Posizionare i diritti umani al centro dell’agenda euromediterranea: dalla promozione del dialogo interculturale nella regione, al riconoscimento di diritti di cittadinanza euromediterranea
Pietro de Perini
L’articolo ipotizza che lo sviluppo di una strategia organica e condivisa per la promozione e la protezione dei diritti umani nella regione euromediterranea possa introdurre innovazioni sostanziali per il raggiungimento di una potenziale integrazione regionale, consentendo, nel lungo periodo, il riconoscimento formale di specifici diritti di cittadinanza per tutte le persone che vivono nei Paesi membri dell’Unione per il Mediterraneo.
Dal momento che un’iniziativa di questo tipo non è prevista nell’agenda euromediterranea, nonostante i diritti umani siano considerati obiettivo ed elemento fondamentale nelle diverse tappe del Processo di Barcellona, l’articolo individua un interstizio possibile per la sua realizzazione negli sforzi regionali per la promozione del dialogo interculturale.
Basandosi sul profondo legame esistente tra l’approccio interculturale e il paradigma internazionale dei diritti umani, viene quindi proposta l’adozione, in seno all’Unione per il Mediterraneo, di una nuova Carta regionale per i diritti umani nella quale siano riconosciuti e protetti, attraverso un approccio inclusivo, i valori comuni delle persone che vivono in questa regione nel rispetto delle diversità di ciascuna delle culture che esse rappresentano.
Nella prima parte, l’articolo considera e analizza la posizione riservata ai diritti umani nel più ampio Processo di Barcellona e l’impegno formale dei partner euromediterranei nei confronti dei trattati regionali e internazionali in materia. In seguito, l‘attenzione è posta sul legame tra diritti umani e dialogo interculturale e sul peso che gli elementi culturali eserciterebbero nella concettualizzazione della proposta Carta euromediterranea dei diritti umani. Infine, l’articolo cerca di delineare i principali elementi e le basi concettuali di una potenziale cittadinanza euromediterranea e di suggerire come specifici diritti di cittadinanza potrebbero essere identificati e inclusi nella Carta regionale proposta.