Unione Africana: Summit internazionale sui matrimoni precoci
Il 26 e il 27 novembre 2015 si svolge a Lusaka, in Zambia, l'"African Girl’s Summit on Ending Child Marriage in Africa”, organizzato dalla Commissione dell’Unione Africana per combattere i matrimoni infantili in Africa.
Il Summit vedrà la partecipazione di membri della Commissione dell’Unione Africana, rappresentanti degli Stati e dei relativi ministeri incaricati dello sviluppo sociale e delle politiche per i minori, leader religiosi e locali, rappresentanti di ONG nell’ambito della protezione dei bambini ed infine agenzie ONU.
Il meeting si propone di condividere le esperienze degli Stati e le buone pratiche adottate finora, rinnovare l’impegno nella protezione e promozione dei diritti umani, discutere sui successi ottenuti e le rimanenti o nuove sfide da affrontare ed infine aumentare la consapevolezza e l’informazione sui matrimoni precoci, al fine di eliminare questa pratica.
Nello specifico, il programma della conferenza affronta i temi dell’impatto delle tradizioni e dei costumi locali sui matrimoni precoci, l’empowerment delle bambine e delle donne, la promozione di una cultura rispettosa dei diritti delle donne e dei bambini, la violenza di genere e le mutilazioni genitali femminili, il potenziamento del quadro legislativo nella prevenzione dei matrimoni precoci ed infine la necessità di creare una rete a livello locale, nazionale e regionale per la promozione dei diritti umani.
Questa iniziativa è parte della campagna “End child marriage”, lanciata dall’Unione Africana e altri partner il 29 maggio 2014, al fine di contrastare questa pratica ancora molto diffusa nei paesi africani. Il divieto dei matrimoni precoci trova fondamento nell’articolo 21(2) della Carta Africana sui diritti e il benessere dei bambini del 1999, nel punto 5 dello Strategic Plan 2014-2017 dell’Unione Africana e al punto 51 dell’Agenda 2063.
Come si legge nel documento ufficiale della Conferenza, “i matrimoni precoci rappresentano una violazione dei diritti umani che privano le bambine del loro diritto alla salute, di vivere in sicurezza e di scegliere se, quando e chi sposare. E’ una pratica pericolosa che viola i diritti dei bambini e li priva della possibilità di seguire le proprie aspirazione e di ricevere un’educazione”.