Nazioni Unite: le carenze di bilancio minano gravemente il lavoro degli organi di protezione dei diritti umani
I trattati sui diritti umani adottati dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite che hanno dato vita a Comitati di protezione dei diritti umani (treaty bodies) sono 10: Convenzione internazionale sull'eliminazione di ogni forma di discriminazione razziale (1965), Patto internazionale sui diritti civili e politici (1966), Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali (1966), Convenzione sull’eliminazione di tutte le forme di discriminazione nei confronti delle donne (1979), Convenzione internazionale contro la tortura ed altre pene o trattamenti crudeli, disumani o degradanti (1984), Protocollo opzionale alla Convenzione internazionale contro la tortura ed altre pene o trattamenti crudeli, disumani o degradanti (2003), Convenzione internazionale sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza (1989),Convenzione internazionale sulla protezione dei diritti di tutti i lavoratori migranti e dei membri delle loro famiglie (1990), Convenzione internazionale sui diritti delle persone con diabilità (2006), Convenzione internazionale per la protezione di tutte le persone dalla sparizione forzata (2006).
La funzione principale dei Comitati è di verificare l’attuazione, nel paese contraente, delle norme sancite a livello internazionale. Sono composti da un numero di membri che varia dai 10 ai 18. Sono esperti indipendenti dai governi che li hanno nominati sulla base della loro esperienza riconosciuta nel campo dei diritti umani.
I Comitati svolgono specifiche funzioni in accordo con quanto previsto dai Trattati che li hanno creati. Esaminano i rapporti periodici che gli Stati hanno l’obbligo di presentare. Possono ricevere informazioni sulla situazione dei diritti umani di un Paese da altre fonti, quali ONG, Agenzie delle NU, altre organizzazioni internazionali, istituzioni accademiche, media. Il Comitato discute il rapporto insieme ai rappresentanti governativi e poi pubblica le sue raccomandazioni, sotto il nome di “osservazioni conclusive”. In aggiunta a tale procedura, alcuni Comitati possono svolgere ulteriori funzioni di monitoraggio attraverso altri tre meccanismi: la procedura di indagine; l’esame di comunicazioni interstatali; l'esame di comunicazioni individuali. In quest’ultimo caso il Comitato non ha il potere di emettere sentenze, ha però quello di entrare nel merito e dichiarare se c’è stata violazione di diritti nonché di intimare allo stato di riparare all’illecito compiuto. I Comitati inoltre pubblicano la loro interpretazione del contenuto delle norme sui diritti umani, conosciuta come general comment.
Attualmente, operano i seguenti Comitati: Comitato per l'eliminazione della discriminazione razziale, Comitato per i diritti umani (civili e politici), Comitato per i diritti economici, sociali e culturali, Comitato per l'eliminazione della discriminazione contro le donne, Comitato contro la tortura, Sottocomitato per la prevenzione della tortura, Comitato sui diritti dell'infanzia, Comitato per i lavoratori migranti, Comitato per i diritti delle persone con disabilità, Comitato per le sparizioni forzate.
Ad aprile 2019, i Presidenti di tutti e dieci i “Treaty bodies” sono stati informati che molto probabilmente nel corso del 2019 le sessioni di sei di questi organi dovranno essere cancellate per motivi finanziari - una conseguenza senza precedenti dovuta al ritardo di alcuni Stati membri nei pagamenti dovuti all’organizzazione.
Ciò significa che le revisioni già programmate con gli Stati, nonché l'esame delle denunce delle singole vittime di gravi violazioni dei diritti umani - incluse torture, uccisioni extragiudiziali, sparizioni forzate - non avranno luogo come previsto. La cancellazione delle sessioni avrà anche numerose altre conseguenze negative e minerà seriamente il sistema di protezioni che gli stessi Stati hanno messo in atto per decenni.
I Presidenti dei dieci Comitati sono profondamente preoccupati per le conseguenze pratiche dell'annullamento di tali sessioni e hanno inviato una lettera al Segretario generale delle Nazioni Unite e all'Alto Commissario per i diritti umani, chiedendo che, insieme agli Stati membri, si adoperino per trovare il modo di affrontare questa situazione con carattere d'urgenza.