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Corte penale internazionale: le Comore chiedono al Procuratore di indagare sull’attacco israeliano alla Freedom Flottilla

Una panoramica dell'aula vuota della Corte Penale Internazionale a L'Aia
© ICC/CPI

Il Governo delle Comore, in qualità di Stato parte dello Statuto di Roma, ha sottoposto al Procuratore della Corte penale internazionale (CPI) la situazione relativa all’attacco condotto dalle forze israeliane a danno della Mavi Marmara, una delle navi del convoglio “Freedom Flotilla” salpato dalla Turchia per consegnare aiuti umanitari alla popolazione della Striscia di Gaza.

In questa circostanza, il fatto che Israele non sia parte dello Statuto di Roma non costituisce un ostacolo ad un’eventuale azione della Corte in quanto, ai sensi dell’art. 12(2)(a) dello Statuto, anche i crimini commessi a bordo di una nave registrata presso uno Stato parte rientrano nella sua giurisdizione. Nel caso di specie, essendo la Mavi Marmara registrata presso le Comoro, tutte le azioni commesse a bordo di tale nave, a prescindere della nazionalità degli autori, sono potenzialmente oggetto di scrutinio da parte della Corte.

Ai sensi dello Statuto di Roma, il Procuratore della CPI ha avviato un esame preliminare al fine di valutare se le azioni delle forze israeliane del 31 maggio 2010, costate la vita a nove persone e causa di decine di feriti, possano o meno divenire oggetto di un’azione giudiziaria da parte della Corte e quindi giustificare l’apertura di un’indagine vera e propria.

Le azioni di Israele nei confronti della Freedom Flottilla sono già state oggetto di indagine da parte della stessa Israele (Rapporto Turkel), della Turchia e delle Nazioni Unite (Rapporto della Missione di inchiesta istituita dal Consiglio diritti Umani e Rapporto Palmer del gruppo di inchiesta istituito dal Segretario Generale).

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