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L’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni ha pubblicato il World Migration Report 2020, la fonte principale per conoscere dati e tendenze sulla mobilità umana a livello globale che l’OIM si impegna a produrre dal 2000.
Nel 2019 il numero di migranti internazionali è cresciuto arrivando a circa 272 milioni, pari al 3,5% della popolazione mondiale. In 50 anni il numero di immigrati nel mondo è quasi quadruplicato (era pari a 84 milioni nel 1970). Poco più della metà (52%) dei migranti è di sesso maschile e tre quarti si trova in età lavorativa (20-64 anni).
Nonostante il numero di migranti internazionali sia aumentato in tutte le regioni delle Nazioni Unite, in Europa e Asia è cresciuto in modo significativo. L’India rimane il paese con il maggior numero di emigrati all’estero (17,5 milioni), seguita da Messico e Cina (rispettivamente 11,8 milioni e 10,7 milioni). Gli Stati Uniti, invece, sono il principale paese di destinazione con 50,7 milioni di immigrati internazionali, seguito dall’Arabia Saudita con 13,1 milioni e dalla Russia con 11,9 milioni. Di tutte le persone che si spostano a livello globale (272 mln), i migranti per motivi di lavoro sono stimati in un numero pari a 164 milioni.
Secondo il UNHCR Global Trend Report la popolazione di migranti forzati, invece, ammonta a 79,5 milioni di persone, di cui 45,7 milioni di sfollati interni, 26 milioni di rifugiati (la Siria rimane al primo posto con 6,6 milioni seguita dal Venezuela), e 4,2 milioni di richiedenti asilo. Il numero di apolidi a livello globale ammonta a 4,2 milioni (la Costa D’Avorio è al primo posto con 955.000, seguita dal Bangladesh con 854.000, dal Myanmar con 600.000 e dalla Thailandia con 475.000).
Dalla pubblicazione del World Migration Report 2018 in relazione ai flussi migratori del 2017, il mondo è stato testimone di un cambiamento storico a livello mondiale, con gli Stati membri delle Nazioni Unite che si sono riuniti per finalizzare due patti globali sulle manifestazioni internazionali di migrazione e di sfollamento: il Global Compact per una migrazione sicura, ordinata e regolare, e il Global Compact sui rifugiati. La finalizzazione dei patti è il risultato di decenni di sforzi da parte di Stati, organizzazioni internazionali, organizzazioni della società civile e altri attori (come le organizzazioni del settore privato) per migliorare il modo in cui la migrazione è governata a livello internazionale.
Negli anni precedenti all’accordo tra gli Stati, numerosi dialoghi, workshop, consultazioni ed eventi collaterali a livello internazionale, regionale, nazionale e locale hanno permesso la condivisione di diverse "realtà" migratorie e i numerosi settori di interesse comune si sono ampliati attraverso una più profonda comprensione dei benefici della migrazione e delle sfide che essa può presentare.
16/3/2021