1. Il Difensore civico (DC) non fa ancora parte della cultura giuridica e politica del nostro paese.
Che a nessuno venga il sospetto che il "veramente nuovo" in Italia passi anche attraverso l'istituto, rectius la sana cultura del Difensore civico?
Anche nell'ambiente universitario, laddove se ne parla, lo si fa ancora in termini molti problematici, se non addirittura di alternativa: difensore civico sì, difensore civico no. Mi pare che questa carenza (o forse supponenza) della corrente dottrina giuridica discenda dalla perdurante enfasi che viene posta sulla "giustizia amministrativa", precludendo così di vedere il DC nella sua giusta luce e di coglierne la vera identità.
Taluno, per tagliar corto, si appiglia alla modesta rilevanza dell'esperienza fin qui realizzata in Italia - senza tener conto della povertà di risorse strumentali messe a disposizione dei Difensori civici attualmente in funzione - per concludere che quello del DC è un istituto inutile, che aggiunge lourdeur al già affardellato sistema della pubblica amministrazione italiana.
Più in generale, pare persistere in materia l'approccio che definisco della superfluità, dell'intrusione e del velleitarismo: il DC come l'intruso nel nostro ordinamento, anzi nel sotto-sistema "giustizia amministrativa", più o meno estensivamente intesa, del nostro ordinamento [...]