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18/3/2023

Rapporto annuale 2023 ILGA-Europe sulla situazione dei diritti umani delle persone LGBTI in Europa e Asia centrale

Secondo il rapporto annuale ILGA-Europe della situazione dei diritti umani delle persone LGBTI in Europa e Asia centrale, lanciata il 20 febbraio 2023 a Bruxelles, il 2022 è stato l'anno più violento per le persone LGBTI in tutta la regione negli ultimi dieci anni, sia attraverso attacchi intenzionali e brutali e attraverso suicidi a seguito di crescenti e diffusi discorsi di odio da parte di politici, leader religiosi, organizzazioni di destra ed esperti di media.

Il rapporto rileva che gli attacchi contro le persone LGBTI con una volontà consapevole e deliberata di uccidere e ferire sono aumentati a livelli senza precedenti, tra cui due attacchi terroristici al di fuori dei bar LGBTI in Norvegia e Slovacchia, che hanno causato quattro morti e 22 mutilati.

Evelyne Paradis, direttrice esecutiva di ILGA-Europe, ha sottolineato che i discorsi d'odio anti-LGBTI non provengono solo dagli angoli, da leader marginali o da aspiranti autocrati, ma sono un fenomeno in crescita anche all'interno dei Paesi progressisti e tolleranti.

Secondo Paradis, le reazioni di orrore dei politici di fronte alle uccisioni di persone LGBTI e le chiare espressioni di solidarietà non sono sufficienti". I nostri leader devono trovare il modo di combattere proattivamente l'aumento dei discorsi di odio, piuttosto che ritrovarsi nella posizione di reagire alle sue conseguenze."

Tuttavia, ci sono anche buone notizie, infatti diversi Paesi hanno mostrato molti progressi grazie agli attivisti e alle loro comunità. Il loro impegno è stato riconosciuto da Katrin Hugendubel, Advocacy Director di ILGA-Europe, che ha celebrato il lavoro svolto dagli attivisti LGBTI, come si è visto in Spagna e in Finlandia, dove sono stati compiuti enormi sforzi per per salvaguardare con successo il riconoscimento legale di genere, nonostante le feroci opposizioni

Paradis ha descritto questo rapporto come una narrazione di cause ed effetti che non scomparirà o diminuirà fino a quando i politici capiranno che devono prevenire il problema. I politici sono chiamati ad affrontare il discorso dell'odio in tutte le sue forme, invece di ritrovarsi sulla difensiva, esprimendo cordoglio per le famiglie delle vittime, o per coloro che si sono tolti la vita, mentre l'odio continua ad essere favorito e sfruttato.