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5/2/2021

Giornata internazionale della tolleranza zero per le mutilazioni genitali femminili

Il 6 febbraio 2021 si celebra la Giornata internazionale della tolleranza zero per le mutilazioni genitali femminili istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni, con risoluzione 67/146 del 20 dicembre 2012, con l’obiettivo di promuovere campagne di sensibilizzazione e azioni concrete per combattere la pratica delle mutilazioni genitali femminili. Quest’anno il tema è “No Time for Global Inaction, Unite, Fund, and Act to End Female Genital Mutilation."

La mutilazione genitale femminile (FGM, “female genital mutilation”) comprende tutte le procedure che comportano l'alterazione o il danneggiamento dei genitali femminili per ragioni non mediche ed è riconosciuta a livello internazionale come una violazione dei diritti umani delle donne e delle ragazze.

La pratica della mutilazione genitale femminile è concentrata principalmente in 30 paesi dell’Africa e del Medio Oriente, ma è comune anche in alcuni paesi dell'Asia e dell'America Latina, e continua a persistere tra le popolazioni immigrate che vivono in Europa occidentale, Nord dell’America, Australia e Nuova Zelanda. Tali pratiche ledono fortemente la salute psichica e fisica di bambine e donne che ne sono sottoposte.

Nel 2020, la pandemia Covid-19 ha avuto un impatto negativo sulle ragazze e le donne, e ha causato un peggioramento nell’attuazione dell’Obiettivo 5.3. L’UNFPA (United Nations Population Fund) ha stimato che 2 milioni di ragazze rischiano di essere vittime di mutilazioni genitali entro il 2030. In risposta a questa emergenza, le Nazioni Unite, attraverso il programma congiunto di UNFPA-UNICEF e l’Inter-African Committee on Traditional Practices (IAC) hanno lanciato il tema del 2021: "No Time for Global Inaction, Unite, Fund, and Act to End Female Genital Mutilation."

Sebbene la pratica sia in circolazione da più di mille anni, ci sono ragioni per pensare che le mutilazioni genitali femminili possano finire in una sola generazione. Ecco perché le Nazioni Unite si battono per la sua completa eradicazione entro il 2030, seguendo lo spirito dell'Obiettivo di sviluppo sostenibile 5.