diritti economici, sociali e culturali

Rapporto OXFAM 2024: Inequality Inc.

I lavoratori dell'industria tessile protestano per chiedere un
aumento del salario minimo a Dhaka, in Bangladesh
31 ottobre 2023.
Foto di Kazi Salahuddin Razu/NurPhoto tramite Getty Images.
© Photo by Kazi Salahuddin Razu/NurPhoto via Getty Images.

Dal 2020, il mondo ha assistito al raddoppio della ricchezza dei cinque miliardari più ricchi nel mondo, mentre circa cinque miliardi di persone nel mondo sono precipitate nella povertà. La cruda realtà persiste: ci vorrebbero 230 anni per eradicare la povertà, mentre un triliardario potrebbe emergere entro un decennio.

La ricchezza dei cinque miliardari più ricchi si è raddoppiata in questo decennio, parallelamente a un aumento del 60% della povertà globale. Le pratiche aziendali, dallo sfruttamento dei lavoratori all'evasione fiscale, contribuiscono a questo squilibrio evidente. Oxfam lancia un avvertimento severo: senza intervento, l'ineguaglianza estrema potrebbe diventare la nuova norma.

La ricchezza dei miliardari è aumentata del 34%, accumulando $3,3 trilioni in questo decennio. Il Global North, che ospita il 21% della popolazione, possiede il 69% della ricchezza privata e il 74% della ricchezza dei miliardari. I profitti aumentano per le grandi aziende, con l'82% che beneficia degli azionisti ricchi.

Il rapporto rivela il nesso tra l'aumento della ricchezza dei miliardari e il potere aziendale, svelando che l'1% possiede il 43% degli asset finanziari globali. Tra le prime 50 aziende, i miliardari occupano posizioni chiave nel 34%, vantando una capitalizzazione di mercato combinata di $13,3 trilioni.

L'epoca attuale vede le aziende controllare i mercati, plasmare gli scambi e lucrare senza restrizioni, influenzando settori come la farmaceutica, la tecnologia e l'agricoltura, con conseguente aumento dei prezzi e riduzione della concorrenza.

Il potere delle imprese sopprime i salari, causando una perdita di 1.500 miliardi di dollari per 791 milioni di lavoratori in due anni, colpendo in modo sproporzionato le donne e le persone razzializzate, e contribuendo al contempo al cambiamento climatico, con un impatto sproporzionato sulle comunità emarginate. Il potere delle imprese invade il settore pubblico, mercificando i servizi essenziali e approfondendo le disuguaglianze. Inoltre, le imprese si adoperano per l'elusione fiscale, riducendo il gettito fiscale delle imprese e deprivando i governi, soprattutto nel Sud del mondo.

Il rapporto si conclude con tre misure pratiche per frenare il potere aziendale:

  • I governi devono fornire attivamente servizi pubblici, investire in infrastrutture e esplorare i monopoli pubblici.

  • Rompere i monopoli, potenziare i lavoratori e aumentare significativamente le tasse sulle aziende e sui ricchi.

  • I governi dovrebbero promuovere modelli commerciali equi, sostenere le cooperative di lavoratori e utilizzare strumenti economici per incentivare pratiche aziendali responsabili.

La rivitalizzazione dello stato emerge come tema centrale nel contrastare il potere aziendale e l'ineguaglianza. Si esorta i governi a agire come fornitori di beni pubblici, influenzatori dei mercati, correttori delle inefficienze di mercato e proprietari/gestori di imprese commerciali nazionali. Il ruolo proattivo dello stato comprende la garanzia di servizi pubblici che contrastano l'ineguaglianza, investire in infrastrutture critiche, esplorare i monopoli pubblici, potenziare la trasparenza e far rispettare le normative per garantire che il settore privato serva il bene comune.

Si invita i governi a utilizzare il loro potere per frenare gli eccessi aziendali, concentrandosi sulla rottura dei monopoli privati, sul contenimento del potere aziendale e sulla democratizzazione del commercio. Si traggono insegnamenti dai successi storici nel contrastare la concentrazione della ricchezza. Potenziare i lavoratori e le comunità, garantire salari dignitosi e impegnarsi per giustizia climatica e di genere sono passi cruciali. Misure vincolanti per salvaguardare i diritti delle donne e delle persone discriminate, insieme a una dovuta diligenza ambientale e dei diritti umani, sono ritenute essenziali.

Il rapporto sottolinea la necessità che i governi plasmino attivamente e ripropongano il settore privato. Oltre alle aziende orientate al profitto, si mette l'accento sulla promozione di imprese che danno priorità agli interessi dei lavoratori e delle comunità: cooperative di lavoratori, imprese sociali e entità del commercio equo. Si sollecita i governi a fornire supporto finanziario a tali imprese equitabili, utilizzando strumenti economici e appalti pubblici per favorire modelli commerciali responsabili.

In un mondo in cui l'ineguaglianza è una sfida globale, il rapporto sottolinea l'importanza dell'azione multilaterale. Istituzioni globali come il G20, guidate da governi influenti, sono posizionate per svolgere un ruolo cruciale nel fissare obiettivi chiari per la riduzione dell'ineguaglianza. Il rapporto si allinea alla proposta che ogni nazione dovrebbe puntare a una situazione in cui il 40% più povero della popolazione abbia un reddito paragonabile al 10% più ricco, nota come Palma di 1.

Un mondo più equo è possibile se i governi regolano e ristrutturano efficacemente il settore privato.



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