo, contribuendo a portare ulteriore attenzione alla situazione in cui si trovano più di 80 milioni di persone sfollate in tutto il mondo. La squadra giocherà sotto la bandiera olimpica. Come le altre squadre che competono alle Olimpiadi, anche la squadra dei rifugiati conterà su un entourage tecnico in supporto agli atleti: di questo fa parte Tegla Loroupe, atleta olimpico ed ex-detentore del record mondiale di maratona, capo della missione, insieme a Stephen Pattinson dell’UNHCR ed Olivier Niamkey del COI, come vice capi.

Filippo Grandi, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, si è complimentato con gli atleti ed ha sottolineato come questo evento dimostri cosa è possibile quando alle persone rifugiate viene data l'opportunità di sfruttare al massimo il proprio potenziale. Per la selezione degli atleti sono stati valutati diversi elementi, tra cui le loro performance e le storie personali, una volta confermato il loro status di rifugiati dall'UNHCR, e seguendo un criterio di rappresentatività equilibrato a livello di genere, disciplina e regione di provenienza.

La squadra olimpica dei rifugiati ha partecipato per la prima volta alle Olimpiadi nel 2016 a Rio, con un team di 10 atleti, suscitando l'interesse internazionale con le proprie storie e le proprie performance. I Giochi Olimpici di Rio hanno portato alla creazione della Fondazione Olimpica di Rifugio (ORF in inglese), che promuove la protezione e l’empowerment delle persone sfollate a livello mondiale attraverso lo sport.

L'allenamento degli atleti è stato finanziato dal programma di formazione olimpica per gli atleti rifugiati (Olympic Scholarships for Refugee Athletes programme), che insieme al COI li supporterà anche una volta conclusi i Giochi a Tokyo con una serie di programmi, affiancandoli nella transizione ad una carriera professionale come atleti.

* La squadra olimpica dei rifugiati gareggerà a Tokyo con l'acronimo francese EOR, che sta per Equipe Olympique de Réfugiés.

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