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24/2/2004 (Archivio storico)

Legalità del muro tra Israele e territori occupati

Conseguenze giuridiche della costruzione di un muro nel territorio occupato palestinese: aperte le udienze dinanzi la Corte internazionale di giustizia.

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Il giorno 23 febbraio 2004 si sono aperte le udienze pubbliche presso il Palazzo della Pace dell'Aja, sede della Corte internazionale di giustizia, nell'affare delle Conseguenze giuridiche della costruzione di un muro nel territorio occupato palestinese (richiesta di un parere consultivo).

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- La Corte internazionale di giustizia era stata investita della questione dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite. Nella risoluzione ES-10/14, adottata l'8 dicembre 2003, era contenuta la richiesta di un parere consultivo sulle conseguenze giuridiche derivanti dalla costruzione da parte di Israele del muro che divide il suo territorio dalla Cisgiordania. Il quesito è formulato nei termini seguenti:

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"Quali sono le conseguenze in diritto derivanti dalla costruzione del muro da parte di Israele, potenza occupante, nel territorio occupato palestinese, all'interno e intorno a Gerusalemme Est, secondo quanto descritto dal Rapporto del Segretario generale, considerando le norme e i principi di diritto internazionale, in particolare la quarta Convenzione di Ginevra del 1949 e le risoluzioni riguardanti la questione dell'Assemblea Generale e del Consiglio di sicurezza?"

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La risoluzione dell'Assemblea generale è stata adottata nel corso della ripresa della decima sessione straordinaria d'urgenza sulla questione della Palestina, con 90 voti a favore, 8 contrari e 74 astenuti (tra essi tutti gli Stati occidentali). 19 Stati membri non hanno invece preso parte alla votazione.

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La richiesta segue la pubblicazione del Rapporto del Segretario generale delle Nazioni Unite Kofi Annan del 28 novembre 2003, nel quale si afferma che Israele non ha osservato la risoluzione dell'Assemblea Generale ES-10/13, adottata il 21 ottobre 2003 con 144 voti a favore, 4 contrari (Usa, Israele, Micronesia e Isole Marshall) e 12 astensioni. In questo documento l'Assemblea generale chiedeva di " porre termine alla costruzione del muro nei territori occupati palestinesi, in quanto essa si discosta dalla linea di confine dell'armistizio del 1949 ed è contraria al diritto internazionale."

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La costruzione del muro, è cominciata nel giugno del 2002 intorno al distretto della città di Zububa, estremo nord della Cisgiordania, e nel luglio 2003 è stato completato il settore nord che giunge poco più a sud della città di Qalqilya. La parte settentrionale del tracciato è lunga 145 km: 132 km costituiti da un recinto elettronico mentre i restanti 13 km sono in cemento armato. Il muro è alto 8 metri, è circondato da fossati (larghi dai 60 ai 100 metri) e da reti di filo spinato, ed ha torri di controllo ogni 300 metri. Lungo il tracciato sono state costruite strade di aggiramento per soli coloni, 41 varchi agricoli e sono stati eretti 9 check-point per pedoni e veicoli. Il muro, che se concluso, sarà lungo tra I 700 e gli 800 km, comprendendo il 56% del territorio della Cisgiordania (secondo quanto sostenuto dalla Palestina dinanzi alla Corte), è stato innalzato da Israele al fine di proteggere il suo territorio dagli attacchi terroristici.

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Ai sensi dell'art.96 della Carta delle Nazioni Unite e degli artt.65-68 dello Statuto della Corte internazionale di giustizia, la Corte emette pareri consultivi su qualsiasi questione giuridica su richiesta dell'Assemblea generale o del Consiglio di Sicurezza. Hanno facoltà di chiedere un parere alla Corte anche gli altri organi delle Nazioni Unite o istituti specializzati per questioni giuridiche che sorgano nell'ambito della loro attività, quando siano a ciò autorizzati dall'Assemblea Generale. Sebbene i pareri non siano vincolanti, la dottrina giusinternazionalistica ha riconosciuto la loro importanza sia in relazione all'accertamento del diritto internazionale, sia in merito all'interpretazione della Carta delle Nazioni Unite.

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Nell'ordinanza del 19 dicembre 2003 la Corte ha stabilito, ai sensi dell'art.66 (2) del suo Statuto, che le Nazioni Unite e gli Stati membri potessero fornire informazioni su tutti gli aspetti riguardanti la questione, sottoponendo dichiarazioni scritte entro il termine del 30 gennaio 2004. Sono giunte alla Corte 48 dichiarazioni scritte: il rapporto delle Nazioni Unite, le dichiarazioni della lega degli Stati arabi e dell'organizzazione della Conferenza islamica, il memoriale della Palestina, espressamente autorizzata in questo dalla Corte, e le dichiarazioni di altri 44 Stati, compresi Israele, i cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza e l'Italia. Nella medesima ordinanza la Corte decideva, ai sensi del par.4 dell'art.66 dello Statuto, di tenere udienze pubbliche a partire dal 23 febbraio 2004, durante le quali presenteranno le loro dichiarazioni i rappresentanti di Palestina, Sud Africa, Algeria, Arabia saudita, Bangladesh, Belize, Cuba, Indonesia, Giordania, Madagascar, Malesia, Senegal, Sudan, Turchia, e Lega degli Stati Arabi e Organizzazione della Conferenza Islamica. La decisione di Israele di non comparire dinanzi alla Corte durante l'udienza pubblica, non deve essere intesa, dichiara il governo di Sharon, come un tentativo di boicottare la Corte. Israele riafferma invece che la Corte non ha competenza sulla questione posta dall'Assemblea generale dell'ONU sulla legalità della barriera.

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Il 30 gennaio 2003 la Corte ha deciso, con ordinanza adottata con 13 voti a favore e uno contrario che le informazioni contenute nelle lettere del 31 dicembre 2003 e del 15 gennaio 2004, inviate alla Corte dal Governo israeliano, non fossero tali da precludere al giudice egiziano Elaraby di partecipare al caso. Nella seconda delle lettere, in particolare , Israele sosteneva che nell'esercizio delle sue passate funzioni e in particolare in un'intervista a un giornale egiziano nell'agosto del 2001, il giudice avesse sostenuto posizioni contrarie a Israele, pure in riferimento a questioni oggetto della richiesta alla Corte. Ha votato contro la decisione della Corte il giudice Buergenthal, la cui posizione è espressa in un'opinione dissenziente all'ordinanza.

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Una volta che la Corte abbia stabilito che essa ha competenza a considerare la richiesta, può tuttavia ancora rifiutarsi di fornire il suoi parere consultivo sulla questione. Come ha sostenuto anche di recente nel parere consultivo del 1996 relativo alla Liceità della minaccia o dell'uso di armi nucleari, la Corte può rifiutare di esercitare la sua giurisdizione quando vi siano "compelling reasons", tuttavia non dovrà tener conto delle origini o della storia politica della richiesta, o della distribuzione dei voti nella risoluzione che contiene la richiesta.

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Le osservazioni del Governo italiano contenute nella missiva alla Corte firmata dal Capo del servizio del contenzioso diplomatico del Ministero degli Esteri, Ivo Braguglia, si concludono con l'invito alla Corte , condiviso da tutti gli Stati amici e alleati, di astenersi dal pronunciare il parere: "le Gouvernement italien estime fermement qu'il faut que la Cour s'abstienne de prononcer l'avis consultatif".

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E' difficile dire, se la Corte deciderà di dare seguito alla richiesta, quando essa emanerà il suo parere: nei casi precedenti sono stati necessari diversi mesi dal giorno dell'inizio della fase deliberativa.

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Link
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- Corte internazionale di giustizia. Richiesta di parere consultivo sulle conseguenze giuridiche della costruzione di un muro nel territorio occupato palestinese: documenti.
- https://212.153.43.18/icjwww/idocket/imwp/imwpframe.htm

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Il video delle udienze del 13-25 febbraio 2004:
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- https://www.icj-cij.org/videostream.html

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Ambasciata d'Israele a Roma:
- https://roma.mfa.gov.il/mfm/web/main/missionhome.asp?MissionID=41&
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- La posizione ufficiale del Governo israeliano:
- - https://securityfence.mfa.gov.il/mfm/Data/48152.doc

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Three Years of Israeli Violations of International Humanitarian Law in the Occupied Palestinian Territories: The Need for Accountability:
- https://www.palestine-pmc.com/details.asp?cat=3&id=340

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Comunicato stampa del Comitato internazionale della Croce rossa: Israel/Occupied and Autonomous Palestinian Territories: West Bank Barrier causes serious humanitarian and legal problems (18 febbraio 2004) https://www.icrc.org/Web/Eng/siteeng0.nsf/iwpList4/F06BB484D900B227C1256E3E00324D96

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Amnesty International, Israel and the Occupied Territories: The place of the fence/wall in international law (19 febbraio 2004):
- https://web.amnesty.org/library/index/engmde150162004

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Oxford Public Interest Lawyers, International Law Opinion on the Legal Consequences of Israel's Construction of a Separation Barrier in the Occupied Territories:
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- https://users.ox.ac.uk/~magd1538/OXPIL.htm

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International Humanitarian Law Research Initiative, Portale sul diritto internazionale umanitario in Israele e nei territori occupati:
- https://www.ihlresearch.org/opt/

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American Society of International Law Insights. The UN General Assembly Requests a World Court Advisory Opinion On Israel's Separation Barrier (a cura di P. Bekker):
- - https://www.asil.org/insights/insigh121.htm

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Iniziative e appelli della società civile contro la costruzione del muro:
- https://www.oneworld.net/article/view/79733/1/
- https://unimondo.oneworld.net/article/view/78681/
- https://italy.stopthewall.org/news/2004/02/40.php
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Aggiornato il

16/7/2009