Intervista a Marco Mascia, Direttore del Centro Diritti Umani dell'Università di Padova, 30 settembre 2010
Durata: 3' 44''
Sigla: Younivercity, Forum europeo per il diritto allo studio, Padova, 30 settembre – 3 ottobre 2010.
D: Ai microfoni di Radio Bue il professor Marco Mascia, direttore del Centro per i diritti umani dell'Università di Padova.
R: Buongiorno a lei
D: Nel 2010 c'è ancora la necessità di ribadire che il diritto allo studio è un diritto umano?
R: Beh, certamente sì. Il diritto allo studio, e il più ampio diritto all'educazione, è un diritto fondamentale, riconosciuto non soltanto dalla Costituzione italiana, ma dall'articolo 26 della Dichiarazione universale dei diritti umani, dagli articoli 13 e 15 del Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali, dalla Convenzione internazionale sui diritti del fanciullo.
Interessanti sono i dati Unicef recenti, che ci dicono che più di 100 milioni di bambini in età di scuola primaria non frequentano la scuola, e di questi 100 milioni circa la metà sono bambine e 70 milioni dei 100 milioni vivono in 33 paesi in via di sviluppo colpiti da conflitti armati.
Un altro elemento che ci induce a dire che il diritto allo studio va sostenuto con forza nelle agende politiche internazionali e nazionali è che il diritto all'educazione è uno degli otto Obiettivi di sviluppo del millennio, che gli Stati membri si sono impegnati a realizzare in tutto il mondo entro il 2015. Si è appena concluso il summit mondiale a New York, alle Nazioni Unite.
Un altro dato che attesta che la necessità di inserire al primo punto dell'agenda politica dei governi, delle organizzazioni internazionali, il diritto all'educazione è costituito dalla decisione del Consiglio diritti umani delle Nazioni Unite di elaborare una dichiarazione delle Nazioni Unite sul diritto all'educazione dei Diritti umani. Tra l'altro il Centro Diritti umani dell'Università di Padova è direttamente coinvolto, impegnato nella stesura di questo documento che, con ogni probabilità, sarà adottato dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite, entro il 2011.
D: Professor Mascia, quanto l'impossibilità di accedere agli studi è oggi elemento di esclusione sociale?
R: Diciamo che il principio cardine, il principio fondamentale del Diritto internazionale dei Diritti umani è quello della interdipendenza e indivisibilità di tutti i Diritti umani che sono civili, politici, economici, sociali e culturali: questo significa che il diritto alla libertà di associazione o il diritto ad un processo equo sono diritti fondamentali tanto quanto il diritto all'educazione e il diritto al lavoro.
Quindi una violazione dei Diritti economici, sociali e culturali ha una conseguenza diretta sull'esercizio dei Diritti civili e politici.
Quello che voglio dire è che se è violato il diritto all'educazione, il diritto allo studio, cioè se una persona è analfabeta, questa persona non può esercitare con consapevolezza il diritto di votare e di essere eletto nel corso di elezioni politiche, per esempio o non può partecipare alla direzione di affari pubblici e così via.
Quindi l'impossibilità di accedere a percorsi di istruzione primaria e secondaria è chiaramente causa di esclusione sociale, è la causa principale di esclusione sociale. L'educazione è fondamentale per esercitare la cittadinanza attiva e questa va esercitata oggi, nell'era dell'interdipendenza della globalizzazione, ovviamente ad ogni livello della vita sociale, politica e culturale, quindi dal quartiere, dalla città, fino all'Unione Europea e alle Nazioni Unite.