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21/9/2005 (Archivio storico)

Incontro internazionale "Uomini e religioni": Il coraggio di un umanesimo di pace

Si è svolta a Lione dall’11 al 13 settembre 2005 la diciannovesima edizione dell’Incontro internazionale ‘Uomini e religioni’, dal titolo “Il coraggio di un umanesimo di Pace”, organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio e dalla Diocesi di Lione.

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Gli Incontri Internazionali interreligiosi sono iniziati alla metà degli anni Ottanta, per iniziativa della Comunità di Sant'Egidio, con lo scopo di promuovere la conoscenza reciproca e il dialogo tra le religioni, nell'orizzonte della pace. La Comunità di Sant'Egidio ha continuato a vivere lo spirito della Giornata Mondiale di Preghiera di Assisi, convocata da SS. Giovanni Paolo II nel 1986, raccogliendo l'invito finale del Papa in quello storico incontro: "Continuiamo a diffondere il messaggio della Pace e a vivere lo spirito di Assisi". Da allora, attraverso una rete d'amicizia tra i rappresentanti di differenti fedi e culture in oltre 60 paesi, la Comunità ha promosso un pellegrinaggio di pace, che ha fatto sosta, d'anno in anno, in diverse città europee e mediterranee.

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Nel corso dell’Assemblea di inaugurazione, l’11 settembre, lo storico Jean Dominique Durand ha così significativamente aperto i lavori: “in questo giorno, anniversario del terribile 11 settembre 2001, in quest’anno di commemorazione del genocidio armeno nell’Impero Ottomano, della memoria della Shoà e della liberazione del campo di Auschwitz, di riflessione sull’utilizzo, 60 anni fa, per la prima volta nella storia dell’umanità dell’arma nucleare, ma anche anniversario in Francia della legge di Separazione delle Chiesa e dello Stato, Lione accoglie la Comunità di Sant’Egidio, ed essa riceve Lione con la sua duplice grande tradizione umanista, religiosa e laica nella quale essa si riconosce naturalmente.”

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Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio, ricordando la figura di Giovanni Paolo II, ha riconosciuto il grande debito nei suoi confronti: “Egli, profondamente convinto della verità della sua fede, è stato un uomo di dialogo e di pace.” Ha quindi osservato che “La differenza non si può risolvere in conflitti … Conosciamo le differenze profonde. Anzi, nel contemplare, anche tra noi, le differenze religiose, ne capiamo la lezione: non c’è niente in questo mondo, nemmeno una religione, che possa essere egemonica. Non una cultura, non un paese, non una civiltà, non una religione, non un’ideologia: niente può essere egemonico. Questo nostro mondo, nonostante la globalizzazione, è profondamente al plurale. Siamo tanti e diversi.” La via da intraprendere è il dialogo: “Il nostro mondo ha bisogno del realismo del dialogo, come arte del fare la pace e del vivere insieme.”

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Nel corso della cerimonia sono quindi intervenuti tra gli altri Philippe Barbarin, Cardinale, Arcivescovo di Lione, Primate di Francia; il Sindaco di Lione; Rowan D. Williams, Arcivescovo di Canterbury, Primate della Comunione anglicana;Armando Emilio Guebuza, Presidente della Repubblica del Mozambico; Nicolas Sarkozy, Ministro dell’Interno; Simone Veil, Membro della Corte Costituzionale, Ex Presidente del Parlamento Europeo.

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300 ospiti in rappresentanza delle grandi religioni mondiali, personalità della politica e della cultura e circa 5000 partecipanti si sono confrontati nel corso delle tavole rotonde che si sono svolte nel corso delle giornate del 12 e del 13 settembre. Diversi i temi affrontati: le religioni e il dialogo; i bambini nel mondo: la guerra e la pace; il dialogo islamo-cristiano; l’eredità di Giovanni Paolo II: lo spirito di Assisi; Le religioni e l’Africa ; la preghiera alla radice della pace; l’unità tra Cattolici e Ortodossi; il futuro dell’Europa; la solidarietà internazionale; la pena di morte; la lotta all’AIDS; Umanesimo laico e umanesimo religioso.

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La Cerimonia finale è stata preceduta da una Preghiera per la Pace, in luoghi diversi secondo la tradizione religiosa. Dopo la processione di Pace, l’atto conclusivo dell’Incontro internazionale si è tenuto all’interno della magnifica cornice del Teatro Gallo-Romano. Dopo la memoria delle vittime della guerra, in particolare della Shoah e della bomba atomica su Hiroshima e Nagasaki, è stata data lettura dell’Appello di Pace, sottoscritto da tutti gli ospiti. Particolarmente toccanti l’accensione dei candelabri e l’abbraccio di Pace tra i rappresentanti religiosi.

Aggiornato il

16/7/2009