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Nell’ambito delle iniziative del Gruppo di lavoro ASviS sul Goal 16 “Pace, giustizia e istituzioni solide” è stato elaborato il position paper "Il servizio civile universale: Giovani, Cittadinanza e Pace", che intende fornire uno sguardo di insieme sull’Agenda 2030 e sull’importanza del Servizio civile universale come esperienza volta a favorire la realizzazione dei princìpi costituzionali di solidarietà sociale, e a promuovere la solidarietà e la cooperazione, a livello nazionale e internazionale.
Parteggiare, partecipare, prendere posizione rispetto al proprio ben essere cittadini. Esercitare l’arbitrio che contraddistingue la nostra individualità in relazione a ciò che ci accade attorno. Coltivare relazioni dinamiche con l’ambiente in cui viviamo, mantenendo un’interazione equilibrata con le persone che ne sono parte. Superare la posizione statica dell’indifferenza, la falsa comodità dell’inazione sociale. Questi sono gli auspici che scaturivano dal pensiero di Antonio Gramsci, secondo il quale “Chi vive veramente non può non essere cittadino, e parteggiare. Indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita”.
Dunque, per spezzare la catena culturale dell’indifferenza e coltivare una disposizione d’animo verso il coinvolgimento e l’altruismo occorre impegnarsi e mettersi in gioco. Un’attitudine che si coltiva partendo dall’educazione, promuovendo percorsi in grado di allenare i giovani a vivere in una dimensione di valore meno centrata sul benessere individuale e più sul bene comune.
La possibilità di combattere ogni forma di violenza e di aggressione, di affermare i diritti e la dignità umana dipende in via preliminare dall’educazione civica e dalla comprensione di valori - come la solidarietà e il senso di responsabilità - che sono alla base della convivenza civile e della giusta accessibilità ai beni comuni.
In questo senso attraverso l’opportunità di rispondere ai bisogni della comunità, prendersi cura dell’interesse generale, contribuire alla protezione dell’ambiente, adoperarsi per la pace – tra le altre cose - il servizio civile rappresenta per i giovani una straordinaria occasione di crescita e di apprendimento.
Il 4 novembre 2019 è stato firmato dal Ministro per le Politiche giovanili e lo Sport, con delega al servizio civile, Vicenzo Spadafora, il decreto che approva il Piano triennale 2020-2022 per la programmazione del Servizio civile universale (SCU). In questo modo è entrata in fase di attuazione la riforma che ha innovato il Servizio Civile Universale, avviata con la legge 106/2016 e resa organica dai decreti legislativi 40/2017 e 43/2018. “Il Piano triennale per la programmazione del Servizio civile universale”, “pone le sue fondamenta sull’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. Nel piano sono individuati 11 obiettivi coerenti con quelli delineati dall’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. Gli ambiti delle azioni previste dal Servizio civile universale, per citarne solo alcuni, spaziano dal contrastare la povertà e la fame all’operare per la salute e il benessere, dall’agire per rendere le città e i territori più inclusivi e le istituzioni più forti al tutelare l’ambiente e gli ecosistemi.
Non si tratta di mere dichiarazioni di intenti, ma di linee guida istituzionali che indicano la direzione di un grande cambiamento culturale: un’evoluzione dei paradigmi da raggiungere con il coinvolgimento della società italiana tutta. Tra il 2022 e 2023 i posti disponibili per gli aspiranti operatori volontari del servizio civile su progetti sono 56.205. Coloro vi prendono parte rappresentano un elemento di speranza e di ottimismo per la rigenerazione del Paese e per l’affermazione dell’Agenda 2030 in Italia. Un movimento vitale che garantisce la possibilità di dare concretezza a uno dei principi fondamentali da pochi mesi introdotti nella nostra Costituzione, quello di garantire l’interesse delle future generazioni.
Leggi il Position Paper.
24/10/2022