Quale ruolo per il previsto meccanismo di assistenza tecnica del Consiglio diritti umani nel quadro della riforma del sistema diritti umani delle Nazioni Unite?
Davide Zaru
Il dibattito sullo status, la composizione, il mandato e le modalità di lavoro dell’organo o sistema che potrebbe sostituire la Sotto-Commissione delle Nazioni Unite per la protezione e promozione dei diritti umani costituisce uno degli aspetti più delicati del negoziato relativo alla piena definizione del ruolo e della procedura del Consiglio diritti umani delle Nazioni Unite, processo che – secondo il dettato della Risoluzione dell’Assemblea Generale istitutiva del Consiglio – dovrebbe giungere a dei risultati concreti entro il prossimo 18 giugno 2007. Si ricava una simile conclusione considerando anzitutto l’alto livello di partecipazione e la vivacità degli interventi in seno al Gruppo di lavoro del Consiglio ad hoc sulle cosiddette questioni istituzionali, con riferimento pertanto ai temi della composizione del nuovo sistema di esperti e della procedura di nomina dei suoi membri, questioni evidentemente legate al controllo e all’orientamento politico complessivo da parte del Consiglio sulle sue Procedure speciali e sui suoi eventuali organi sussidiari/funzionali. Ma soprattutto, si rifletta sulle implicazioni per l’intero sistema diritti umani delle Nazioni Unite dell’eventuale successo di tre proposte – formulate dalla Sotto-Commissione nella sua sessione conclusiva tenutasi a Ginevra nell’agosto 2006 – che in particolare innoverebbero il ruolo del previsto meccanismo di assistenza tecnica: 1) la partecipazione dei suoi esperti al processo di Revisione periodica universale (Universal Periodic Review); 2) l’assunzione da parte del sistema di esperti di uno specifico compito di promozione della coerenza nelle attività delle diverse componenti della machinery onusiana dei diritti umani; 3) il configurarsi del nuovo meccanismo di esperti come tramite e collegamento naturale tra i sistemi nazionali per la tutela e promozione dei diritti umani e il sistema universale. Una volta richiamato il significativo ruolo di standard setting e di promozione dei diritti umani svolto dalla Sotto-Commissione nella sua sessantennale attività, il presente contributo si propone quindi di illustrare le posizioni assunte dai diversi attori partecipanti all’esercizio negoziale in parola e di esaminare criticamente le principali proposte di compromesso sino ad ora formalizzate. In conclusione, facendo riferimento al riemergere di posizioni a favore della valorizzazione delle componenti sopra-nazionali del sistema dei diritti umani delle Nazioni Unite, l’autore riflette sulla possibilità e l’eventuale convenienza di istituire un organo collegiale di esperti del Consiglio, analogo alla Commissione di diritto internazionale delle Nazioni Unite, il quale presenti necessariamente un profilo altamente operativo e orientato all’azione.