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Durante la presentazione dell'ultimo report al Consiglio Diritti Umani, lo Special Rapporteur delle Nazioni Unite sulle Persone con Disabilità, Gerard Quinn, ha precisato come l’intelligenza artificiale, oltre a portare molti benefici nella vita delle persone con disabilità e facilitare la loro inclusione nella società, possa anche causare discriminazioni.
Lo Special Rapporteur ha sottolineato come, nonostante la discussione sull’impatto e le possibili criticità che le IA potrebbero generare per diritti delle persone con disabilità stia via via acquisendo uno spazio sempre più grande nel dibattito pubblico, ci sia ancora troppa poca attenzione per le sfide poste dall’IA al pieno godimento di alcuni diritti da parte delle persone con disabilità, in particolare la salvaguardia della privacy, diritto all’autonomia e alla vita indipendente, all’educazione e al lavoro.
I meccanismi di intelligenza artificiale sono sempre più utilizzati nel processo di accesso al mondo del lavoro. Una delle falle è il rischio di abilismo: l’algoritmo potrebbe selezionare alcune persone con disabilità come inabili al lavoro sulla base della disabilità stessa, scartandole prima di esaminarne il curriculum.
Nelle sue raccomandazioni finali, lo Special Rapporteur ha invitato Stati, mondo del business e società civile a collaborare nell’utilizzare la tecnologia al massimo del suo potenziale benefico, nel rispetto dei diritti umani di tutti, comprese le persone con disabilità, considerando la piena realizzazione dei diritti di queste ultime come uno dei punti cardine del dibattito sulle nuove tecnologie.
25/5/2022