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Nazioni Unite: un Rapporto dell’Alto Commissariato per i Diritti Umani documenta l'impatto sui diritti umani della sospensione dell’accesso a internet (“internet shutdowns”)

Una giovane donna lavora al computer in Tunisia. Una dichiarazione congiunta di esperti di diritti globali esorta gli Stati a riconoscere il diritto delle persone a utilizzare Internet come "condizione essenziale" per esprimere le proprie opinioni.
© World Bank/Arne Hoel

L’Ufficio dell’Alto Commissariato per i Diritti Umani ha pubblicato un rapporto che documenta i rischi e le preoccupazioni legati ai casi di internet shutdown che si verificano nel mondo.
Le sospensioni dell’accesso a internet, o “internet shutdowns”, possono essere definite come interruzioni intenzionali di Internet e/o delle comunicazioni elettroniche, rendendo queste inaccessibili o, di fatto, inutilizzabili, per una popolazione specifica o all'interno di un luogo, spesso con il fine di esercitare un controllo sul flusso di informazioni.

La direttrice del Thematic Engagement, Special Procedures and Right to Development Division of the UN Human Rights Office (OHCHR), Peggy Hicks, durante una conferenza stampa alle Nazioni Unite, in Ginevra, ha affermato: “Quando vedete il verificarsi di un internet shutdown, è il momento di iniziare a preoccuparsi per i diritti umani”. La direttrice ha spiegato, poi, che gli eventi internet shutdown rendono più evidente il divario digitale tra i diversi paesi del mondo, con particolare riferimento a paesi e nazioni in cui i diritti umani non sono adeguatamente tutelati.

Nella maggior parte dei casi in cui si verificano le interruzioni intenzionali dell'accesso a internet, gli Stati, che spesso ne sono i responsabili, si rifiutano di ammettere di aver causato lo shutdown, e fanno in modo che le compagnie di telecomunicazioni non divulghino informazioni, complicando la successiva raccolta di informazioni in merito ai modi e tempi con cui l’interruzione si è verificata, nonché in merito alle sue conseguenze; nei casi in cui i governi statali ammettano di aver causato l’interruzione dell’accesso a internet, tendono a giustificarla con motivi di sicurezza nazionale.
A questo proposito Peggy Hicks ha riportato che “199 chiusure sono state giustificate da problemi di sicurezza pubblica e 150 da motivi di sicurezza nazionale. Ma molti di questi shutdown sono stati seguiti da picchi di violenza”.

È stato osservato che le sospensioni dell’accesso a internet e alle telecomunicazioni hanno gravi ripercussioni su tutti i settori economici, data la sempre maggior dipendenza delle imprese e del commercio dalle tecnologie digitali.
Il rapporto esorta gli Stati ad astenersi dall'imporre internet shutdowns, a massimizzare l'accesso a Internet e a rimuovere i molteplici ostacoli alla comunicazione. Il rapporto, inoltre, incoraggia le aziende a condividere le informazioni sulle interruzioni e a garantire che adottino tutte le misure legali possibili per evitare le interruzioni che sono state richieste.

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