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The Human Rights to Water: Recent Positive Steps and the Way Ahead

Emanuele Fantini (2005)

Contenuto in:

Pace diritti umani - Peace Human Rights, 2/2005

Tipologia pubblicazione

: Articolo / Saggio

Pagine

: 123-136

Lingua

: EN

Contenuto

Il diritto umano all’acqua: recenti passi avanti e una strada ancora
lunga 
Emanuele Fantini

Nel corso degli ultimi anni sono stati compiuti diversi tentativi per colmare la grave lacuna rappresentata dalla mancanza di un riconoscimento esplicito del diritto all’acqua nei principali strumenti internazionali per la tutela dei diritti umani. Il contributo più rilevante è stato senza dubbio offerto dal General Comment n. 15 del 2002, con cui il Comitato per i Diritti Economici, Sociali e Culturali chiarisce contenuti e obblighi dei governi in relazione al diritto all’acqua, considerato componente essenziale per la piena realizzazione del diritto a un livello di vita adeguato e del diritto alla salute. Questo autorevole pronunciamento ha facilitato e legittimato l’azione di quanti si battono per il riconoscimento del diritto all’acqua e per la sua effettiva protezione a cominciare dalla legislazione e dai tribunali nazionali. I casi del referendum con cui l’Uruguay ha inserito nella sua Costituzione un esplicito riferimento al diritto all’acqua, così come le sentenze in cui tale diritto è stato concretamente applicato da corti argentine e indiane, costituiscono precedenti significativi. Prendendo spunto da queste esperienze, l’articolo esplora le possibilità di promuovere un approccio basato sui diritti umani nelle attuali politiche internazionali in materia di risorse idriche, con particolare attenzione alle strategie per il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio delle Nazioni Unite. Per fare veramente la differenza, questo approccio dovrebbe puntare sull’introduzione nelle politiche di sviluppo di meccanismi di accountability, che permettano a individui e comunità locali di influire nell’elaborazione e nella realizzazione dei progetti di cui vengono ufficialmente considerati come «beneficiari» e di ottenere giustizia nel caso qualcosa vada storto.

Aggiornato il

07/10/2010