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7/3/2009 (Archivio storico)
Un gruppo di donne congolesi festeggia la notizia dell'accordo di pace tra il governo del Congo ed i gruppi ribelli, 2005.
© UN Photo/Marie Frechon

8 marzo 2009, messaggio del Segretario Generale in occasione della Giornata Internazionale della Donna.

Lo scorso anno ho lanciato una campagna chiedendo a individui e governi di tutto il mondo di unirsi per combattere la violenza contro donne e ragazze. La campagna durerà fino al 2015, termine stabilito per il conseguimento degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio. Il nesso con gli Obiettivi è chiaro. Abbiamo il dovere di porre fine alla violenza abituale e socialmente radicata che distrugge vita e salute, perpetua lo stato di povertà e ci impedisce di raggiungere l’uguaglianza e l’aumento di prerogative delle donne.

La violenza contro le donne è anche strettamente connessa alla diffusione dell’HIV/AIDS. In alcuni paesi, una donna su tre viene contagiata, costretta durante la sua vita ad abusi, sessuali e non. Donne e bambine sono anche soggette, in modo sistematico e deliberato, a stupri e violenze sessuali nel corso di conflitti.

La violenza contro le donne è in contrasto con l’auspicio della Carta delle Nazioni Unite di “promuovere il progresso sociale e una più alta qualità della vita in uno stato di più ampia libertà”. Le conseguenze vanno oltre il visibile e l’immediato. Lutti, ferite, costi medici sono solo la punta dell’iceberg. In termini vite spezzate e sostentamenti, l’impatto su donne e ragazze, sulle loro famiglie, comunità e società va oltre l’immaginabile. Troppo spesso, i crimini rimangono impuniti e i colpevoli restano impuniti. Nessun paese, cultura,  donna, giovane o anziana, è escluso.

Un numero sempre crescente di uomini nei rispettivi paesi sta prendendo posizione decise contro questa macchia nella nostra società. Esempi globali includono ad esempio la “White Ribbon Campaign” e la controparte “V-Men” della Campagna V-Day. Durante i gruppi di lavoro a livello di comunità,  uomini insegnano ad altri uomini che esiste un’altra via e che “il vero uomo non picchia la donna”.

Cambiare mentalità ed abitudini di intere generazioni non è facile. Si tratta di coinvolgere tutti noi – individui, organizzazioni e governi. Dobbiamo lavorare insieme affermando in modo chiaro e deciso, al più alto livello, che la violenza contro le donne non sarà tollerata, in alcuna forma, contesto e circostanza.

Occorrono politiche economiche e sociali che supportino l’acquisizione di maggior potere delle donne. Abbiamo bisogno di programmi e linee di bilancio che promuovano la non-violenza. Serve un’immagine mediatica positiva della donna. C’è necessità di legislazioni che dicano che la violenza è un crimine, che incriminino i colpevoli e che vengano applicate.

La campagna “Uniti per porre termine alla violenza contro le donne” incoraggia uomini e donne ad unirsi contro la violenza sulle donne. Solo agendo uniti riusciremo a creare società più giuste e pacifiche. Uniamo dunque i nostri sforzi, in questa Giornata Internazionale della Donna, per fare la vera differenza.

Cordialmente,