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Manoscritti di versioni provvisorie della Dichiarazione universale dei diritti umani, durante i lavori di redazione del testo.
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Dichiarazione e Programma di Azione di Cotonou: “I Rifugiati in Africa: le Sfide della Protezione e delle Soluzioni” (2004)

Data di adozione

3/6/2004

Organizzazione

UA - Unione Africana

Annotazioni

Adottata dai Rappresentanti degli Stati africani nell’ambito della Conferenza Parlamentare africana di Cotonou, Benin, 1-3 giugno 2004, organizzata dall’Unione Parlamentare Africana con il sostegno di UNHCR, Unione Inter-Parlamentare e in associazione con il Comitato Internazionale della Croce Rossa.

Testo in lingua originale (inglese)

Allegati


Dichiarazione e Programma di Azione di Cotonou: “I Rifugiati in Africa: le Sfide della Protezione e delle Soluzioni” (2004)

Dichiarazione

Noi, Rappresentanti e Membri delle Assemblee Parlamentari Nazionali di Algeria, Angola, Benin, Burkina Faso, Camerun, Ciad, Costa d'Avorio, Repubblica Democratica del Congo, Egitto, Eritrea, Etiopia, Gabon, Ghana, Gambia, Guinea, Liberia, Mali, Marocco, Niger, Nigeria, Senegal, Sierra Leone, Sudan, Swaziland, Togo, e Uganda,

Incontratici a seguito dell'invito dell'Assemblea Nazionale del Benin, dall'1 al 3 giugno 2004 a Cotonou, nel corso della Conferenza su "I Rifugiati in Africa: le sfide della protezione e delle soluzioni", organizzata dall'Unione Parlamentare Africana (APU) con il supporto dell'Ufficio dell'Alto Commissariato per i rifugiati delle Nazioni Unite (UNHCR) e l'Unione Interparlamentare (IPU), e in associazione con il Comitato Internazionale della Croce Rossa (ICRC), e presieduta dal Rappresentante dell'Assemblee Nazionali del Benin, l'Onorevole Kolawolé A. Idji,

Riconoscendo che nessun paese è immune dal rischio di generare e ricevere i flussi di rifugiati, e che quindi la protezione degli stessi è un dovere condiviso fra tutti gli Stati ed è una questione di rispetto dei diritti umani fondamentali,

Profondamente preoccupati per il numero di situazioni di rifugiati protratte nel tempo e per la continua presenza di numerose popolazioni di sfollati interni in Africa, così come per la presenza di elementi armati all'interno dei campi dei rifugiati e per l'arruolamento forzato, per le serie violazioni del principio universalmente riconosciuto del non respingimento (non-refoulement), per la crescente xenofobia e intolleranza nei confronti dei rifugiati, e per le minacce alla integrità fisica, in particolar modo delle donne e dei bambini, in quanto vulnerabili alla violenza sessuale e di genere, ma anche degli anziani,

Rendendo omaggio ai Paesi Africani che per decenni hanno fornito protezione e soluzioni ai rifugiati a prescindere dalle risorse limitate,

Impegnati a fare qualsiasi cosa in nostro potere per mantenere la generosa tradizione dell'asilo nel continente africano, e per assicurare che i rifugiati ricevano l'effettiva protezione e abbiano accesso il prima possibile a soluzioni durevoli,

Considerando che, come conseguenza dei numerosi processi di pace in corso in Africa, supportati fermamente dall'Unione Africana e dai suoi Stati Membri, c'è oggigiorno un potenziale enorme per (ottenere) soluzioni durevoli per i problemi dei rifugiati, specialmente rispetto al rimpatrio volontario e alla reintegrazione sostenibile,

Consapevoli dei dilemmi posti dai movimenti misti di rifugiati che fuggono la persecuzione o la guerra e persone che migrano per ragioni economiche,

Apprezzando il contributo sostanziale che la

"New Partnership for Africa's Development" (NEPAD), il Consiglio di Sicurezza e di Pace dell'Unione Africana, come il G8 Africa Action Plan, possono dare nello stimolare lo sviluppo economico e il mantenimento della pace in Africa,

Riconoscendo che la Convenzione di Ginevra del 1951 sui rifugiati, insieme al relativo Protocollo del 1967, così come integrata dalla Convenzione OUA del 1969 che regola gli aspetti specifici dei problemi dei rifugiati in Africa, rimangono il fondamento del regime internazionale di protezione dei rifugiati in Africa, e che hanno fornito una struttura flessibile all'interno della quale milioni di rifugiati sono stati in grado di salvarsi da conflitti armati e persecuzioni,

Evidenziando la perdurante validità e importanza dell'ampia definizione di rifugiato sancita nella Convenzione dell'OUA del 1969 sui rifugiati,

Riconoscendo che una comprensione della situazione difficile dei rifugiati promuove l'accettazione laddove l'ignoranza genera ostilità; che la protezione dei rifugiati include non solo la protezione giuridica e fisica, ma anche la capacità di condurre una vita di senso e dignitosa durante l'esilio; e che questo richiede il rafforzamento dei rifugiati per essere indipendenti, così che essi possano dare un contributo positivo alla vita delle comunità ospite e definire soluzioni durevoli,

Convinti della necessità di ulteriori effettive misure preventive a livello nazionale, regionale e internazionale per affrontare le cause dei flussi dei rifugiati e altre forme di trasferimento forzato, e per prevenire lo scoppio o la continuazione di un conflitto armato,

Riconoscendo che la good governance, il rispetto dello stato di diritto e dei diritti umani rappresentano la miglior forma di prevenzione, contribuiscono altresì alla pace, alla stabilità e allo sviluppo economico,

Apprezzando il ruolo fondamentale ricoperto dall'UNHCR e da ICRC, nel rispetto dei loro rispettivi mandati, nel proteggere e assistere i rifugiati, nel trovare soluzioni durevoli ai loro problemi, e nel proteggere ed assistere i civili nel corso dei conflitti,

Desiderosi che la Conferenza Parlamentare Regionale su "I Rifugiati in Africa: le sfide della protezione e delle soluzioni", e il suo precedente, la Conferenza Parlamentare Africana del 2002 sul Diritto Internazionale Umanitario per la Protezione dei Civili nel corso dei Conflitti Armati, danno inizio ad un processo volto a rafforzare il rispetto delle leggi sui rifugiati internazionali, dei diritti umani e del diritto umanitario nei nostri Stati,

Determinati a trovare soluzioni durevoli alla situazione problematica dei rifugiati, continuando ciononostante a fornire una protezione effettiva,

Con questo atto adottiamo l'annesso Programma d'Azione, che sottolinea varie possibilità di intervento per i Parlamenti, e di conseguenza:

Nell'onorare e rafforzare i principi internazionali sui rifugiati, dei diritti umani e umanitari:

1. Promettiamo il nostro continuo impegno a rafforzare il rispetto dei principi umanitari e a costruire sugli impegni contenuti nella Dichiarazione Finale di Niamey del 2002, e riaffermiamo la nostra determinazione ad assicurare che i nostri Stati e tutte le parti in un conflitto armato onorino i loro obblighi previsti dal diritto internazionale dei rifugiati, dei diritti umani e umanitario.

Nel ricercare soluzioni a lungo termine:

2. Riconosciamo che venga promossa, come primo passo, l'indipendenza dei rifugiati come mezzo fondamentale per diminuire la dipendenza, massimizzare l'iniziativa e i contribuiti potenziali degli stessi, e prepararli a soluzioni di lungo periodo.

3. Ci impegniamo a promuovere delle condizioni che conducano all'implementazione di soluzioni durevoli per i rifugiati, particolarmente, in vista del loro rimpatrio volontario nel paese di origine o, se del caso, per la loro integrazione locale nel paese di asilo, o il nuovo insediamento in un paese terzo, riconoscendo che il successo delle soluzioni a lungo termine dipende in larga parte dalla disponibilità di risorse adeguate fornite in uno spirito di solidarietà internazionale e di responsabilità condivisa.

4. Ci appelliamo all'UNHCR, ai partner per lo sviluppo e alle istituzioni finanziarie internazionali e regionali, per duplicare i loro sforzi nel supportare i paesi di asilo nell'agevolare l'autonomia dei rifugiati, e ai paesi di origine per assicurare una reintegrazione sostenibile successiva al ritorno dei rifugiati.

Nell'assicurare ai rifugiati protezione fisica e giuridica:

5. Ci impegniamo a proteggere i rifugiati e i richiedenti asilo, in particolar modo le donne e i bambini, da tutte le forme di abuso, negligenza, sfruttamento e violenza, riconoscendo che gli Stati che ospitano i rifugiati sostengono la responsabilità della loro protezione fisica.

Nel mantenere il carattere civile e umanitario dell'asilo:

6. Ci impegniamo ad assicurare che le autorità competenti salvaguardino la natura civile e il carattere umanitario dell'istituzione dell'asilo e dei campi e degli insediamenti per i rifugiati, senza i quali i principi base della protezione dei rifugiati sarebbero compromessi.

Rafforzare il ruolo del Parlamento.

7. Risoluti ad assicurare che i nostri parlamenti adempiano al loro ruolo nei processi di accessione agli strumenti del diritto internazionale dei rifugiati, dei diritti umani e del diritto umanitario, nell'adozione di riforme delle legislazioni nazionali in conformità con gli standard internazionali, assicurando che fondi adeguati siano destinati all'implementazione di tale legislazione, e sorvegliando sul lavoro dell'Esecutivo.

8. Ci impegniamo ad incoraggiare un dibattito ad ampio raggio sullo stato delle legislazioni nazionali per implementare il diritto internazionale sui rifugiati, dei diritti umani e umanitario, e sulle pratiche e sulle situazioni rilevanti che richiedono la nostra attenzione.

9. Incoraggiamo i nostri parlamenti nazionali a stabilire un comitato permanente, o un sotto-comitato, che si occupi di tutte le questioni di diritto dei rifugiati e di diritto internazionale umanitario.

Promuovere un cambiamento dei comportamenti verso i rifugiati

10. Ci impegniamo, come uomini e donne eletti dai popoli, a fare tutto quanto è in nostro potere per favorire un atteggiamento positivo nei confronti dei rifugiati e degli sfollati, così da migliorare la loro protezione ed assicurare il loro contributo allo sviluppo socio-economico delle comunità ospitanti.

11. Ci impegniamo ad astenerci dal perpetuare stereotipi negativi sui rifugiati e ad assicurare che essi non siano sfruttati politicamente, anche durante i periodi di campagna elettorale.

Implementando azioni supplementari

12. Ci impegniamo a far pervenire tale Dichiarazione e il Programma d'Azione all'attenzione dei nostri Governi, e a sollecitare le autorità competenti ad adottare tutte le misure necessarie per prestare attenzione e per assumere le preoccupazioni ivi riflesse.

13. Determinati a rafforzare la nostra cooperazione con l'UNHCR sulle questioni che concernono i rifugiati e i rimpatriati.

14. Ci impegniamo a riferire all'Unione Parlamentare Africana dei progressi nell'implementazione di questo Programma di Azione nei nostri paesi, nonché dei progressi sugli obiettivi sanciti nella Dichiarazione Finale di Niamey.

15. Richiediamo agli organizzatori della Conferenza di inoltrare tale Dichiarazione ed il Programma d'Azione all'Unione Africana per informazione e distribuzione all'Assemblea dei Capi di Stato e di Governo, al Consiglio Esecutivo e al Parlamento Pan-Africano. Richiediamo loro inoltre di far pervenire tale Dichiarazione ed il Programma d'Azione agli organi competenti dell'Unione Parlamentare Africana, all'Unione Inter-Parlamentare, all'UNHCR e a ICRC, nonché a tutti gli altri attori rilevanti, alle organizzazioni delle Nazioni Unite e ai partner per lo sviluppo.

16. Richiediamo all'Unione Parlamentare Africana, a IPU, all'UNHCR e a ICRC di diffondere ampiamente tale Dichiarazione ed il Programma d'Azione di questa Conferenza per facilitarne il seguito.

17. Richiediamo all'Unione Parlamentare Africana di assicurare che anche il "Follow-Up Committee" della Conferenza di Niamey dia seguito alla Conferenza di Cotonou ed al Programma d'Azione, e che riporti i suoi risultati al Comitato di IPU per la Promozione del Rispetto del Diritto Internazionale Umanitario.

18. Chiediamo all'Unione Parlamentare Africana di verificare con l'Unione Inter-Parlamentare, con UNHCR e ICRC, la possibilità di convenire in una conferenza nel 2006 per esaminare i progressi fatti sul seguito delle conferenze di Niamey e di Cotonou.

Aggiornato il

08/06/2018