A A+ A++
7/2/2006 (Archivio storico)

Commissione delle Nazioni Unite per il Peacebuilding

Difficoltà nell’immediata implementazione della risoluzione che istituisce la Commissione delle Nazioni Unite per il Peacebuilding

-

Il 20 dicembre 2005, il Consiglio di sicurezza e l’Assemblea generale delle Nazioni Unite hanno concluso una lunga sessione di negoziazioni intergovernative adottando una risoluzione comune che istituisce una Commissione delle Nazioni unite per il Peacebuilding..

-

La Commissione – che si configura come “organo consultivo intergovernativo” - si propone di costituire uno strumento di raccordo tra il Sistema delle Nazioni Unite ed altri attori internazionali, al fine di fornire un approccio integrato e coerente per tutte le iniziative internazionali relative alla costruzione della pace, alla gestione dei processi di transizione e alla costruzione delle istituzione democratiche nei contesti di post-conflitto.

-

Secondo quanto previsto dal paragrafo operativo 3 della risoluzione, la Commissione si riunirà con modalità e composizione variabili e sarà coadiuvata da un Comitato organizzativo di composizione intergovernativa ed incaricato di sviluppare delle iniziative in merito alle situazioni nazionali nonché da un Ufficio di supporto per il Peacebuilding, da realizzarsi nell’ambito del Segretariato dell’Organizzazione delle Nazioni Unite. La Commissione potrà inoltre usufruire per le sue attività di un Fondo permanente ad hoc.

-

Tuttavia, in base alle informazioni riportate sul sito www.reformtheun.org, manca tuttora l’accordo sia sulle modalità di selezione dei membri del Comitato organizzativo che sull’effettiva costituzione dell’Ufficio di supporto. L’attivazione di quest’ultimo – a causa del mancato accordo sulle implicazioni di natura budgetaria della sua creazione e soprattutto a causa del rifiuto da parte del V Comitato dell’Assemblea generale di garantire al Segretariato specifiche risorse – slitterà con molta probabilità all’estate 2006.

-

Quanto al Comitato organizzativo, la risoluzione, prevede che esso sia composto da:

-
    -
  • cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza e da due ulteriori Stati designati tra i membri non permanenti del Consiglio di sicurezza;
  • -
  • sette Stati designati dall’ECOSOC in base alle indicazioni fornite dai Gruppi regionali e secondo modalità che lo stesso Comitato dovrà individuare;
  • -
  • cinque Stati - che non rientrino nelle categorie sopra-elencate – individuati come i maggiori contribuenti finanziari delle Nazioni Unite, con riferimento sia ai contributi sotto forma di partecipazioni al bilancio ordinario che di contributi volontari;
  • -
  • i cinque maggiori contribuenti alle missioni delle Nazioni Unite in termini di personale militare e civile, che non rientrino nelle categorie sopra-elencate.
  • -
-

L’ ECOSOC sta attualmente discutendo i criteri che guideranno la designazione dei membri di sua espressione, ma i problemi maggiori si presentano in relazione alla nomina dei cinque maggiori contribuenti in termini di personale civile e militare ed i cinque principali donatori finanziari.

-

Il Segretario generale ha infatti pubblicato il 16 gennaio scorso una lista dei dieci maggiori contribuenti finanziari delle Nazioni Unite; il documento – in cui compaiono nell’ordine crescente di dimensione della partecipazione finanziaria rispettivamente Stati Uniti, Giappone, Regno Unito, Germania, Paesi Bassi, Francia, Norvegia, Canada, Italia e Svezia - è stato criticato per il fatto di non considerare tutte le forme di contributi volontari: una nuova versione della lista – che peraltro conterrà verosimilmente gli stessi Paesi ma in ordine leggermente diverso - è quindi attesa per i primi giorni di febbraio. In base alla lista sino ad ora pubblicata – e poiché i cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza costituiscono membri di diritto dell’organo, gli ulteriori membri del Comitato in base a tale parametro sarebbero Giappone, Germania, Paesi Bassi, Norvegia e Canada, con un’esclusione quindi di Italia e Svezia.

-

La scelta che si prospetta consiste quindi nello stabilire se designare quali membri del Comitato organizzatore sic et simpliciter i cinque maggiori contribuenti netti o se studiare invece una formula che preveda una forma di rotazione di tutti i dieci donatori principali nella membership. Quest’ultima possibilità è evidentemente caldeggiata dall’Italia e dalla Svezia. Al fine di trovare un accordo in tal senso, il rappresentante permanente degli Stati Uniti è stato nominato facilitatore del processo di negoziazioni tra i dieci Paesi dei maggiori donatori finanziari.

-

Il rappresentante permanente della Giordania ha assunto la stessa funzione di facilitatore per le negoziazioni tra i Paesi che figurano come maggiori contribuenti delle missioni delle Nazioni Unite in termini di personale civile e militare.

-

Considerato lo stato attuale del dibattito, secondo l’analisi di www.reformtheun.org, difficilmente la Commissione potrà riunirsi prima della fine di marzo e soprattutto sarà in grado di essere operativa in maniera sostantiva prima dell’autunno 2006.

-

Aggiornato il

16/7/2009