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Focsiv: pubblicato il Rapporto 2022 sull’accaparramento della terra

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L’ultimo rapporto Focsiv “I padroni della Terra. Rapporto sull’accaparramento della terra 2022: conseguenze sui diritti umani, ambiente e migrazioni fa emergere un quadro molto preoccupante sullo stato delle operazioni di accaparramento, aggravato dalla guerra in Ucraina. Infatti, già in passato, crisi quali quella pandemica, ma anche quella economica del 2008 con il crollo di Wall Street, hanno fatto da impulso a questo fenomeno con pesanti ripercussioni sul mercato globale. Come emerge dal rapporto, arrivato alla sua quinta edizione, la land rush interessa principalmente il sud del mondo, ma anche in Europa il fenomeno è da tempo presente, con l’Ucraina come paese target principale degli investimenti fondiari. A peggiorare la situazione vi è la guerra che fomenta la crisi alimentare e l’insicurezza alimentare, soprattutto nei paesi più vulnerabili (Africa Sub-sahariana e Nord-Africa), che dipendono largamente dalle importazioni di grano ucraine.

Altri fattori che innescano questo processo di privazione di terra, sono la digitalizzazione, che permette di vendere terreni su social quali Facebook, o di falsificare registri catastali, la deforestazione, messa in atto per poter usufruire di terreni coltivabili dediti a monocolture o per la produzione di biocarburanti, danneggiando anche irreversibilmente la biodiversità e i servizi ecosistemici, la crescente urbanizzazione e la richiesta di grandi infrastrutture. 


Per quanto riguarda gli attori coinvolti, oltre alla nota implicazione delle grandi imprese, la quinta edizione del rapporto Focsiv apporofondisce il ruolo delle banche pubbliche di sviluppo (BPS) atte a sostenere investimenti per il settore estrattivo e quello di organizzazioni terroristiche, che ad esempio in Sahel, con l’accumulo di terre, sono riuscite a costituire una sorta di feudo jihadista. 

La complessità del land grabbing è tale da rendere urgente un intervento internazionale per sanare ed intervenire sulle sue gravi conseguenze.
Sebbene la Commissione Europea abbia presentato la proposta di direttiva sulla due diligence per la sostenibilità delle imprese (Corporate Sustainability Due Diligence – CSDD), per rendere le aziende responsabili giuridicamente delle operazioni che comportano violazioni di diritti umani e ambientali, è imperativo mettere in atto una cooperazione multilaterale, come espresso chiaramente in una delle 10 raccomandazioni indicate da Focsiv. 


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ambiente biodiversità imprese e diritti umani